L’asse delle materie prime/WSJ, Minaccia RWE-Gazprom a Nabucco

Germania, Russia, materie prime
Gfp     110719
 
L’asse delle materie prime

–   Consultazioni intergovernative Berlino-Mosca (18-19/07-2011) per rafforzare la cooperazione economica tra i due paesi:

o   Nel 2011 registrato un nuovo record nell’interscambio commerciale bilaterale; forte crescita anche degli Investimenti Esteri Diretti (IED) dei gruppi tedeschi in Russia, +€1,2MD nei soli primi 4 mesi.

o   I gruppi tedeschi prevedono buone possibilità di profitto nel settore sanità e in quello efficienza energetica: nei prossimi anni Mosca intende investire $15MD nella sanità;

 

o   anche il risparmio energetico sarà promosso da grossi progetti, e a questo servirà l’Agenzia russo-tedesca per l’energia (Rudea) creata alcuni anni fa da Berlino.

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o   I gruppi tedeschi mirano ai profitti commerciali in crescita e allo sfruttamento dei bassi salari russi,

o   e maggior accesso alle risorse naturali russe: gas, petrolio, ma anche ai cosiddetti “minerali rari”, indispensabili per settori fondamentali dell’alta tecnologia. L’Occidente vuole evitare la dipendenza dalla Cina, che ne è ricca.

o   Solo 1/10 della superficie della Russia asiatica sarebbe stato esplorato geologicamente; la Russia ha avanzato concrete offerte sui minerali rari della penisola di Kola, Mar del Nord.

o   I circoli economici tedeschi spingono alla creazione di una “alleanza sulle materie prime” con Mosca, simile a quella siglata con il Kazakistan, nel tentativo di assicurarsi l’esclusività dell’accesso alle risorse.

 

o   I gruppi tedeschi stanno ampliando fortemente la cooperazione con Gazprom, il monopolista russo del gas: in particolare si parla della cooperazione Gazprom-RWE per la costruzione di centrali elettriche a gas in Germania e in altri paesi dell’Europa occidentale, che assicurerebbe enormi profitti anche a Gazprom, e l’ingresso di Gazprom in RWE AG;

o   Gazprom – che ha aumentato gli impegni nella produzione elettrica anche in Russia (pari all’8% del suo fatturato) – mira ad espandersi anche in Europa occidentale, ad es. nei paesi del Benelux.

–   Forti progressi per i gruppi tedeschi soprattutto sul gas naturale:

o   in giugno è stata portata a termine la prima tratta del gasdotto North Stream, che porterà il gas direttamente in Germania; in autunno cominceranno le prime forniture; nel 2012 si prevede la conclusione della seconda tratta, che consentirà di portare fino a 55 m3 di gas/anno in Germania.

o   Di recente il primo ministro russo, Putin ha prospettato la costruzione della terza tratta, che toglie ad Ucraina e Bielorussia la possibilità di interferire sul transito di gas dalla Russia alla UE;

o   e alla Germania assicura una posizione privilegiata nell’importazione di gas in Europa, sulla quale aumenta il proprio controllo.

–   A marzo Wintershall, filiale di BASF, ha comunicato che parteciperà al gasdotto South Stream, che sarà costruito da Gazprom, e che dal 2015 porterà fino a 63 MD di m3/anno dal Caspio in Germania, passando dal Sud Europa:

o   in tal modo Gazprom assesterebbe il colpo mortale ai progetti occidentali di esportare il gas del Caspio con un proprio gasdotto, Nabucco.

o   Le lobby legate a Nabucco stanno ora proponendo di unire il loro progetto a South Stream, per non perdere ogni influenza sul trasporto di gas dal Centro Asia in Europa.

 

 

–   L’uscita dal nucleare della Germania rafforza la cooperazione russo-tedesca, oltre che per le nuovi centrali a gas,

o   anche per il ridimensionamento delle centrali nucleari tedesche tramite una cooperazione di Siemens con l’Agenzia atomica russa Rosatom,

o   che controlla tra l’altro il gruppo Atomstroyexport, che nel 2009 ha acquistato la tedesca Nukem, un’azienda che si occupa della demolizione delle centrali nucleari.

–   Anche nel recente vertice sono emerse le divergenze strategiche presenti nell’establishment tedesco.

o   Gli attacchi contro un’esclusiva cooperazione russo-tedesca provengono non solo dall’Est Europa, Polonia in primis, ma anche da alcuni circoli transatlantici, che accusano la Germania di voler utilizzare la cooperazione con Mosca per rafforzarsi come potenza indipendente dagli Usa.

