Sarkozy a Londra – osare maggiore fratellanza
+ Sarkozy in Gran Bretagna – Nel triangolo Parigi-Londra-Berlino
● Sarkozy alla BBC: non vuole più limitare la politica europea della Francia alla “amicizia con la Germania”. A tre mesi dalla presidenza francese del Consiglio UE, Sarkozy chiede una “nuova fratellanza franco-britannica, per modificare la struttura europea del potere;
o Sarkozy: «Abbiamo bisogno di voi. Assieme possiamo cambiare l’Europa. Da sola Angela Merkel non può riuscirci. Gordon Brown da solo neppure.
o Süddeutsche Zeitung, 26.3.08: «Sono convinto che il motore franco-tedesco dell’Europa di oggi sia imprescindibile. Ma non basta più a gestire l’Europa e a mettere tutto il suo peso sul piatto della bilancia».
o Sarkozy vuole cooperare con la GB nel nucleare e nella politica di Difesa e Sicurezza, settori per i quali la Germania è ritenuta troppo titubante e complicata.
● La presidenza francese ritiene che la cooperazione franco-britannica offra maggiori possibilità di sviluppo di quella ritualizzata franco-tedesca, posizione rafforzata a Parigi dalla recente disputa sulla “Unione Mediterranea”.
o Il maggior consigliere diplomatico di Sarkozy, Jean-David Levitte, ha aiutato Sarkozy a presentarsi – di fronte a GB e USA – nel ruolo del “conciliatore”, che ha superato la divisione occidentale sulla guerra contro l’Irak.
o Levitte è un “realista”, pur collocandosi nella tradizione francese di scetticismo rispetto al processo di unificazione europea e alla “eurocrazia” (diversamente dall’altro consigliere di Sarkozy, Henri Guaino, che sogna di poter sfuggire ai complessi processi decisionali della UE)
● La decisione di Sarkozy di rafforzare le truppe francesi in Afghanistan (+ 1000, a 2500 soldati complessivi), si fonda sulla visione proposta da Levitte per cui Francia, GB e USA sono “i tre centri della libertà e della democrazia” del mondo.
o Sarkozy, ha discusso con il primo ministro britannico Brown sull’impegno francese in Afghanistan: preferisce disporre le truppe aggiuntive nell’Est, sotto il comando americano, e non nel Sud.
o In cambio, Sarkozy si attende, soprattutto dalla GB, l’appoggio per il rientro della Francia nelle strutture militari integrate della NATO, e di potervi occupare posizioni di comando. Questo significa che ufficiali di GB e Germania devono lasciare il posto ad ufficiali francesi.
● Nucleare: Sarkozy spera dalla GB commesse per il gruppo statale Areva e per il fornitore di energia elettrica EdF; la GB ha deciso infatti di puntare maggiormente sull’energia atomica e di costruire nuove centrali nucleari.
– Con Brown Sarkozy intende portare avanti la riforma del C.d.S. ONU, della BM e del FMI; a livello UE la difesa dei confini contro l’immigrazione illegale.
● La visita (cerimoniale) di Stato di Sarkozy in GB acquista un peso politico perché ad un anno dall’elezione del nuovo presidente francese, le relazioni Parigi-Berlino non sono ancora consolidate.
o Non è ancor prevedibile a cosa portino le varie iniziative di politica estera di Sarkozy, che alla Germania appaiono improvvisate e egocentriche (ridefinizione delle relazioni con USA e Nato, ad es., o iniziative nella UE).
● Per far progredire la UE allargata, potrebbero non bastare le relazioni franco-tedesche, finora centro dell’Europa; ma senza la loro spinta la UE si disintegrerebbe.
● Buone relazioni Francia-Germania fanno pensare che la GB venga marginalizzata in Europa; viceversa, gli incontri Francia-GB hanno sempre fatto pensare ad una nuova “Entente cordiale” per contenere l’influenza tedesca nella UE.[1]
● Wsws: per la Francia la principale spinta ad una maggiore cooperazione con Londra è la crescente rivalità con la Germania; il 15% dell’export francese va verso la Germania, viceversa il 10% dalla Germania alla Francia; il 10% del commercio tedesco è con i paesi UE, contro il 4% di quello francese.
● Circa il 50% del commercio tedesco è extra UE, quello extra UE della Francia è del 40%; la Germania ha un surplus commerciale di €200Md, la Francia un deficit di €40Md.
● Su Unione Mediterranea: cocente sconfitta francese, ridimensionamento sostanziale del piano francese, di cui rimane quasi solo il nome in sostituzione della precedente etichetta di “Processo di Barcellona”. [vedi schede precedenti, anche su sito PM.]
