Sotto il capitalismo l’unificazione europea sarà impossibile o reazionaria Lenin
Ora anche la famosa locomotiva tedesca comincia a perdere colpi dopo che l’instabilità politica portata dai conflitti in Ucraina e in Medio Oriente colpisce a livello economico i paesi esportatori.
Nel frattempo è sotto gli occhi di tutti (in primis agli occhi dei proletari, quelli che ogni giorno pagano il duro prezzo gli effetti delle politiche di austerity) che la famosa stabilizzazione politica ed economica è sicuramente molto lontana mentre le contraddizioni di questo sistema si acutizzano quotidianamente.
I parametri e i diktat della famosa “troika” continuano a produrre un disastro sociale dalle dimensioni enormi: la disoccupazione è diventata un incubo senza fine per la grande maggioranza della popolazione in particolare al Sud, tutti i servizi sociali (salute, trasporti, educazione) smantellati, i diritti sociali conquistati nel corso di una lungo storia di lotte dure del movimento operaio e di tutti gli oppressi vengono completamente distrutti.
E’ il vero volto reazionario di questa Unione Europea il cui processo di unificazione è nato dall’esigenza del capitale transnazionale di dar vita a una giungla di supersfruttamento costituendo una UE antidemocratica ed imperialista che umilia i lavoratori europei ed i popoli e che non ammette tollera mediazioni sociali né freno politico alcuno al proprio procedere imperialista.
Una Unione Europea che oggi più che mai dimostra qual’è la sua vera natura. Un “unione dei predatori” che non può essere riformata.
Il problema che si pone non è il ritorno alle monete nazionale né la creazione di nuove monete, il problema è la natura sociale e di classe del sovrano. Il problema che si pone non è neanche quale partito o coalizione di partiti borghese o di “tecnocrati” nominati al servizio del sistema capitalista possa aprire una via d’uscita dalla crisi.
Il problema è come organizzare tutti gli sfruttati e gli oppressi per conquistare il potere politico su scala continentale e per porre fine a questa catastrofe sociale infinita, rovesciando questo sistema fallito e riorganizzando tutta la società su nuove basi.
Per questo sosteniamo e partecipiamo alla mobilitazione contro l’arrivo della Banca Centrale Europea a Napoli il 2 Ottobre, capitale di quel Sud che sprofonda nella disoccupazione, nel lavoro nero, nella precarietà, nello sfruttamento, dove si riunirà nello specifico il Governing Council della B.C.E. (i 18 governatori delle banche centrali e i 6 excutive/director della B.C.E. tra cui il presidente, Mario Draghi) per concordare “politiche di rilancio economico”.
Contro la BCE che produce il massacro fatto di precarietà, dello sfruttamento, dello smantellamento dei diritti, salari e conquiste sociali.
Contro le istituzioni europee e i suoi governi nazionali, artefici a pari titolo delle politiche di macelleria sociale e della preparazione alle delle guerre imperialiste.
Contro i trattati fondativi dell’Unione Europea, varati in nome dei profitti che produce e causa dell’avanzata di forze nazionaliste, populiste e neofasciste.
Contro l’Unione la “Governance” Europea che ha trasformato il Mediterraneo in un cimitero di immigrati.
Per dar vita a un collegamento stabile delle lotte proletarie in tutti i paesi UE
Per l’unità dei proletari e di tutti gli sfruttati!
Per la rivoluzione!
Verso il corteo del 7 Novembre a Bagnoli – Link
Verso lo sciopero 16 Ottobre dei Facchini della Logistica