–     Il timore la Russia possa avvicinarsi maggiormente alla Cina e spostare i rapporti di forza internazionali a svantaggio dell’Occidente accomuna filo-russi e filo-atlantici:

o   è in questo quadro che Berlino e Mosca procedono nella loro cooperazione, tese entrambe ad accrescere il proprio peso internazionale.

Wsj     110714
Minaccia RWE-Gazprom a Nabucco
Alessandro Torello

–   L’accordo del gruppo tedesco dell’energia RWE con il russo Gazprom per avviare negoziati per la creazione di una joint venture per la produzione di energia da gas e carbone,

o   conseguenza diretta della decisione tedesca di chiusura del nucleare,

o   aumenterà la dipendenza dell’Europa da combustibili importati, e ridurrà la sicurezza energetica della regione.

–   Altro importante effetto dell’alleanza RWE-Gazprom: vengono modificate le priorità poste in precedenza dal progetto Nabucco, nel cui consorzio RWE è il partner principale:

–    il gasdotto Nabucco, (gas dal Caspio alla UE), ha come obiettivo dichiarato la riduzione della dipendenza dal gas di Gazprom, ed è stato sostenuto dalla Commissione UE; la sua capacità sarebbe di 31 MD di m3/anno, contro i circa 10 di altri progetti concorrenti.

–   Se l’alleanza va in porto potrebbe seppellire il progetto Nabucco, che ha già molte difficoltà  ad essere accettato, perché molti analisti lo considerano troppo grande e costoso per il gas disponibile per i prossimi 10 anni nel Caspio.

o   Il preventivo iniziale dei suoi costi calcolato in €7,9MD è ora salito a oltre €10MD, e difficile da finanziare, perché non ha dietro giganti del gas o del petrolio che sborsino i capitali necessari, e non ha un forte appoggio politico.

–   La Commissione UE ha agito su propria iniziativa più che su mandato dei paesi UE, in alcuni casi sono in disaccordo sulla questione; la Germania sembra spinta più dai suoi legami con la Russia che dall’interesse della UE di diversificare le fonti energetiche.

o   E.on e BASF stanno costruendo con Gazprom il gasdotto Nord Stream, sotto il Baltico;

o   Gazprom sta progettando South Stream, bypassando l’Ucraina, verso l’Europa orientale, che sarebbe il principale mercato di Nabucco.

Qualche contraddizione ora per il commissario all’energia della UE, il tedesco Oettinger che ha ripetutamente cercato di convincere il governo dell’Azerbaijan a fornire il suo gas a Nabucco.

Gfp      110719
Die Rohstoffachse
19.07.2011
MOSKAU/BERLIN

–   (Eigener Bericht) – Heftige Auseinandersetzungen begleiten neue Schritte zum Ausbau der deutsch-russischen Kooperation. Bei den aktuellen Regierungskonsultationen zwischen Berlin und Moskau werde die ökonomische Zusammenarbeit zwischen den beiden Ländern weiter vorangetrieben, heißt es in der deutschen Hauptstadt. Deutsche Unternehmen zielen dabei nicht nur auf steigende Handelsprofite und lukrative Niedriglohnstandorte, sondern auch auf einen stärkeren Zugriff auf russische Ressourcen, darunter Erdgas und Erdöl, aber auch sogenannte Seltene Erden.

–   Berliner Wirtschaftskreise plädieren dafür, eine umfassende "Rohstoffpartnerschaft" mit Moskau zu gründen. Gleichzeitig weiten deutsche Energiekonzerne ihre Zusammenarbeit insbesondere mit dem Erdgasmonopolisten Gazprom erheblich aus. Berichten zufolge steht bei den aktuellen Gesprächen nicht nur die Kooperation beim Bau von Erdgaskraftwerken in Deutschland und in anderen Staaten Westeuropas, sondern auch ein eventueller Einstieg von Gazprom bei der Essener RWE AG auf der Tagesordnung.

–   Transatlantische Kreise attackieren die Kooperation mit heftigen Protesten gegen die Verleihung des deutschen "Quadriga-Preises" an den russischen Ministerpräsidenten Wladimir Putin. Ursache sind strategische Uneinigkeiten im Berliner Establishment.

