“Pagine Marxiste” sin dal suo sorgere ha sempre lavorato per l’affermazione di una politica internazionalista e internazionale nel movimento proletario.
Per il superamento degli “steccati” storici delle correnti rivoluzionarie dentro un percorso di lotta comune contro lo sfruttamento e le guerre del capitale.
Per la ricostruzione del partito rivoluzionario nel vivo dello scontro di classe.
La strada è ancora lunga e difficile, ma riteniamo che l’accelerazione delle contraddizioni borghesi che caratterizza l’attuale periodo stia dando una spinta decisiva al ricompattamento di formazioni politiche e sindacali internazionaliste di vari paesi.
Tutto ciò sfocerà nei prossimi giorni nello sciopero contro le guerre del capitale del 23 febbraio prossimo e la manifestazione del 24 a Milano.
Tali occasioni saranno un momento di verifica e di rilancio dell’iniziativa politica tesa a rafforzare e sviluppare i legami intrapresi.
Per questi motivi la Redazione di “Pagine Marxiste” partecipa e invita a partecipare alla manifestazione di Milano del 24 febbraio.
Concentramento ore 14,30 a Piazzale Loreto.
In una fase storica in cui le contraddizioni del capitalismo globale si intensificano, dall’Ucraina alla Palestina, dal Sudan al Congo, gli Stati imperialisti ricorrono sempre più spesso alla guerra e al massacro di esseri umani. In questo modo vogliono “risolvere” con la violenza i conflitti di interesse tra i loro monopoli capitalistici o rinnovare il proprio dominio coloniale e neo-coloniale sui popoli oppressi.
Davanti a questa prospettiva i lavoratori, i proletari chiamati a scannarsi l’un l’altro per decidere chi li sfrutterà, devono dichiarare guerra alle guerre del capitale e organizzarsi per rovesciare il dominio capitalista sul mondo.
Con la guerra in corso in Ucraina nel continente europeo, per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale, si scontrano apertamente due schieramenti di grandi potenze capitaliste: da una parte la Russia (con il parziale sostegno della Cina e di alcune potenze emergenti) e dall’altra la NATO (Stati Uniti e potenze europee, che forniscono il materiale militare) e l’Ucraina che fornisce la carne da cannone. Dopo quasi due anni e oltre 500.000 vittime, 10 milioni di sfollati, di cui 6,2 milioni emigrati, il massacro continua con il rischio di un’escalation che, unita alle rivalità globali, rende la Terza Guerra Mondiale una reale possibilità catastrofica, alla quale tutte le potenze si stanno preparando con una corsa generalizzata al riarmo.
Di fronte a questa guerra che è imperialista da entrambi i lati, come accadde di fronte allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, alcune correnti della sinistra anticapitalista si sono divise tra i sostenitori dell’uno o dell’altro dei due campi in conflitto in nome del principio di auto-determinazione o della lotta al nazismo. Ma quale “autodeterminazione” dell’Ucraina, quando il duro scontro tra due ali della borghesia nazionale ha fatto precipitare questo Paese sulla tragica strada della guerra e, con Zelensky, della completa sottomissione all’imperialismo occidentale? E quale guerra contro il “nazismo” da parte della Russia, quando Putin e il suo entourage, che vogliono far rivivere l’impero zarista, sono sostenuti dai nazisti russi e a loro volta appoggiano le organizzazioni di estrema destra in tutta Europa?
Contro entrambi i campi delle potenze in conflitto, innalziamo la bandiera di Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg, per dare corpo all’opposizione proletaria ad entrambi i fronti di guerra: “Il nemico principale è in casa nostra!”.
In Medio Oriente è in corso l’efferata guerra coloniale e di annientamento di Israele contro i palestinesi di Gaza, con il massacro finora di 32.000 civili, in gran parte bambini e donne, lo sfollamento e l’imminente affamamento di oltre due milioni di persone, la distruzione sistematica di case, edifici pubblici, ospedali e infrastrutture di base, in aggiunta agli attacchi fascisti dei coloni e dell’esercito contro i palestinesi della Cisgiordania. Tutto ciò con il sostegno delle potenze occidentali allo Stato sionista, loro avamposto in Medio Oriente, e la complicità delle altre grandi potenze e delle potenze regionali, non disposte a sacrificare i propri affari alla causa palestinese. Gli unici alleati del popolo palestinese sono i proletari del Medio Oriente e i lavoratori e i giovani di tutto il mondo che scendono in piazza a sostegno del popolo palestinese, a sostegno della sua straordinaria resistenza, della sua lotta secolare per l’autodeterminazione, ponendo fine alla macchina sionista e occidentale di oppressione in Palestina. Noi sosteniamo la resistenza palestinese, nonostante le nostre critiche alle prospettive politiche e ideologiche delle forze islamiste. Oggi più che mai la Palestina è la patria degli oppressi!
Tutti gli Stati, tutti i governi, sono espressione di borghesie affaristiche legate alle grandi potenze imperialiste, ai monopoli capitalisti, al sistema finanziario internazionale, e sono parte integrante del sistema sociale che produce la guerra; nessuno di loro può esserci alleato nella guerra alla guerra [alle guerre del capitale]. Il declino della superpotenza americana di fronte all’emergere di nuove medie e grandi potenze, il passaggio da un (dis)ordine mondiale dominato dagli Stati Uniti a un “mondo multipolare” non può portare all’equilibrio e alla pace, ma – come già stiamo vedendo – a crescenti squilibri, tensioni e nuove guerre. Guerre che, nella loro essenza, sono guerre per la spartizione dei frutti dello sfruttamento della grande maggioranza della società da parte di una piccola minoranza.
Il nostro campo non è il campo degli Stati borghesi, è il campo delle classi sfruttate e oppresse, dei lavoratori, del proletariato internazionale, l’unica classe che ha interesse e ha la forza – se si organizza – di porre fine alle guerre che i suoi sfruttatori conducono sulla sua pelle. Superato il punto più basso del movimento rivoluzionario, è necessario che le organizzazioni che si pongono sul terreno del disfattismo rivoluzionario contro le guerre del capitale, sul terreno di un coerente internazionalismo proletario, si uniscano in iniziative comuni. Il momento è adesso, prima che sia troppo tardi!
Il passato conta, ma saremo giudicati dalla nostra capacità di affrontare le sfide del nostro periodo storico.
Sabato 24 febbraio 2024, secondo anniversario della guerra in Ucraina, uniamo le forze in una giornata internazionale e internazionalista di protesta e di lotta contro le guerre del capitale!
- contro entrambi gli schieramenti in guerra in Ucraina, per il disfattismo rivoluzionario: “il nemico è in casa nostra”!
- a fianco della lotta di liberazione del popolo palestinese contro l’oppressione e la discriminazione nazionale, razziale e religiosa dello Stato imperialista-sionista di Israele,
- per una società senza sfruttamento e senza guerre, in armonia tra uomo e natura.
Proletari di tutti i Paesi, uniamoci!