Questo è il volantino che alcune/i compagne/i hanno distribuito stamattina al corteo dei lavoratori/lavoratrici di CGIL e UIL a Mestre, composto da alcune migliaia di persone, con uno spezzone piuttosto nutrito di operai immigrati degli appalti della Fincantieri. Il giorno prima era stata svolta dal Comitato permanente contro le guerre e il razzismo e dall’Assemblea studentesca contro la guerra un’iniziativa di propaganda davanti alla Leonardo di Tessera (dove è stato diffuso il testo che è pubblicato in coda a questo volantino).
Lavoratrici, lavoratori,
ha fatto molto colpo la frase di Landini sulla rivolta sociale che sarebbe necessaria. Non “sarebbe”: è necessaria! Se non ora, quando?
Parliamoci francamente: da decenni, come classe lavoratrice, stiamo andando indietro anziché avanti. Tutto, praticamente tutto quello che avevamo strappato ai padroni con le lotte degli anni ‘60 e ‘70 è andato perduto.
I dirigenti di CGIL-CISL-UIL, un passo dopo l’altro, hanno accettato sacrifici e rinunce sempre più pesanti per la massa di quanti/e vivono del proprio lavoro. Ma anche la gran parte di voi ha creduto che fosse necessario concedere qualcosa per mantenere tutto il resto.
Il risultato l’abbiamo davanti ai nostri occhi ogni giorno: salari sempre più bassi, orari sempre più lunghi e duri da sopportare, precarietà dilagante, record di morti e infortuni sul lavoro, sanità pubblica in pezzi (a favore di quella privata), sostegni ai disoccupati quasi azzerati (già erano insufficienti), consultori e centri anti-violenza chiusi o sabotati da governi e amministrazioni locali, e la lista dei peggioramenti è ancora lunga.
Una sola voce di spesa dello stato cresce sempre, e negli ultimi tempi si è messa a correre all’impazzata: la spesa per la guerra e per l’industria di guerra! Ma anche la spesa per le forze di polizia aumenta, e il governo Meloni sta per approvare una legge definita decreto-sicurezza che punirà duramente ogni forma di protesta operaia, sociale, ecologica, anti-militarista. Il solito Salvini già ne approfitta precettando i lavoratori dei trasporti.
Intanto i grossi padroni e le grosse banche incassano montagne di profitti, e i piccoli-piccolissimi padroni hanno ricevuto in dono dal governo Meloni una ventina di condoni in due anni! Le tasse crescono per i lavoratori, mentre i capitalisti sono sempre più esentasse!
Insomma: le ragioni per una rivolta sociale forte, larga, determinata ci sono tutte! Ma l’iniziativa deve partire dal basso, perché Landini, Bombardieri e Co. giocano con le parole. E finora non hanno mosso un solo dito né contro l’economia di guerra che il governo sta instaurando, né contro l’orrendo genocidio di palestinesi a Gaza e la guerra in Ucraina. Anzi: hanno lasciato fare il governo più fascistoide e guerrafondaio degli ultimi decenni, che alimenta entrambe queste guerre, senza dargli nessun fastidio.
L’iniziativa spetta a voi, spetta a noi lavoratrici e lavoratori! Oggi stesso, per la prima volta da anni, sciopera anche il sindacalismo di base che, soprattutto nella logistica, nelle ferrovie e nei trasporti è stato protagonista di importanti lotte. E’ un segnale positivo perché gli steccati tra i lavoratori iscritti ai sindacati confederali e i lavoratori dei sindacati di base debbono saltare. Dobbiamo creare un fronte unico delle lotte contro il padronato e il governo, se vogliamo fermare la corsa alla guerra e uscire dal tunnel infinito dei sacrifici. Il tempo per farlo è questo!
Facciamo della giornata di sciopero generale di oggi il punto di partenza di una grande riscossa operaia e sociale!
Fermiamo la guerra e il governo della guerra!