A Pomigliano continuano i licenziamenti
Licenziati i 5 Cassintegrati dopo la contestazione a Marchionne
Dopo il suicidio della compagna Maria Baratto i compagni del Comitato Cassintegrati Fiat aveva contestato Marchionne esponendo un suo manichino impiccato. A quanto sembra questo ha scandalizzato di più del sangue degli operai stessi. Secondo la FIAT «questo atto ha rotto il vincolo di fiducia nel lavoro per inneggiamento alla violenza e comportamento moralmente grave»
E’ proprio la stessa Fiat che ha rinchiuso gli operai nel reparto confino di Nola, e nei tanti che esistono in Italia, ad accusarli.
Un manichino conta più di una vita e un atto contro il proprio padrone all’interno della Fiat non può essere perdonato. Questo è il modello di sviluppo italiano a cui ci stanno condannando i padroni insieme alle burocrazie dei sindacati confederali corresponsabili e complici del fascismo padronale all’interno della fabbriche. E’ questo il risultato degli inviti alla calma, dei temporeggiamenti e il sostegno ai contratti di solidarietà in un’azienda che regala compensi milionari ai propri manager mentre gli operai sono costretti a scegliere tra la miseria e la resa totale a chi considera lo sciopero una “follia”. E’ ora di smettere di assistere passivamente al progressivo smantellamento delle dei diritti e delle tutele più elementari all’interno della fabbrica per costruire una risposta organizzata proprio a partire da quegli operai che sono stati allontanati perchè non si sono mai fatti abbindolare dalle promesse di “sviluppo” di Marchionne.
Contro licenziamenti politici, cassaintegrazione e sfruttamento.
Reintegro di tutti i licenziati e cassintegrati: lavorare tutti, lavorare meno!
Contro il fascismo della Fiat!
DOMANI TUTTI FUORI ALLA FABBRICA!
DOMANI ORE 11:00 FUORI L’INGRESSO PRINCIPALE!