Nella giornata di sciopero generale di oggi indetta dal S.I. Cobas e da numerose sigle del sindacalismo di base, con un nutrito e combattivo spezzone di operai S.I. Cobas, insegnanti, precari dell’universitá, studenti, attivisti, organizzazioni palestinesi abbiamo attraversato le vie della nostra cittá, per ribadire e rivendicare le ragioni dello sciopero, incrociando e dialettizzandoci anche con il corteo dei sindacati confederali.
Abbiamo riscontrato una forte e interessata attenzione, rispetto alle parole d’ordine lanciate dal nostro spezzone, anche da parte di questi lavoratori, sempre più consci della drammatica situazione salariale e lavorativa e sempre più consapevoli di come tale situazione sia stata agevolata anche dalla linea di pacificazione portata avanti fino a oggi proprio da quegli apparati di CGIL e UIL che oggi (giustamente!) hanno chiamato i lavoratori alla mobilitazione.
Proprio nel senso di voler rimarcare la necessitá di una ripresa forte e unitaria degli scioperi in questo paese, al di lá delle burocrazie opportuniste, abbiamo voluto condividere un pezzo di percorso assieme ai lavoratori di CGIL e UIL scesi oggi in sciopero, per poi concludere gli interventi finali del nostro spezzone in piazza De Ferrari.
Per dire cosa? Per dire che oggi è stata, finalmente, una bella giornata di sciopero generale che ha visto, dopo molto tempo, migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici in piazza, contro una manovra finanziaria iniqua e classista.
Ma per dire anche, con molta chiarezza e franchezza che tutto questo purtroppo non basta; che oggi occorre iniziare a dire con forza e senza infingimenti – nelle piazze, nelle nostre piattaforme sindacali, sui posti di lavoro, nei quartieri, nelle scuole – che questa finanziaria non è solo iniqua, ma che è una vera e propria finanziaria di guerra, segnale di una nuova fase in cui la sempre piú decisa imposizione di una vera e propria economia di guerra, determina sempre piú la necessitá che la lotta per il salario, la lotta contro la guerra, la mobilitazione contro la repressione degli scioperi e delle lotte debbano marciare insieme, contaminandosi tra loro e costruendo un fronte largo di classe contro guerra e sfruttamento!
Proprio in questa prospettiva, dopo la bella giornata di sciopero di oggi, domani saremo a Roma alla manifestazione nazionale indetta dalle organizzazioni palestinesi in Italia, certo per sostenere le ragioni della resistenza di quel popolo, contro il colonialismo sionista e l’imperialismo, ma anche per rilanciare la lotta e la battaglia contro le politiche classiste, razziste e guerrafondaie del governo Meloni, che stanno alla base dell’appoggio incondizionato della borghesia e del governo italiano al genocidio in Palestina!
Chi oggi, anche tra la burocrazia sindacale confederale, invoca la “rivolta sociale”, vedremo, quanto sará coerente nel portare avanti scioperi e mobilitazioni, proprio a partire dall’attuale tornata di rinnovi contrattuali, dove i padroni proveranno a concretizzare quelle politiche lacrime e sangue, che invocano da tempo. Anche da lí passa e passerá la verifica di chi predica bene e razzola male e chi invece si assesta con coerenza nella costruzione giorno per giorno della ripresa della lotta di classe anche in questo paese.
Oggi sorridiamo di fronte a una bella giornata di sciopero, ma guardiamo giá al domani e alla necessitá di rilancio di una coerente battaglia classista, anti – capitalista e internazionalista!
Alla lotta! Allo sciopero! Domani tutti a Roma!