● La Germania ha anche fatto naufragare i piani francesi di limitazione dell’indipendenza della BCE.
● Riferendosi alla Entente cordiale”, Sarkozy ha ricordato al primo ministro britannico che essa fu la base per l’alleanza tra i due paesi nella 1° guerra mondiale.
● Ha ricordato l’impegno britannico e francese in missioni militari nel mondo (entrambi i paesi hanno dispiegato circa 15000 soldati)
● (WSWS: posizioni diverse sui giornali tedeschi:
o Süddeutsche Zeitung (toni drammatici): «Nonostante le loro storie dense di conflitto, i due paesi stanno forgiando un nuovo asse di potenza – senza la Germania. … Sarkozy non nasconde che l’espansione della UE lascia la Francia troppo ai margini, mentre la posizione geografica centrale della Germania rimane immutata».
o Faz, minimizza, parla di Sarkozy come presidente iperattivo, che «ha sviluppato 20 idee, di cui ne ha abbandonato subito 18». Wsws: Le conseguenze pratiche delle iniziative di Sarkozy sono per ora modeste. In ogni caso l’incontro franco-britannico ha confermato le forti tensioni dentro l’Europa ed i problemi che le classi dominanti francesi ed europee devono affrontare.
o L’incontro ha per sfondo la maggiore crisi finanziaria dagli anni 1930 da cui Francia e GB sono state fortemente toccate; Sarkozy non ne però minimamente accennato, ha lodato il UK quale positivo modello economico …
● Le posizioni di Francia e GB sulla Nato non sono concordi: per Sarkozy la Nato è uno strumento per rafforzare militarmente l’Europa, e fungere da contrappeso agli USA, che ha cercato di aggirarne le strutture di comando creando la “coalizione dei volonterosi”.
La GB condivide le posizioni americane.
[1] Nel 1904 Francia e GB strinsero la cosiddetta “Entente cordiale”, per risolvere le dispute sulle colonie nordafricane, e specificarono la loro suddivisione tra di esse.
Von Günther Nonnenmacher
Dreiecksbeziehungen sind eine schwierige Variante zwischenmenschlicher Beziehungen. Das gilt nicht nur für den privaten Verkehr, sondern auch in der Politik.
– Immer wenn sich die Beziehungen zwischen den drei besonders Großen unter den Großen in der EU – zwischen Britannien, Frankreich und Deutschland – im Fluss befinden, kommt in der Diplomatie Eifersucht auf: Die Vorstellung, dass der Dritte betrogen werde, wenn sich die beiden anderen Partner näherkommen, ist nicht auszurotten.
– So wie ein gutes deutsch-französisches Verhältnis in London den Verdacht weckt, Britannien solle in Europa an den Rand gedrückt werden, so werden französisch-britische Treffen stets in die Nähe einer „Entente cordiale“ gerückt, mit deren Hilfe der deutsche Einfluss in der EU eingedämmt werden soll.
Sprunghaft und egozentrisch
– Dabei ist ein Staatsbesuch wie der des französischen Präsidenten Sarkozy in London zunächst nicht viel mehr als ein zeremonielles (teilweise auch mondänes) Ereignis.
– Seine politische Brisanz bezieht er daraus, dass das Verhältnis zwischen Paris und Berlin auch fast ein Jahr nach der Wahl Sarkozys noch keine feste Form gefunden hat.
Den deutschen Partnern kommt die Außenpolitik des neuen Präsidenten sprunghaft und egozentrisch vor: Vieles wurde begonnen – etwa die Neubestimmung der Beziehungen zu Amerika und zur Nato oder diverse Initiativen in der EU –, ohne das absehbar wäre, was daraus am Ende wird. Den Briten wird es übrigens nicht anders gehen: Auch sie versuchen, besser zu verstehen, was Sarkozy eigentlich will.
Da ist es nützlich, an Konstanten zu erinnern, die sich aus dem Verlauf des vergangenen halben Jahrhunderts ergeben, besonders im Blick auf die Europapolitik. Eine heißt, dass Britannien eine Insel bleibt und deshalb alle Versuche, das Land „in the heart of Europe“ zu verankern, wie einst Premierminister Major gefordert hatte, an der insularen Mentalität gescheitert sind. Hinzuzufügen ist sogleich, dass britische Europaskepsis und der damit verbundene Pragmatismus der EU letztlich nicht schlecht bekommen sind. Die zweite Konstante ist, dass das Herz Europas in den deutsch-französischen Beziehungen schlägt. Das mag heutzutage nicht mehr ausreichen, um die größere union[e] voranzubringen; aber ohne diesen Impuls würde die EU schlicht auseinanderfallen.
