Nel vortice di crisi,tagli e truffe a rimetterci siamo sempre noi
Ancora una volta ci troviamo a subire una riforma scolastica volta a smantellare la scuola pubblica.
Questo processo di smantellamento è iniziato nel 96’ con la riforma Berlinguer ed arriva sino all’ultimo decreto Profumo, passando attraverso la riforma Moratti, Fioroni, Gelmini.
Viviamo in un tempo in cui il contenuto critico scolastico è stato svuotato del suo significato, a favore degli interessi delle aziende private che grazie al decreto Aprea avranno il diritto di insinuarsi all’interno dei consigli di istituto approfittando dei pesanti tagli e della carenza di risorse umane ed economiche per imporre i propri interessi.
Quali sono questi interessi ?
1-tagliare fondi della formazione per dirottarli a favore delle imprese.
2-ridurre il costo della formazione (abbassando la formazione studentesca),sperando di trovare in un futuro prossimo un neo lavoratore che si piegherà facilmente ai soprusi del padrone.
3-aprire nuovi mercati all’interno dei quali i privati potranno speculare indisturbati.
Questo modello è il modello scolastico anglosassone fortemente classista, dove si vengono a formare pochi centri scolastici di eccellenza (privati) accessibili solo dai membri delle classi più ricche; creando intorno migliaia di istituti-ghetto (pubblici) abbandonati a se stessi incapaci di fornire una formazione adatta, che si riducono di conseguenza a sfornare mano d’opera a basso reddito o comunque persone che andranno a far parte dell’esercito di riserva, utile solo ad aumentare la concorrenza fra lavoratori e quindi il profitto per i padroni.
Da ciò si deduce che il mercato del lavoro è strettamente legato a quello della formazione infatti ogni riforma scolastica va a braccetto con le riforme del lavoro (Riforma Treu governo di centro sinistra,Riforma Biagi governo di centro destra) volte sempre a rendere il lavoro sempre più flessibile e precario.
Queste riforme hanno portato a:
-taglio di 8,5miliardi di euro
-150.000 posti di lavoro tagliati
-accorpamento di centinaia di istituti
-blocco di contratti dei lavoratori della scuola
-innalzamento dell’età pensionabile
-3000inidonei al servizio
-30000 edifici giudicati a rischio crollo per mancanza di fondi ristrutturativi.
Tutto questo ovviamente è avvenuto con la complicità di tutte le componenti dell’arco parlamentare e sindacale nessuna esclusa. Far pagare la crisi sulla nostra pelle è l’unico modo per il sistema capitalista e per chi lo sostiene di mantenere i propri profitti. Per questo essendo studenti e futuri lavoratori bisogna abbandonare la pura e semplice difesa della scuola pubblica, generalizzando la lotta e saldandosi con la mobilitazione di tutti gli altri settori (disoccupati lavoratori precari) che combattono contro le medesime conseguenze della crisi ,mettendo al centro della nostra lotta il superamento del sistema che la ha prodotta.
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