Milliardengeschäfte

–   Dem weiteren Ausbau der Kooperation zwischen Berlin und Moskau dienen die aktuellen deutsch-russischen Regierungskonsultationen, die am gestrigen Montag begonnen haben und am heutigen Dienstag zu Ende geführt werden. Wie es in der deutschen Hauptstadt heißt, steht dabei vor allem der Ausbau der ökonomischen Zusammenarbeit im Mittelpunkt. Laut dem Vorsitzenden des Ost-Ausschusses der Deutschen Wirtschaft, Metro-Chef Eckhard Cordes, ist dieses Jahr nicht nur mit einem neuen bilateralen Handelsrekord zu rechnen. Auch die Direktinvestitionen deutscher Firmen in Russland nehmen rasch zu; allein in den ersten vier Monaten des Jahres stiegen sie um rund 1,2 Milliarden Euro an.

o    Hervorragende Chancen rechnen sich deutsche Konzerne unter anderem in den Bereichen Gesundheit sowie Energieeffizienz aus. In die Gesundheitsbranche etwa will Moskau in den kommenden Jahren 15 Milliarden US-Dollar investieren; auch das Einsparen von Energie wird mit voluminösen Projekten gefördert. Dabei werde es sich auszahlen, dass Berlin schon vor einigen Jahren die Gründung der Russisch-Deutschen Energie-Agentur (Rudea) vorangetrieben habe, ist zu hören.[1] Ehrgeizige Ziele verfolgen deutsche Unternehmen insbesondere auch im Rohstoffbereich – und das nicht ausschließlich in Sachen Öl und Gas.

Seltene Erden

–   Wie Ost-Ausschuss-Chef Cordes bestätigt, stützen Wirtschaftskreise Pläne der Bundesregierung, mit Russland eine "Rohstoffpartnerschaft" ähnlich derjenigen mit Kasachstan zu schließen.[2] Bei den "Rohstoffpartnerschaften" handelt es sich um den Versuch, deutschen Firmen einen exklusiven Zugriff auf die Ressourcen anderer Länder zu sichern. In Russland habe man Interesse nicht nur an Gas und Öl, sondern auch an wichtigen Metallen, besonders an den Seltenen Erden, äußert Cordes. Die Seltenen Erden sind unverzichtbar für zentrale Produktionssparten moderner Hochtechnologie; allerdings sind sie in hohem Maß in China zu finden, weshalb der Westen Abhängigkeiten fürchtet.

–   Auch hier hat die Bundesregierung wichtige Vorarbeiten längst geleistet. So haben die Technische Universität Bergakademie Freiberg und das St. Petersburger Staatliche Bergbauinstitut im Oktober 2006 im Beisein der deutschen Kanzlerin und des russischen Präsidenten vereinbart, ein Ständiges deutsch-russisches Forum zu Fragen der Nutzung von Rohstoffressourcen zu gründen. Inzwischen hat das Deutsch-Russische Rohstoff-Forum mit Sitz in Freiberg (Bundesland Sachsen) seine Arbeit aufgenommen. Geführt von einem "Lenkungskreis" aus Politikern, Wissenschaftlern und Vertretern der Wirtschaft, hat es im März seine vierte Rohstoff-Konferenz veranstaltet, um die Kooperation zu vertiefen und die Kontakte zwischen Unternehmen in beiden Staaten auszubauen.

–   "Die Flächen des asiatischen Teils Russlands sind erst zu einem Zehntel geologisch erforscht", schreibt das Rohstoff-Forum mit Blick auf die Chancen, die sich für die deutsche Seite daraus ergeben.[3] Am gestrigen Montag wurden konkrete Angebote Russlands bekannt, die sich auf die Seltenen Erden auf der im Nordmeer gelegenen Halbinsel Kola beziehen.

Erdgaskontrolle

–   Vor allem beim Erdgas machen deutsche Konzerne gewaltige Fortschritte. Im Juni ist der erste Leitungsstrang der Nord Stream-Pipeline fertiggestellt worden, die russisches Erdgas direkt in die Bundesrepublik leiten wird. Im Herbst sollen die ersten Lieferungen durch die Ostsee fließen. Für das kommende Jahr ist der Abschluss der Arbeiten am zweiten Leitungsstrang geplant. Danach ist es möglich, bis zu 55 Milliarden Kubikmeter Erdgas pro Jahr direkt nach Deutschland zu bringen.

–   Der russische Ministerpräsident Putin hat erst kürzlich den Bau eines dritten Stranges in Aussicht gestellt. Damit ist nicht nur der Einfluss der Ukraine und Belarus’ auf den Gastransit aus Russland in die EU gebrochen; Deutschland hat sich zudem eine privilegierte Stellung beim Erdgasimport nach Europa gesichert und erhöht seine Kontrolle über die europäische Gasversorgung.