Von Michaela Wiegel, London
26. März 2008 Nicolas Sarkozy hat im Elysée-Palast englische Vokabeln gebüffelt und den Engländern über die BBC ein „je vous aime“ übermittelt. Die Liebeserklärung des französischen Präsidenten pünktlich zu seinem ersten Staatsbesuch in Großbritannien entspringt kühlem politischen Kalkül.
– Sarkozy hat sich gut drei Monate vor Beginn der französischen EU-Ratspräsidentschaft angeschickt, eine „neue französisch-britische Brüderlichkeit“ zu beschwören mit dem Ziel, das europäische Machtgefüge zu verändern. Frankreichs Europapolitik wolle er nicht länger „auf die Freundschaft mit Deutschland reduzieren“, sagte Sarkozy im BBC-Radio.
Zwischen ihm und seinen Vorgängern gebe es einen Unterschied: „Seit ich Politik mache, bin ich immer davon überzeugt gewesen, dass das Vereinigte Königreich und Frankreich Hand und Hand arbeiten sollten.“ Er habe stets geglaubt, dass Europa Großbritannien brauche, „auch wenn ich mit dieser Meinung oft einer Minderheit in Frankreich angehörte“. Sarkozy sagte: „Die Achse Paris–Berlin ist grundlegend, aber nicht ausreichend.“
In Paris Ernüchterung über die Deutschen
– Der französische Präsident will auf einen Schulterschluss mit Großbritannien in jenen Bereichen setzen, in denen er Deutschland für einen zögerlichen, komplizierten Partner hält: in der nuklearen Kooperation und in der Verteidigungs- und Sicherheitspolitik.
– Im Elysée-Palast herrscht seit Monaten die Meinung vor, dass die französisch-britische Zusammenarbeit weit mehr Entwicklungsmöglichkeiten bietet als das ritualisierte deutsch-französische Verhältnis.
– Der Zwist über die „Union für das Mittelmeer“ hat die Ernüchterung in Paris über die Zusammenarbeit mit Berlin verstärkt. Ganz anders bewertet Sarkozy die französisch-britischen Perspektiven. Er hält sich zugute, das Kapitel der schwerwiegenden Differenzen über den Irak-Einsatz geschlossen zu haben.
In der Rolle des „Versöhners“, der die Spaltung der westlichen Demokratien über den Irak-Krieg überwindet, ist Sarkozy von seinem wichtigsten diplomatischen Berater, Jean-David Levitte, bestärkt worden. Levitte hatte als französischer Botschafter bei den Vereinten Nationen und später in Washington das Zerwürfnis der westlichen Sicherheitsratsmächte über die Irak-Politik aus nächster Nähe erlebt.
– Levitte steht darüber hinaus in der Tradition des französischen Außenministeriums, dem europäischen Einigungsprozess und der „Eurokratie“ in Brüssel mit gewisser Skepsis zu begegnen.
Sarkozy erwartet ein Entgegenkommen
– Im Gegensatz zum Redenschreiber und Berater Präsident Sarkozys, Henri Guaino, gilt Levitte jedoch als „Realist“, während Guaino davon träumt, aus den komplexen europäischen Entscheidungsprozessen ausbrechen zu können. Guaino schätzt an den Briten ihre ablehnende Grundeinstellung zur EU, auch ruft in dem De Gaulle-Bewunderer die Erinnerung an das Kriegsexil des Generals in London nostalgische Begeisterung hervor.
– Levitte wiederum sieht in Frankreich, Großbritannien und Amerika die „drei Zentren von Freiheit und Demokratie“ in der Welt. Der Kurs Sarkozys, in Afghanistan die französischen Truppen zu verstärken, folgt aus diesem Selbstverständnis.
Mit Premierminister Brown wollte Sarkozy über die Einzelheiten des verstärkten französischen Engagements in Afghanistan verhandeln. Paris ist dazu bereit, seine Truppen um 1000 zusätzliche Soldaten auf insgesamt 2500 Mann aufzustocken. Dabei bevorzugt es Sarkozy, die zusätzlichen Truppen im Osten Afghanistans unter amerikanischem Kommando zum Einsatz kommen zu lassen und nicht im südlichen Landesteil. Sarkozy, der auch die von Chirac Anfang 2007 abgezogenen Spezialtruppen wieder nach Afghanistan schicken könnte, erwartet jedoch im Gegenzug ein Entgegenkommen der Nato-Partner.
