Appello per la terza assemblea nazionale della Rete Libere/i di lottare contro il DDL ex-1660 / CPA Firenze Sud, 11 gennaio

Troviamo del tutto giustificato che la Rete Libere/i di lottare rivendichi, come fa in questo appello, il ruolo avuto negli scorsi mesi nel rompere il silenzio intorno al DDL 1660, tipico provvedimento da “stato di polizia e di guerra”. Ma una sfida ancora più complessa si pone ora davanti agli organismi che hanno preso sul serio questa battaglia e hanno contribuito finora a far vivere questa Rete: rompere il silenzio intorno al nesso tra il DDL-“sicurezza”, ed altri provvedimenti del governo Meloni, e la corsa alla guerra e all’economia di guerra, raggiungendo con la propaganda, l’agitazione, le iniziative di lotta, un’area sempre più ampia di lavoratori/lavoratrici e giovani senza privilegi – perché senza la scesa in campo di una massa organizzata e determinata di proletari non riusciremo a fermare la corsa verso l’abisso.

Questa sfida comporta necessariamente anche la critica senza diplomazie alla politica della Rete A pieno regime, nata nel frattempo in stretto collegamento con le manovre elettorali di un’opposizione parlamentare che è pienamente corresponsabile sia delle politiche belliciste, sia delle misure autoritarie e liberticide prese negli scorsi decenni che hanno aperto la strada al DDL ex-1660. Il rilancio dell’iniziativa della Rete Libere/i di lottare contro questo DDL, il governo Meloni, il genocidio in Palestina e la guerra in Ucraina, è possibile solo ed esclusivamente su questa base. (Red.)

Sono passati alcuni mesi da quando è nata la Rete Libere/i di lottare – Fermiamo il DDL 1660”: sin dalla sua nascita l’obiettivo principale è stato provare a mettere in luce la natura e il posto che questo nuovo pacchetto sicurezza ha nella politica del governo Meloni, e il contributo essenziale che dà all’istituzione di un vero e proprio stato di polizia e di guerra. Il cammino della Rete Liberi/e di Lottare è iniziato quando i tempi di approvazione del DDL 1660 parevano marciare a tappe forzate, mentre l’opposizione ad esso sembrava che non avrebbe avuto né tempo né modo di uscire dai circuiti militanti. I tempi di approvazione del DDL si sono invece prolungati e le iniziative contro di esso si sono moltiplicate.

Con l’assemblea nazionale, che si terrà l’11 gennaio a Firenze, vogliamo rilanciare la necessità di proseguire e rafforzare la battaglia contro il DDL1660. Lo facciamo, insieme a chiunque vorrà stare dentro questa battaglia attorno a queste tre sole e imprescindibili discriminanti, poste sin dall’inizio del percorso ed alla base del manifesto iniziale (*):

  1. essere per il totale rigetto del DDL, che non è riformabile né emendabile;
  2. essere in modo inequivoco contro le guerre in corso e l’economia di guerra, da cui il DDL nasce;
  3. impegnare le proprie forze per lo sviluppo di una mobilitazione unitaria, con il ricorso a tutti i mezzi di lotta necessari, inclusi quelli che il DDL vuole a tutti i costi interdire.

Sin dalla nascita della Rete “Libere/i di Lottare” abbiamo assistito ad un positivo dialogo tra movimenti ed esperienze che negli anni passati non si sono incrociate, pur cadendo tutte, in una forma o nell’altra, sotto i colpi di magistratura, polizia e carabinieri. Pensiamo sia fondamentale perseguire l’obiettivo di sviluppare una mobilitazione unitaria e coinvolgere, su queste basi, un’area della società molto più ampia di quella abitualmente coinvolta nelle proteste e nelle lotte, composta di lavoratori/lavoratrici, disoccupati/e, studenti/studentesse e persone comuni che forse intuiscono i pericoli da noi denunciati, ma ancora non si sono mossi.

A distanza di circa sei mesi dalla nascita della rete, constatiamo con soddisfazione che il silenzio intorno al DDL Piantedosi-Nordio-Crosetto (ora 1236, al Senato) è stato rotto, con i fatti e nella agitazione. Convintamente abbiamo attivato questo processo che ha visto numerosi momenti importanti: il 5 ottobre a Roma con la grande manifestazione indetta da GPI e Udap, passando per le due giornate di sciopero e manifestazione a Roma indette dal Si Cobas, la manifestazione del 28 ottobre a Napoli per l’avvio del maxi-processo contro 43 disoccupate/i del Movimento 7 novembre e solidali, le due grandi giornate di lotta contro guerre e genocidio, DDL 1660 e governo Meloni del 29-30 novembre con lo sciopero del sindacalismo di base e la seguente manifestazione a Roma.

Non solo manifestazioni e mobilitazioni: in questi mesi la Rete “Libere/i di Lottare” ha svolto iniziative di denuncia e di sostegno a diversi militanti, palestinesi e italiani, arrestati o perseguiti, e ha alzato il velo su un altro DDL (il 1004) pronto ad essere messo in moto dalle destre contro comportamenti “anti-semiti”, così da colpire in modo ancora più pesante le iniziative per il popolo e la resistenza palestinese, e su cui vige il silenzio generale. In molte città, dal Nord al Sud, si sono svolti presidi, assemblee, convegni, giornate di studio, cortei che si sono richiamati alla piattaforma di lotta della Rete “Libere/i di Lottare”, mentre la nostra attività ha trovato un’eco solidale in una serie di paesi europei (Germania, Svizzera, Francia, Regno Unito) ed extra-europei (Argentina).