–   Dies umso mehr, als im März die BASF-Tochter Wintershall bekanntgegeben hat, sich zukünftig an der South Stream-Pipeline zu beteiligen. South Stream wird vom russischen Monopolisten Gazprom gebaut und soll ab 2015 bis zu 63 Milliarden Kubikmeter Erdgas pro Jahr aus dem Kaspischen Becken in die Bundesrepublik liefern – über Routen in Südosteuropa.

–   Damit versetzt Gazprom den westlichen Plänen, das kaspische Erdgas mit einer eigenen Pipeline ("Nabucco") abzuführen, mutmaßlich den Todesstoß.[4]

–   Nabucco-Lobbyisten schlagen inzwischen bereits vor, ihr Projekt mit South Stream zusammenzuschließen, um nicht jeglichen Einfluss auf den Erdgastransport aus Zentralasien nach Europa zu verlieren.

Gaskraftwerke

–   Verstärkt wird die deutsch-russische Erdgaskooperation nun durch die Atomausstiegspläne der Bundesregierung. Nicht nur ist im Gespräch, deutsche Atomkraftwerke in einer Kooperation der deutschen Siemens AG mit der russischen Atomenergiebehörde Rosatom rückzubauen.

o    Rosatom kontrolliert unter anderem die Firma Atomstroyexport, die 2009 die Hanauer Nukem gekauft hat, einen Betrieb, der auch anderweitig mit dem Abriss von Nuklearmeilern befasst ist.[5]

o    Zudem hat der deutsche Energieriese RWE angekündigt, wegen des Atomausstiegs neue Erdgaskraftwerke in Deutschland zu bauen – gemeinsam mit Gazprom. Gazprom setzt in jüngster Zeit auch in Russland stärker auf die Stromerzeugung, die bereits acht Prozent des Konzernumsatzes ausmacht, und will damit auch nach Westeuropa expandieren.

 

o    Über RWE könnte dem russischen Unternehmen etwa der Einstieg in den Beneluxstaaten oder in Großbritannien gelingen, heißt es in Firmenkreisen.

–   Die deutsche Kanzlerin werde bei den aktuellen Regierungskonsultationen auch über einen eventuellen Einstieg von Gazprom bei RWE verhandeln, berichten Medien. Damit würde sich die ohnehin sehr enge deutsch-russische Energiekooperation noch mehr verdichten; Gazprom käme gemeinsam mit deutschen Konzernen wie RWE in den Genuss umfangreicher Gewinne in Westeuropa.

Verdienste

–   Angesichts der immer engeren Kooperation zwischen Berlin und Moskau nehmen die Attacken der Gegner einer exklusiven deutsch-russischen Zusammenarbeit zu. Unter diesen befinden sich nicht nur Kräfte aus Osteuropa, die befürchten, aus West und Ost gleichzeitig in die Zange genommen zu werden – m.[6]

–   Auch einige transatlantische Kreise äußern Widerspruch. Hintergrund ist die zutreffende Vermutung, Deutschland behalte es sich vor, die Kooperation mit Moskau zum Aufbau eigener, von den USA unabhängiger Machtpotenziale zu nutzen. Ziel entsprechender Attacken war in der vergangenen Woche der Quadriga-Preis, der von einem vorgeblich privaten Verein namens "Werkstatt Deutschland" vergeben wird. Er wurde dieses Jahr unter anderem dem russischen Ministerpräsidenten Wladimir Putin zugesprochen – für seine Verdienste um den langjährigen konsequenten Ausbau der deutsch-russischen Beziehungen.

Innere Widersprüche

–   Der Streit um den Preis lässt einen Einblick in die inneren Widersprüche der Berliner Außenpolitik zu. So fällt auf, dass dem bei der Auswahl der Quadriga-Preisträger behilflichen Vereinskuratorium nicht nur Entscheidungsträger der obersten Exekutive angehören – ein erst vor wenigen Wochen aus dem Amt geschiedener Staatssekretär im Außenministerium und der Bundesverkehrsminister. Auch der außenpolitische Sprecher der CDU/CSU-Bundestagsfraktion, Philipp Mißfelder, ist Mitglied im Quadriga-Kuratorium und hatte ungeachtet seiner transatlantischen Orientierung keinerlei Einwand gegen die Auszeichnung für Putin, die den deutsch-russischen Beziehungen und dadurch deutschem Machtzuwachs förderlich werden sollte.

