Guerra (all’Iran), un déjà vu, di Chris Hedges

Chris Hedges [1] non è uno dei nostri. Non condivide, è sicuro, la nostra prospettiva internazionalista, e la nostra “fede” nella rivoluzione sociale anti-capitalista come unica soluzione al gigantesco caos e alle guerre prodotti dal capitalismo globale in putrefazione. Né la sua analisi dei processi che hanno portato l’asse Tel Aviv – Washington a scatenare questa nuova guerra coincide con la nostra.

Tuttavia egli si è mostrato più volte, da molti anni, un uomo e un giornalista integro, informato, impegnato a denunciare i crimini della propria nazione di nascita. Non è poco, di questi tempi. Coraggiosa, la sua prefazione a Murder Incorporated di Mumia Abu-Jamal e Stephen Victoria. Altrettanto valida è la sua vigorosa denuncia – che qui riprendiamo – della produzione industriale di menzogne intorno al nucleare iraniano, che rinnova l’oscena montatura fabbricata dall’amministrazione Bush-Powell per giustificare la seconda aggressione all’Iraq nel 2003. (Red.)

https://chrishedges.substack.com/p/war-deja-vu]

Le menzogne raccontate per innescare la guerra con l’Iraq sono state resuscitate per innescare una guerra con l’Iran. Le valutazioni delle agenzie di intelligence e degli organismi internazionali vengono ignorate, sostituite da allucinazioni.

Tutti i vecchi luoghi comuni sono stati resuscitati per indurci a un altro fiasco militare. Un paese che non rappresenta una minaccia per noi, né per i suoi vicini, è sul punto di acquisire un’arma di distruzione di massa (ADM) che mette a repentaglio la nostra esistenza. Il paese e i suoi leader incarnano il male puro. Libertà e democrazia sono in gioco. Se non agiamo ora, la prossima pistola fumante sarà un fungo atomico. La nostra superiorità militare garantisce la vittoria. Siamo i salvatori del mondo. I bombardamenti massicci, una versione aggiornata di Shock and Awe, porteranno pace e armonia.

Abbiamo sentito queste fandonie mentre si preparava la guerra in Iraq del 2003. Ventidue anni dopo sono state risuscitate. Chiunque sia per i negoziati, la diplomazia e la pace è un lacchè dei terroristi.

Abbiamo imparato qualche lezione dai fiaschi in Afghanistan, Iraq, Libia e Siria, per non parlare dell’Ucraina?

Tutti i demoni che ci hanno venduto queste guerre passate con falsi pretesti, come ospite di Mark Levin (conduttore di un talk-show conservatore che porta il suo nome), Max Boot – il quale scrive: “l’imperativo strategico giustifica il bombardamento di Fordow”, il luogo dove è collocato, sottoterra, il programma di arricchimento nucleare dell’Iran – David FrumJohn Boltonil generale Jack KeaneNewt GingrichSean Hannity e Thomas Friedman, sono tornati a saturare le onde radio di un inesauribile allarmismo.

Non importa che il loro grandioso piano per rovesciare i talebani in Afghanistan e poi invadere e sostituire i regimi di Iraq, Libano, Siria, Libia, Sudan, Somalia – e infine dell’Iran – sia loro esploso in faccia. Non importa che la loro brama di guerra abbia causato centinaia di migliaia, forse milioni di morti e prosciugato trilioni di dollari dalla tesoreria statunitense. Non importa l’assoluta idiozia delle loro argomentazioni. I loro megafoni sono sicuri. Sono servi devoti dell’industria bellica, neoconservatori imbecilli e sionisti genocidi, che credono nella magica rigenerazione del mondo attraverso la violenza, ignorando una catastrofe dopo l’altra.

