Le madri di Gaza – di Zineb Saaid (Italiano – arabo)

Riceviamo dalla scrittrice e poetessa marocchina Zineb Saaid, che ringraziamo di cuore, questa intensa poesia scritta l’11 maggio, il giorno della “festa della mamma”, dedicata a mamme molto particolari: le madri di Gaza. Il suo titolo originario era “Non è una festa, è memoria che brucia”; l’A. ha accettato volentieri di mutarlo in quello che qui indichiamo. (Red.)

Non è una festa qualunque oggi, ma un giorno speciale,

che parla di te, donna forte, dal cuore leale.

In terre inquiete, tra macerie e pena,

sei la speranza che in ogni cuore risuona piena.

A te, auguro una vita lunga e serena.

Con passi determinati e sguardo fiero sfidi la guerra,

Cerchi briciole di pane per sfamare i figli ormai senza terra

Corri senza sosta tra folla, caos e rovine,

ma il tuo cammino non ha sempre un lieto fine

Gli occhi color mare del tuo tesoro, i suoi riccioli d’oro,

sono stati strappati dal fuoco, dal terrore in coro.

La festa si vergogna quando ti passa davanti,

si inchina e si raccoglie per lunghissimi istanti.

O te donna coraggiosa, che sfidi la morte passo dopo passo,

che raccogli i resti di tua figlia nel silenzio, l’anima in frantumi ma senza chiasso.

Nel tuo gesto, che sfida l’orrore, si specchia l’amore più vero,

come l’amante che offre perle in un istante sincero.

O donna, nessuna lingua ti ha saputo nominare,

né i vocabolari, né i dotti ti possono chiamare.

Non bastano “forza”, “coraggio” o “resistenza”,

sei l’essenza di un dolore che sfugge alla conoscenza.

Lunga vita a te o donna simbolo di lotta e di resistenza

Ma questo giorno di festa è piegato e muto,

con lo sguardo al cielo, testimone assoluto

di stragi, di lutti, di tradimenti e terrore,

immobile nel tempo, complice del dolore.

A te, che corri tra carri armati e detriti,

per strappare un pezzo di pane tra i colpi infiniti,

da dare a un bambino che muore ogni giorno:

di fame, di febbre, di malattia, di dolore senza ritorno.

Muore in mare, in volo, nel suolo spezzato o sotto l’assedio.

Muore tra le tue mani, e tu non puoi fare rimedio.

E intorno, solo il silenzio del mondo che guarda e tace,

presente, spietato, come l’assenza di ogni pace.

A questo giorno non resta che un silenzio sospeso,

un minuto che incombe, gelido e teso.

Festa solenne, ma senza più senso,

sotto il tuo cielo violato, ampio e immenso.

È nato un ricordo nuovo, freddo e cupo,

mai scritto negli elenchi, né prima né dopo.

(Traduzione di Dalila Menacer)

 كل عيد وأنت المقاومة وانت السلام، يا امرأة تهرول بين الدبابات  وبين القنابل لتجلب كسرة خبز لطفل 

يموت جوعا ويموت تحت الحطام 

كل عيد وأنت حية يا امرأة تبحث عن طفل بين الركام وبين الزحام 

تبحث عن ذو العينين الأزرقين والشعر الكارلي الطويل 

خجل العيد منك وانحنى منحيا على ركبتيه، 

يا امرأة تجمع أعضاء ابنتها المحطمة أشلاء في كيس

كما تجمع العاشقة أصداف البحر من رصيف المساء لتهديهم لخليلها ذات لقاء 

يا امرأة حارة اللغة كيف تسميك، نضال او مقاومة اوبأس اوصبر أ وكفاح اووجع اوشيء لم تجد به القوانيس بعد …

عيد واقف على ركبتين بعينين شاخصتين  للسماء  يشهد الله على حجم الخيانة وحجم الفجيعة وحجم المذبحة وحجم الهول وحجم المصاب 

كل عيد وأنت حية 

كل عيد وانت المقاومة وانت الانتصار، يا امرأة تهرول بين الدبابات  وبين القنابل لتجلب كسرة خبز لطفل يموت جوعا ويموت تحت الركام 

يموت جوعا، يموت مرضا، يموت حصارا ويموت بالانفجار 

يموت برا ويموت بحرا ويموت جوا ويموت بصمت الخلان 

وقف العيد دقيقة صمت على جلدك خجلا من انه عيد يمر فوق السماء، سماءك يا امرأة أعطت للعيد معنى جديدا لم يوجد بعد في رفوف الاحتفال 

 زينب سعيد