– Insbesondere von den Briten verspricht er sich Unterstützung in seinem Bestreben, in die integrierten Militärstrukturen der Nato zurückzukehren und dabei Führungspositionen besetzen zu können. Das würde bedeuten, dass vor allem britische und deutsche Offiziere Platz machen müssten für die Franzosen. Die Afghanistan-Entscheidung Frankreichs will Sarkozy jedoch erst beim Nato-Gipfeltreffen Anfang April in Bukarest kundtun. Premierminister Brown sagte in einem Gespräch mit der Zeitung „Le Monde“ am Mittwoch, dass er eine Rückkehr Frankreichs in die integrierten Militärstrukturen begrüße.
„Angela Merkel allein kann nicht erfolgreich sein“
– In der zivilen nuklearen Zusammenarbeit hofft Sarkozy auf Aufträge für den staatlichen Atomkonzern Areva und für den Elektrizitätsversorger EDF, seit London sich dazu entschlossen hat, künftig wieder verstärkt auf die Kernenergie zu setzen und neue Atomkraftwerke zu bauen.
– Der französische Präsident will zusammen mit Brown auch die Reform der internationalen Institutionen, des UN-Sicherheitsrates, der Weltbank und des Weltwährungsfonds vorantreiben.
– Auf EU-Ebene sieht Sarkozy in Brown einen Verbündeten für den von ihm angestrebten „Immigrationspakt“. Ziel des Paktes ist es, die Außengrenzen der EU besser vor illegaler Einwanderung zu schützen und gemeinsame Richtlinien für Asylbewerber zu erarbeiten.
„Ich verstehe die Euroskepsis. Ich komme aus einem Land, wo es Euroskepsis gibt“, sagte Sarkozy. „Einige meiner Mitarbeiter sind selbst Euroskeptiker. Ich habe die Synthese aus all dem gemacht, um Europa zu verändern, weil Europa zu technokratisch geworden war.“ Weiter sagte er: „Ich werde bald Präsident der Europäischen union[e] sein.“
Premierminister Brown bot er an, zusammen Europa zu verändern. „Wir brauchen Sie. Gemeinsam können wir Europa verändern“, sagte Sarkozy und fügte an: „Angela Merkel allein kann nicht erfolgreich sein. Gordon Brown allein kann nicht erfolgreich sein.“
By Peter Schwarz
In a two-day visit to Britain last week, French President Nicolas Sarkozy worked for a closer alliance between the two countries.
Sarkozy, who visited the United Kingdom in his official capacity as head of state, and his new wife Carla Bruni were received by their British hosts with the highest of honours, including a coach ride through London with the Queen and an overnight stay at Windsor Castle. Sarkozy spoke before both houses of the British Parliament and utilised his address to advocate, in his own words, “a new Franco-British brotherhood for the 21st Century.”
The French president lavished praise on his audience, reaching far back into history to build a case for the close affinity between France and England. Sarkozy even sought to use the fact that England and France were often at war in previous periods to argue for a closer alliance. “France and England fought each other for centuries,” he declared, “each asserting her identity by opposing the other, fighting not because they were too different, but because they were too alike.”
– Sarkozy then elaborated on the entente cordial that France and Great Britain agreed in 1904 to settle their dispute over North African colonies, and specified the division of colonies between the two countries. He also detailed how this agreement laid the basis for their military alliance during the First World War. The entente cordial, he said, had now to be developed into an entente amicable. Such an alliance, he said, would strengthen the weight of France and Great Britain in the European union[e] and in the world.
The French president melodramatically attested to British support for France during the Second World War. France “will never forget the English, Scottish, Welsh and Irish blood that mixed with French blood in the mud of the trenches,” he declared, and concluded: “As the last century’s wars have shown: like two brothers, the French people and the British people can accomplish together far more than what they can achieve separately.”
– Sarkozy spoke of future cooperation between the two countries in military terms. “The United Kingdom and France have a major role to play,” he proclaimed, referring to the current worldwide military engagements of both countries.
– “We are both ready to face up to our responsibilities,” he said, “arms in hand, in the service of peace. Nearly 15,000 French soldiers and nearly 15,000 British soldiers are deployed in all the world’s operational theatres. Our two countries have decided to make their ideas heard the world over. In short, our two countries can, if they so wish, perfectly complement each other.”
Sarkozy praised a strengthened alliance, saying it would be a blessing for the entire world. “The world needs two old nations like ours, which long ago gave up dreams of conquest and domination, but have retained from their age-old experience an incomparable knowledge of the world,” he declared. “If the United Kingdom and France together want more justice, the world will be more just. If the United Kingdom and France fight together for peace, the world will be more peaceful.”
– Some commentators have interpreted Sarkozy’s appearance in London as a prelude to a fundamental shift in political relations in Europe. They speak of France’s turn away from the German-French axis, which had previously been the motor force behind the European Union, and a new orientation towards Great Britain and indirectly to the United States, aimed at keeping the economically stronger Germany at bay.