Dimentichiamoci dell’Analisi Annuale delle Minacce dell’intelligence, secondo cui “l’Iran non sta costruendo un’arma nucleare e la Guida Suprema Khomeini non ha autorizzato il programma di armi nucleari che ha sospeso nel 2003″, cosa ribadita questa settimana dal Direttore Generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), Rafael Grossi. Dimentichiamoci che Benjamin Netanyahu, per quasi tre decenni, ha continuato a lanciare l’allarme che l’Iran è sul punto di produrre un’arma nucleare. Dimentichiamoci che l’attacco preventivo all’Iran da parte di Israele è un crimine di guerra, per non parlare dei bombardamenti di un ospedaledi un’ambulanza e di giornalisti. Dimentichiamoci delle centinaia di civili iraniani che Israele ha massacrato nelle sue ondate di attacchi aerei. Dimentichiamoci che Israele ha lanciato il suo attacco all’Iran mentre si stava svolgendo in Oman il sesto round di negoziati sull’arricchimento nucleare tra Stati Uniti e Iran. Dimentichiamoci che è il Primo Ministro israeliano, non il leader dell’Iran, a essere sotto mandato di arresto, accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Dimentichiamoci che Israele, nel bel mezzo di una campagna di genocidio contro i palestinesi, possiede almeno 90 armi nucleari – costruite in violazione del Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) – e blocca le ispezioni dell’AIEA. Dimentichiamoci che nel 2018 Donald Trump ha stracciato il Piano d’azione congiunto globale (JCPOA), un accordo per limitare il programma nucleare iraniano, che l’Iran stava rispettando. Dimentichiamoci che Washington e Londra hanno orchestrato il colpo di stato del 1953 per rovesciare il governo iraniano democraticamente eletto, il primo nella regione, e insediare al potere il compiacente Scià Mohammad Reza Pahlavi. Dimentichiamoci che gli Stati Uniti, insieme a Israele, hanno addestrato ed equipaggiato la SAVAK, la feroce polizia segreta dello Scià.

Bombardiamo! Bombardiamo! Bombardiamo!

Il presunto programma di armi nucleari dell’Iran è l’equivalente – altrettanto infondato – delle mitiche armi di distruzione di massa di Saddam Hussein e della sua alleanza con Al-Qaeda.

L’invasione e l’occupazione dell’Iraq, che hanno portato alla morte di oltre 4.000 soldati e marines statunitensi e di centinaia di migliaia di civili iracheni, hanno causato distruzione su vasta scala, instabilità regionale e dato vita a una serie di gruppi estremisti fanatici, tra cui lo Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (ISIS). Le tronfie promesse – che la nostra invasione avrebbe impiantato la democrazia a Baghdad e che essa si sarebbe diffusa in tutto il Medio Oriente, che saremmo stati accolti come liberatori e che i proventi del petrolio avrebbero finanziato la ricostruzione – erano una fantasia concepita dall’amministrazione di George W. Bush e dai think tank di Washington. Questi fanatici della guerra infinita non comprendono i meccanismi e le conseguenze della guerra. Sono culturalmente, storicamente e linguisticamente ignoranti riguardo ai paesi che attaccano. Iraq, Afghanistan, Libia, Siria, Iran: dubito che siano capaci di distinguere l’uno dagli altri.

Questi acclamatori della guerra, una volta smentiti, sono abili nel fare mea culpa. Ci assicurano delle loro buone intenzioni. Non intendevano spacciare disinformazione. Volevano solo proteggere il mondo dai “malfattori” e proteggere la nostra sicurezza nazionale. Nessuno, nemmeno quelli all’interno delle amministrazioni Bush e ora Trump, è intenzionalmente disonesto. Non è colpa loro se agiscono sulla base di informazioni errate. Il problema è di valutazione, non di valori morali. Sono brave persone.

Ma questa, forse, è la menzogna più grande. Le valutazioni di intelligence usate per giustificare la guerra contro l’Iraq sono state inventate da una cricca di neoconservatori lunatici e di sionisti inferociti perché non gradivano le valutazioni della Central Intelligence Agency (CIA) e di altre agenzie di intelligence. Ora un’altra cricca, in cui predominano sostenitori di Israele, sta costruendo false valutazioni di intelligence per giustificare una guerra con l’Iran. Queste guerre non sono condotte in buona fede. Non si basano su una valutazione attenta e razionale di informazioni verificabili. Sono visioni illusorie staccate dalla realtà, che ignorano le agenzie di intelligence come pure organismi internazionali come le Nazioni Unite, gli ispettori per le armi di distruzione di massa o l’AIEA.

