SCIOPERO DEGLI INSEGNANTI DELLA RETE MUNICIPALE DI SAN PAOLO

Migliaia di insegnanti della municipalità di San Paolo sono in sciopero dall’8 marzo e manifestano in strada la propria rabbia e opposizione ai progetti del prefetto Doria (PSDB, candidato alle prossime elezioni presidenziali) che mirano a di distruggere l’educazione pubblica e i diritti previdenziali dei lavoratori della scuola, ricalcando la politica neoliberista e reazionaria del presidente Temer.

Nonostante la feroce repressione statale, la mobilitazione si fa sempre più imponente, inglobando altre categorie di lavoratori e confermando ad ogni assemblea la prosecuzione dello sciopero, determinata a vincere.

Al raduno del 14 marzo la Polizia Municipale e reparti antisommossa hanno duramente attaccato i lavoratori con gas urticanti, manganelli e gas lacrimogeni nella piazza antistante la sala consiliare dove si stava approvando il testo in questione.

 

Una parte dei manifestanti è riuscita ad entrare nella sala, ma all’interno la violenza repressiva delle forze dell’ordine è stata ancora maggiore.

Gli insegnanti, organizzati nel Sindacato degli Insegnanti Municipali di San Paolo (Sinpeem, affiliato alla CUT e per una minoranza a CSP Conlutas), si sono organizzati il giorno seguente in un’ulteriore protesta di fronte alla Camera consiliare. Erano centinaia di migliaia, una prova inequivocabile di non voler cedere e di portare la lotta fino in fondo.

Il progetto SampaPrev prevede la gestione privatistica della previdenza e l’innalzamento contributivo dall’11 al 14%, che oltre alla contribuzione supplementare legata al salario può portare ad una deduzione anche del 19%. Sommata alle imposte sul reddito (27,5%), il salario dei lavoratori della scuola si riduce della metà.

Ma Doria ha anche lasciato senza refezione migliaia di bambini nelle scuole, ha bloccato il contratto dei professori, tagliato salari, chiuso asili comunali per aprire quelli convenzionati, chiuso 90 AMAS (Unità di Base Sanitarie) e abolito molte linee di minibus scolastici, lasciando a casa molti autisti, che si sono subito integrati nella lotta.

Niente di diverso da quanto sta facendo Alkmin a livello statale: privatizzazione delle scuole, 30.000 professori licenziati, per altri 20.000 stipendi non pagati…

Allo sciopero hanno aderito dall’inizio il 93% delle scuole, il 46% delle quali chiudendo del tutto. Ma il numero cresce sempre più, quanto più aumenta la repressione.

Considerando che tra gli insegnanti l’85% sono donne, il progetto va ad aggravare una situazione già discriminante sui diritti delle lavoratrici.

In un’apprezzabile unità e solidarietà di classe il corteo, defluito dalla piazza, ha poi raggiunto quello altrettanto partecipato contro l’esecuzione di Marielle Franco a Rio.

La lotta dei professori di San Paolo è un grande esempio per tutta la classe lavoratrice; se dovesse vincere, indicherebbe al proletariato la strada per sconfiggere gli attacchi al mondo del lavoro che giungono da tutti i distretti del potere.

Fonti: CSPConlutas 14,15/03/2018

Esquerda Diário 13,14,15/03/2018