–   Heftiger Protest gegen die Preisvergabe kam besonders aus der transatlantischen Publizistik.[7] Exemplarisch für die entschiedenen Vertreter deutsch-russischer Kooperation resümierte der Russland-Experte der Deutschen Gesellschaft für Auswärtige Politik, Alexander Rahr: "Im Ausland ist Putin damit massiv beschädigt." Zugleich verwies Rahr auf einen Aspekt, der auch entschiedene Transatlantiker regelmäßig in die Zusammenarbeit zwischen Berlin und Moskau einwilligen lässt: Putin habe nun ein neues Argument "gegen noch engere Kooperation mit dem Westen".[8] Gemeint ist die Befürchtung, Russland könne sich China stärker annähern und so die globalen Kräfteverhältnisse auf eine für den Westen schädliche Weise verschieben.[9] Derlei Argumentationen bilden den Rahmen, innerhalb dessen – mit gelegentlichen Rückschlägen wie jetzt beim Quadriga-Preis, dessen öffentliche Verleihung nach den Protesten abgesagt wurde – Berlin und Moskau ihre Kooperation kontinuierlich vorantreiben, den beiderseitigen globalen Einflussgewinn fest vor Augen.

[1] s. dazu Die Wirtschaftsachse Berlin-Moskau (II)

[2] s. dazu Offensiven gegen China (II)

[3] Hintergrund; www.rohstoff-forum.org

[4] s. dazu South Stream

[5] s. dazu Zwischen den großen Mächten

[6] s. dazu Ein Denkmal für die Zarin und Zwischen den großen Mächten (II)

[7] Josef Joffe: Werkstatt Orwell. Wieso ehrt ein honoriges deutsches Gremium Wladimir Putin? www.zeit.de 16.07.2011

[8] "Putin ist eine Reizfigur"; www.tagesspiegel.de 17.07.2011

[9] s. dazu Eine Frage der Orientierung und Der Sinn der Aussöhnung

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Wsj      110714

    July 14, 2011, 12:26 PM ET

RWE-Gazprom Threat to Nabucco

Alessandro Torello

–   Thursday’s deal between German utility RWE and Russia’s Gazprom to start talks for a gas and coal power joint venture is a direct consequence of Germany’s decision to phase out nuclear power, which is increasing the country’s need for alternative sources of electricity production.

–   It is also the first tangible sign that the German no-nuclear decision will raise Europe’s reliance on imported fuels, and, by definition, reduce the region’s energy security, as many experts have recently pointed out.

–   The fact that RWE is involved in this partnership with Gazprom might have another effect on Europe’s energy security.

–   RWE is the main partner in a consortium that is developing Nabucco, a gas pipeline project aimed at importing Caspian gas to the European Union, with the clear aim of decreasing dependence on Gazprom’s gas.

–   Now, the type of alliance envisaged Thursday has the potential of changing priorities. Europe is Gazprom’s biggest–and richest–customer, so it is unlikely that the company would bear with a partner involved in a project that has the clear intent of undermining its position in the market.

–   If it went through, this alliance could be a killer for Nabucco, a highly controversial multibillion-euro project that is already having a hard time promoting itself because many analysts consider it too big–and too costly–for the gas available in the next ten years in the Caspian.

–   Moreover, the project was initially tagged at €7.9 billion, but that figure is officially “under review,” and many experts suggest costs could increase well over €10 billion, making it much more complicated to finance, especially considering that there isn’t any real oil and gas giant–of the Gazprom or BP style, for example–behind the project that can move big money and strong political support.

–   The European Commission has been actively supporting Nabucco because diversification of fuel supplies is a top priority and Nabucco, they say, is the only pipeline that would open a real “corridor” between the Caspian and the EU, precisely because of its size –31 billion cubic meters of annual capacity planned, versus roughly 10 bcma of other competing projects.

–   But the commission has been acting more on its own initiative than in representation of EU member countries, who are in some cases at odds on the issue. Germany itself seems to driven more by its Russian ties than by the EU interest of diversifying energy sources.

–   E.ON and BASF, for example, are building with Gazprom a gas pipeline across the Baltic, called Nord Stream.

–   Gazprom, on the other hand, is planning Southstream, a huge pipeline to bypass Ukraine and bring its gas directly to eastern Europe, the main market targeted by Nabucco because it’s the most dependent on Russian imports.

–   The EU Energy Commissioner Guenther Oettinger –who is, incidentally, German– has flown to Baku repeatedly to convince the Azerbaijani government and the local oil and gas company of the beauty of Nabucco. Now, he might start feeling a bit uncomfortable.

 
 
 

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