La storia dell’Iran moderno è la storia di un popolo che combatte contro tiranni sostenuti e finanziati dalle potenze occidentali. La brutale repressione dei legittimi movimenti democratici nel corso dei decenni risultò nella rivoluzione del 1979 che portò al potere i religiosi iraniani. Per servire i propri interessi, il nuovo governo islamico dell’ayatollah Ruhollah Khomeini sostenne l’Islam e sostenne la necessità di opporsi alle “arroganti” potenze mondiali e ai loro alleati regionali, che avrebbero oppresso gli altri – compresi i palestinesi – al solo fine di conseguire i propri interessi.

“La storia essenziale dell’Iran negli ultimi 200 anni è stata l’umiliazione nazionale subita per mano di potenze straniere che hanno soggiogato e saccheggiato il Paese”, mi ha detto Stephen Kinzer, autore di “All the Shah’s Men: An American Coup and the Roots of Middle East Terror“. “Per lungo tempo i colpevoli sono stati inglesi e russi. A partire dal 1953, tale ruolo è iniziato a passare agli Stati Uniti. In quell’anno, i servizi segreti americani e britannici rovesciarono un governo eletto, spazzarono via la democrazia iraniana e avviarono il Paese verso la dittatura”.

“Poi, negli anni ’80, gli Stati Uniti si schierarono con Saddam Hussein nella guerra Iran-Iraq, fornendogli equipaggiamento militare e intelligence che permisero al suo esercito di uccidere centinaia di migliaia di iraniani”, dice Kinzer. “Con questa storia, la credibilità morale degli Stati Uniti nel presentarsi quali promotori della democrazia in Iran è prossima allo zero”.

Potete vedere qui l’intervista sull’Iran che ho condotto con Kinzer.

Come reagiremmo [noi americani] se l’Iran orchestrasse un colpo di stato negli Stati Uniti per sostituire un governo eletto con un brutale dittatore, che per decenni ha perseguitato, assassinato e imprigionato attivisti democratici? Come reagiremmo se per muoverci guerra l’Iran armasse e finanziasse uno stato vicino, come abbiamo fatto durante gli otto anni di guerra con l’Iraq? Come reagiremmo se l’Iran abbattesse uno dei nostri aerei passeggeri come fece la USS Vincennes (CG49) – causticamente soprannominata “Robocruiser” dagli equipaggi di altre navi americane – quando nel luglio 1988 lanciò missili contro un aereo commerciale carico di civili iraniani, uccidendo tutti i 290 passeggeri, inclusi 66 bambini? Come reagiremmo se i servizi segreti iraniani sponsorizzassero il terrorismo all’interno degli Stati Uniti, come fanno i nostri servizi segreti e quelli israeliani in Iran? Come reagiremmo se questi attacchi terroristici sponsorizzati dallo Stato comprendessero attentati suicidi, rapimenti, decapitazioni, sabotaggi e “omicidi mirati” di funzionari governativi, scienziati e altri leader iraniani? Come reagiremmo se, come Israele, un Paese ci attaccasse sulla base di un’ipotesi, un attacco illegale ai sensi della Carta delle Nazioni Unite, che proibisce la guerra preventiva?

magnaccia della guerra che orchestrano questi fiaschi militari sono di nuovo usciti dalla cripta. Migrano come zombie da un’amministrazione all’altra. Sono trincerati in think tank – Project for the New American Century , American Enterprise Institute, Foreign Policy Research InitiativeThe Atlantic Council e The Brookings Institution – finanziati da multinazionali, dalla lobby israeliana e dall’industria bellica. Sono burattini manovrati dai loro padroni, dotati di megafoni da media in bancarotta [morale], che ci spingono ad avanzare da un pantano all’altro.

I vecchi volti e le vecchie bugie sono tornati, trascinandoci in un altro incubo.


[1] Christopher Lynn Hedges è un giornalista, vincitore del premio Pulitzer, corrispondente estero per quindici anni del New York Times, ex corrispondente di guerra, specializzato in politica e società del Medio Oriente.