– Many German commentators, in particular, have cited Sarkozy’s references to the entente cordial and the two world wars as evidence that his call for closer ties to London has an anti-German thrust. Rudolph Chimelli wrote in the Süddeutschen Zeitung: “Notwithstanding their conflict-rich histories, both sides are forging a new European axis of power—without Germany.”
He continued: “It is apparent that a new awareness on both sides of the channel has been revealed, reviving an age-old problem in Europe.
– Although Germany is too small for hegemony, it is—even without global political ambitions—too big for a prosperous relationship between equals. Sarkozy is making no secret of the fact that the expansion of the EU is leaving France too far on the periphery for his liking, while Germany’s central geographic position remains unchanged.”
Other commentators assessed Sarkozy’s visit more calmly. They referred to his history of high-flying initiatives that end up leading nowhere and are soon forgotten. The FAZ.net web site of the Frankfurter Allgemeine Zeitung said of the “political style” of the “hyperactive” president: “Sarkozy developed 20 ideas in a speech from which he will soon retreat on 18.”
– The practical consequences of the initiatives announced by the French president are actually quite modest. Moreover, while the reaction on the British side was not cold, it was relatively restrained.
– Nevertheless, Sarkozy’s London visit made clear how tense relations are within Europe and the tremendous problems that the ruling elites in France and Europe confront.
– Sarkozy’s state visit took place against the backdrop of the greatest crisis of the international financial system since the 1930s. Both France and Great Britain have been heavily impacted, despite the fact that the full consequences of the crisis have still to be felt. Nevertheless, Sarkozy did not utter a single word about the financial crisis in London.
– The aura of unreality that surrounded the French president’s pompous visit at times took bizarre forms. Sarkozy praised the United Kingdom as an economic model which “showed that in the global economy, there was a path to achieve strong growth, full employment and solidarity.” He continued: “This path is one of reforms aimed at restoring the value of effort and encouraging innovation, the spirit of enterprise and a sense of personal responsibility.”
– Sarkozy could hardly have been unaware of the fact that the British government had just nationalised the bankrupt mortgage bank Northern Rock and provided guarantees from the public purse for its speculative activities to the tune of £110 billion.
French banks have also been affected by the financial crisis, and the low value of the US dollar has created difficulties for French industry. France already has a high trade deficit and is falling further behind Germany. Its neighbour across the Rhine, once the most important partner for France in the European Union, is more and more considered a rival in Paris.
– In addition, in contrast to Germany and Great Britain, France has not yet succeeded in reducing the amount of public spending as a percentage of Gross Domestic Product (GDP), which is a massive impediment to its global competitiveness. Attempts to cut spending on social services have continuously come up against opposition in the working class. Public spending in France is currently more than half of GDP, at 53.5 percent, compared to 46 percent in Germany and 44 percent in Great Britain.
– With his offer of an alliance with the British government, Sarkozy is attempting to resolve these problems through a pragmatic and ill-considered mixture of strategic aims and economic and political initiatives. He met with a British prime minister with whom he shares at least one thing in common: unpopularity with the electorate. Both Sarkozy and Gordon Brown have recorded historical lows in opinion polls.
– Sarkozy’s most important motive for closer cooperation with London is France’s intensifying rivalry with Germany. During the Cold War, France was in a position, using the structure of the European Union, to prevent its economically stronger neighbour from achieving political superiority. This was the heyday of the much-heralded German-French partnership. With the reunification of Germany and the eastern expansion of the EU, France’s position has changed.
– Germany has become bigger and more influential. It has a population of 82 million, compared to 64 million in France. Its GDP of €2.3 trillion is €520 billion more than France’s.
– Thanks to its geographic position and its export-based economy, Germany has profited much more from the eastern enlargement of the EU.
– Ten percent of German trade is with the new EU members, as compared to 4 percent for France. France is also more dependent on selling its goods to Germany than the other way round. Fifteen percent of French exports travel across the Rhine to Germany, while only around 10 percent of German exports are to France.
– Germany also has a stronger position on the world market. Half of Germany’s trade is outside the EU, for France the figure is 40 percent. Germany has a trade surplus of €200 billion, France a deficit of €40 billion.
– French attempts to curtail Germany’s superiority have been resisted by Berlin. Just recently, German Chancellor Angela Merkel thwarted Sarkozy’s plan for a Mediterranean Union. This union, under the leadership of France, would have encompassed all countries bordering the Mediterranean Sea and served as a counterweight to German-dominated Eastern Europe. An EU conference at the beginning of March agreed to a heavily watered-down version, which retains little more than the name of the original plan. It replaces the previous “Barcelona Process” and Germany will have just as much influence in the union[e] as France.