Nel frattempo, mentre il nostro percorso si consolidava a livello territoriale, sono state lanciate altre mobilitazioni nelle quali siamo stati presenti con nostre parole d’ordine. Il 14 dicembre, ad esempio, una manifestazione molto partecipata ha amplificato la denuncia contro il DDL e messo in luce che esiste oggi in Italia (non c’era al giugno scorso) un contesto potenzialmente di massa che si sta ponendo il problema del salto di qualità della repressione statale. Questo allargamento, che ha coinvolto anche settori di classe operaia della CGIL e settori del movimento studentesco, è sicuramente positivo: abbiamo deciso di essere a Roma quel giorno per rivolgerci ai/alle partecipanti al corteo con l’invito ad afferrare il nesso strettissimo – troppo spesso assente o taciuto in molte delle iniziative cui abbiamo deciso di interfacciarci come Rete – tra la macchina repressiva che governo, Parlamento e Quirinale stanno apprestando, e la guerra e l’economia di guerra.

Per quanto ci riguarda, non si può scindere l’iniziativa contro il DDL-sicurezza né dalla guerra e dalla economia di guerra da cui esso, evidentemente, nasce, ed a cui serve, e tantomeno dalla necessità di praticare solidarietà nei confronti di chi – lavoratori e lavoratrici della logistica, attivisti/e per il clima, solidali con la resistenza palestinese, studenti e studentesse in lotta – ha affrontato la repressione che ha anticipato l’entrata in vigore del nuovo DDL 1236 (ex 1660).

 Siamo ben consapevoli che questo disegno di legge liberticida e da stato di polizia vada fermato, ma non è possibile consegnare questo compito alla opposizione parlamentare di chi: dentro i recinti elettorali e della “difesa della Costituzione”, non ha mosso un dito fino ad ora dinanzi alla escalation repressiva in atto, opponendo solo timidissime rimostranze nel momento in cui il DDL sicurezza veniva approvato alla Camera alla fine di settembre; nel corso degli anni, ha ideato e contribuito alla nascita dei decreti Minniti e Salvini o altri provvedimenti che hanno ingabbiato e regolamentato il diritto di sciopero e la stessa rappresentanza dei lavoratori; continua a sostenere fanaticamente la guerra tra NATO e Russia in Ucrainanon ha alzato un dito contro il genocidio in Palestina perché da sempre schierate a favore dell’oppressione coloniale e razzista del sionismo contro le masse palestinesi. Non è possibile consegnare la battaglia contro il DDL1660 a chi è complice, da decenni, della trasformazione autoritaria e totalitaria della democrazia, e delle politiche belliciste che la alimentano oggi più che mai in una fase storica di accelerazione della corsa alla guerra di cui il governo Meloni si sta facendo interprete.

Una serie di fattori ha fatto sì che l’approvazione del DDL 1660 (ora 1236), invece che avvenire a strettissimo giro, si sia prolungata, ed è possibile che le manovre dell’opposizione, e forse dello stesso Quirinale, per emendarlo dalle misure più estreme e provocatorie, e renderlo più accettabile, prolunghino ulteriormente i tempi di approvazione. Probabilmente abbiamo un altro spazio di tempo per rilanciare la nostra attività di agitazione.

Con la Terza Assemblea della Rete “Libere/i di Lottare” chiediamo un nuovo impegno a tutte le strutture del sindacalismo di base, ed anche a quei lavoratori interni alle strutture confederali che sentono davvero l’esigenza di battersi contro i signori dello sfruttamento e della guerra, affinché siano nelle prossime settimane protagonisti di un deciso, coordinato rilancio delle lotte contro il governo che includa anche la denuncia del DDL 1660; al movimento di solidarietà con il popolo e la resistenza palestinese; a tutti i movimenti di lotta territoriali, ecologisti, femministi; al movimento studentesco e alle mobilitazioni in atto nelle università contro il DDL Bernini; affinché convergano in uno sforzo unitario di mobilitazione contro il DDL ex-1660, contro il genocidio in Palestina, il massacro NATO-Russia in Ucraina, la corsa alla guerra e all’economia di guerra, contro il governo Meloni.

Vogliamo sviluppare la giornata dividendola in vari momenti:

• A partire dalle ore 10.00 e fino alle 13.30 con un’assemblea aperta alla quale invitiamo ad intervenire chiunque voglia portare un contributo alla discussione tanto sul DDL 1660 quanto sulle questioni più generali con cui il DDL 1660 si intreccia.

• Alle ore 14.00 pranzo

• A partire dalle ore 15.00 e fino alle 18.30 l’assemblea sarà invece un momento di confronto interno tra le realtà aderenti alla Rete Liberi/e di Lottare per meglio strutturarla e elaborare una proposta di rilancio della mobilitazione verso il giorno in cui verrà calendarizzato il voto in Senato e oltre.

• Alle ore 20.30 cena popolare

• Alle ore 22.30 concerto.

L’assemblea si terrà CPA Firenze Sud, quartiere Gavinana, via Villamagna 27a.

Il ricavato della serata andrà a sostegno delle prossime iniziative della Rete Liberi/e di Lottare e in solidarietà con il compagno Gino, antifascista arrestato a Parigi e su cui pende una richiesta di estradizione verso l’Ungheria.

*Per chi volesse leggere il nostro manifesto: https://www.paginemarxiste.org/l-manifesto-della-rete-liberi-e-di-lottare-fermiamo-insieme-il-ddl-1660-le-prime-adesioni/