– Germany also scuppered France’s plans to limit the independence of the European Central Bank, which is responsible for the stability of the euro.
Sarkozy’s London speech made clear that he envisions a greater role for Great Britain within the EU. He continually came back to this question. For example, Sarkozy referred to Winston Churchill being the first to call for a united Europe. He also declared Europe to be “our common destiny” and called for close cooperation with Great Britain when France assumes the presidency of the EU in the second half of this year.
– Sarkozy also called for closer military ties with Great Britain. He wants to revive the agreement made in 1998 by then-French President Jacques Chirac and then-British Prime Minister Tony Blair in Saint-Malo. This agreement was intended to be the start of an autonomous European defence policy, under British-French leadership. The agreement was never implemented because European governments never provided it with the necessary resources and London repeatedly took the side of the US and the US-dominated NATO.
– In his speech to the British Parliament, Sarkozy explicitly referred to the status of France and Britain as nuclear powers and veto-wielding members of the United Nations Security Council. He said, “Let’s discuss together, decide together, and act together. Everything justifies it: our common status as permanent members of the Security Council, our responsibilities as nuclear powers, the influence we each exert in a part of the world, our common membership of the European union[e] and our passionate commitment to democracy and freedom.”
– He also emphasised that “France and the United Kingdom account for two thirds of the defence spending of our 25 European partners and double their research efforts.”
In order to insinuate France into the close partnership between the UK and US, Sarkozy is even prepared to integrate France once again into the NATO command structures, from which French President Charles de Gaulle withdrew in 1966.
Sarkozy also promised to send an additional 1,000 troops to Afghanistan to boost the current NATO forces. It appears, though, that Sarkozy never discussed this with anyone else in France.
The US and UK have long appealed for additional forces to be sent by other NATO members. According to experts, the fate of NATO depends on its success or otherwise in Afghanistan.
– French and British opinions on the role of NATO are still far from unified. Sarkozy views the military alliance as a means, above all, to strengthen the military might of Europe and act as a certain check on the power of the US, which has sought to bypass the command structure of NATO with its own “coalitions of the willing.” This latter policy is supported by the UK.
– Alongside military ties with the UK, Sarkozy also wants closer cooperation in the development and distribution of nuclear technology. Both countries are basing their current and future energy needs on nuclear reactors and are even promoting them as a means of protecting the environment. Some 20 percent of Great Britain’s energy consumption is served by nuclear power plants, some of which are aging and are due to be replaced. In France, the figure is 80 percent.
– The construction of new nuclear plants in the UK would bestow French industry with multi-billion-euro contracts and increase its chance of selling nuclear technology around the world. In this area, France could benefit at the expense of Germany, which is handicapped by a law passed by the former Social Democratic Party-Green Party government that prohibits the building of new nuclear plants.
Finally, Sarkozy hopes to get support from British Labour Party Prime Minister Brown for the implementation of social “reforms,” which have continually come up against determined resistance in the French population. He praised British economic policies as a model and ensured the assembled parliamentarians: “France will carry out her reforms all the more resolutely and faster because, having put them off for too long, she can no longer wait. You can count on my total determination in this respect.”
Sarkozy in London – Brüder gegen Berlin
Die Briten lassen dem französischen Präsidenten Sarkozy auf seinem Besuch seltene Ehrungen zuteilwerden. Denn ungeachtet ihrer konfliktreichen Geschichte schmieden beide Seiten an einer neuen europäischen Machtachse – ohne Deutschland.
Ein Kommentar von Rudolph Chimelli
Lange bevor sich die Deutschen in diese Rolle drängten, waren die Engländer für die Franzosen der Erbfeind. Sie hatten sich diesen haltbaren Ruf im Hundertjährigen Krieg erkämpft, als sie die Nationalheldin Jeanne d‘Arc auf dem Scheiterhaufen verbrannten. Sie nahmen Frankreich sein nordamerikanisches und indisches Imperium weg, während die Deutschen Schlesien für den wahren Zankapfel des Siebenjährigen Krieges hielten.
– Waterloo, wo Napoleon seine letzte entscheidende Niederlage erlitt, und Faschoda am Nil, wo ein französisches Expeditionskorps auf demütigende Weise gezwungen wurde, vor den Briten die Trikolore einzuholen, waren nur einige der schmerzhaften Endstationen, die das "Perfide Albion" gallischen Großmachtträumen bereitete.
– Doch mit der Entente cordiale von 1904, vom frankophilen britischen König Eduard VII. in Pariser Lotterbetten von langer Hand emotional vorbereitet, war aller Streit in Afrika und Asien begraben. Es gab von nun an einen gemeinsamen Feind, der die Interessen der beiden westlichen Mächte bedrohte: das aufstrebende wilhelminische Deutschland.
Eine umständliche Formel
Für eine vergleichbare historische Wende fehlen beim Staatsbesuch des französischen Präsidenten Nicolas Sarkozy in London alle, oder fast alle Voraussetzungen. Nach zwei Weltkriegen geht es nicht mehr um Vorherrschaft über Europa, sondern um das relative Gewicht der Großen innerhalb der Europäischen Union, sowie um deren künftige Strukturen.
Um die treffenden Worte zur Beschreibung von Sarkozys Visite in London wurde im Elysée offenbar lange gerungen. Heraus kam die umständliche Formel, "eine neue französisch-britische Brüderlichkeit für das 21. Jahrhundert erfinden". Sie wird unterfüttert von Erläuterungen, immer inoffiziell und ohne Quellen-Autorisierung, man wolle sich von der exklusiven deutsch-französischen Beziehung befreien, die nicht mehr genüge, um das Europa der 27 in Bewegung zu bringen. Auch von einer neuen Achse Paris-London ist die Rede.
Die Briten wiederum lassen dem Präsidenten seltene Ehrungen zuteilwerden, obwohl die Königin wegen des Tempos von Sarkozy, der den Besuch auf eineinhalb Tage beschränkt, verschnupft sein soll. Er darf vor beiden Häusern des Parlaments sprechen, was wenigen ausländischen Staatsoberhäuptern bislang gestattet wurde, er nächtigt mit seiner Frau im Schloss von Windsor wie einst US-Präsident Ronald Reagan.
Auf beiden Seiten des Kanals ist offenbar das Bewusstsein neu geweckt, dass ein uraltes Problem in Europa fortbesteht: Zwar ist Deutschland zu klein für Hegemonie, aber auch ohne weltpolitische Ambitionen ist es manchmal zu groß für ein gedeihliches Spiel zwischen Gleichen. Sarkozy macht kein Geheimnis daraus, dass Frankreich durch die Erweiterung der EU für seinen Geschmack zu sehr an die Peripherie gerückt ist, während Deutschland durch seine Geographie unverändert in der Mitte liegt.
Sarkozys Projekt einer Mittelmeerunion ist ein Versuch, die Gemeinschaft neu zu zentrieren. Die Idee wurde verwässert, vor allem weil sich der Präsident ein Zerwürfnis mit der deutschen Kanzlerin Angela Merkel nicht leisten mochte. Ein anderes Vorhaben des Präsidenten, die Europäische Zentralbank den Auflagen der Regierungen – und damit der Pariser Wirtschafts- und Ausgabenpolitik – zu unterwerfen, stieß gleichfalls auf den entschlossenen Widerstand Berlins.
Sarkozy sieht im früheren britischen Premierminister Tony Blair ein Vorbild. Aber auch dessen nüchternen Nachfolger Gordon Brown betrachtet er als passenden Partner, mit dem er Nägel mit Köpfen machen kann. So haben sich die Briten beispielsweise zur Erneuerung ihrer veralteten Atomkraftwerke entschlossen – die erfahrenen französischen Staatsfirmen Areva, EdF und Alstom stehen zur Zusammenarbeit bereit.
– Sowohl Paris als auch London leiden unter Geldnot, die sich unmittelbar auf ihre Verteidigungsplanungen auswirkt. In der Rüstungspolitik bieten sich für die beiden wichtigsten Militärmächte Europas ebenfalls vielfache Möglichkeiten der Zusammenarbeit, wie sie schon 1998 in St. Malo in einer gemeinsamen Erklärung zu Europas Sicherheit anvisiert wurden.
In einer Karosse mit der Monarchin
Brown verlangt von den Verbündeten energisch Kampftruppen für Afghanistan, um seine bedrängten britischen Soldaten dort zu entlasten – Sarkozy sagt die Entsendung von weiteren tausend Mann zu, ohne freilich dazu in Frankreich irgendjemand konsultiert zu haben. Auf dem langen Weg, sein Land näher an die Nato und an Amerika heranzuführen, ist Großbritannien für den Präsidenten eine Etappe und ein Helfer.
Bei Hofe zugelassen zu werden, in der Karosse neben der Monarchin zu sitzen, ist für den Aufsteiger Sarkozy die Krönung seiner Karriere. Gleichzeitig ist London für ihn eine Bewährungsprobe. Er muss staatsmännische Statur gewinnen, wenn er bei den Franzosen das Ansehen zurückholen will, das er als "Glitzerpräsident" so schnell verspielte. Vielleicht noch mehr als er selber wird seine Frau Carla im Lichte stehen. Schon in drei Monaten übernimmt Frankreich den EU-Vorsitz. Die Erwartungen an Sarkozy sind hoch, die Möglichkeiten des Scheiterns fast unbegrenzt.
(SZ vom 27.03.2008/sekr)
Trennlinie – Staatsbesuch in Großbritannien
Sarkozy für "neue Brüderlichkeit" mit London
Frankreichs Präsident Sarkozy wünscht sich in seiner Rede vor beiden Kammern des britischen Parlaments eine stärkere Rolle beider Länder in der EU und tritt zudem für den gemeinsamen Ausbau der Atomkraft ein.
– Beim ersten Staatsbesuch in Großbritannien hat Präsident Nicolas Sarkozy für eine neue "französisch-britische Brüderlichkeit" geworben. Beide Länder sollten künftig gemeinsam eine stärkere Rolle in der EU spielen, forderte Sarkozy in London. Außerdem wollen London und Paris im Kampf gegen den Klimawandel stärker auf die Atomkraft setzen.
Sarkozy wurde mit seiner Frau Carla Bruni am Mittwoch von Königin Elisabeth II. in Schloss Windsor begrüßt. "Ich bin gekommen, um dem britischen Volk vorzuschlagen, zusammen ein neues Kapitel unserer gemeinsamen Geschichte zu schreiben", sagte Sarkozy in einer Rede vor beiden Kammern des Parlaments in Westminster.
– Frankreich und Großbritannien könnten sehr viel mehr in der Welt erreichen, wenn sie zusammenarbeiteten. Dies gelte auch für Europa. Nach der Reform der Institutionen durch den Vertrag von Lissabon gehe es jetzt um konkrete Projekte, bei denen London und Paris vielfach ähnliche Positionen hätten, sagte Sarkozy, dessen Land im Juli die EU-Ratspräsidentschaft übernimmt.
Der Präsident nannte dabei unter anderem den Kampf gegen den Klimawandel, bei dem beide Länder auf Atomkraft setzen und eine gemeinsame EU-Einwanderungspolitik. Paris und London müssten zudem gemeinsam die USA, ohne die positive Veränderungen in der Welt nicht erreichbar seien, "an ihre große Verantwortung für den Klimaschutz erinnern".
– "Ich bin überzeugt, dass der deutsch-französische Motor im Europa von heute notwendig ist", fuhr Sarkozy fort. "Aber er reicht nicht mehr aus, damit Europa handeln und sein ganzes Gewicht in die Waagschale werfen kann." Alle 27 EU-Staaten müssten an einem Strang ziehen, und dafür sei "erst diese neue französisch-britische Entente nötig". Sarkozy spielte dabei auf die "Entente cordiale" zwischen den Ländern von 1904 an, welche später die Grundlage für die Waffenbrüderschaft im Ersten Weltkrieg legte.
Sarkozys Rede als bemerkenswert eingestuft
Bereits im Vorfeld des Besuchs Sarkozys war bekanntgeworden, dass beide Staaten eine "Atom-Allianz" zum Bau neuer Nuklearkraftwerke schmieden wollen. Anders als die Bundesregierung sehen Großbritannien und Frankreich die nukleare Energieerzeugung als eine Möglichkeit an, den Ausstoß von Kohlendioxid zu begrenzen. Großbritannien erzeugt etwa 20 Prozent seines Stroms durch Nuklearkraft, Frankreich 80 Prozent. Bald müssen in beiden Ländern veraltete Kraftwerke ersetzt werden.
In britischen Regierungskreisen wurde die Erklärung Sarkozys als bemerkenswert eingestuft. Es könnte ein Hinweis sein, dass sich Frankreich künftig politisch stärker mit Großbritannien als mit Deutschland abstimmen wolle, meinte ein britischer Diplomat. Auch Premier Gordon Brown hatte wiederholt betont, dass er die Beziehungen zu Frankreich intensivieren wolle.
Ein weiteres Thema bei den für diesen Donnerstag geplanten Gesprächen mit Premier Brown dürfte die geplante französische Truppenverstärkung in Afghanistan sein. Sarkozy sagte am Mittwoch, Frankreich werde dies beim Nato-Gipfel in Bukarest kommende Woche vorschlagen, wenn zuvor seine Vorschläge für eine Verbesserung der Lage in Afghanistan angenommen würden.
"Wir können die Rückkehr der Taliban und von al-Qaida nach Kabul nicht akzeptieren", sagte er vor dem britischen Parlament. Nötig sei aber auch eine neue Strategie für das Land am Hindukusch, die bei der Bevölkerung Vertrauen schaffe. Sarkozy und Brown wollen außerdem die Banken wegen der weltweiten Finanzkrise zu mehr Transparenz aufrufen.