Solidarietà militante alla compagna Loubna – Comitato 23 settembre

Alla prima udienza dopo la morte di Adil Belakhdim, che come ricorderete tutte/i era stato travolto da un camion durante un picchetto, Loubna, lavoratrice immigrata responsabile provinciale del Si Cobas di Novara, aveva partecipato ad un presidio davanti alla prefettura, non autorizzato, per protestare contro il tentativo di far passare quel vero e proprio omicidio sul lavoro come “incidente stradale”.

La partecipazione era stata tale da occupare anche la strada; da qui la denuncia a lei e al coordinatore provinciale di Milano, Alessandro. Oggi [29 novembre] inizia il processo, un processo esemplare che già risentirà della prossima prevista applicazione del ddl 1236 (ex 1660) che aumenta le pene per un reato che ora è diventato molto più grave.

A questo attacco, cui ne seguiranno molti altri, è necessario rispondere con una forte denuncia e mobilitazione, per affermare nei fatti il diritto di sciopero e di tutte le forma di lotta necessarie alla difesa delle lavoratrici e dei lavoratori, primo e fondamentale bersaglio degli attacchi dei padroni e dello stato.

Loubna ha partecipato alla costruzione del nostro comitato contribuendo ad integrare la lotta per i diritti delle donne alla lotta sindacale. Siamo sicure che questo attacco personale alla sua dignità come lavoratrice, militante e donna non riuscirà a fermare la sua volontà di lotta, che ha dimostrato in innumerevoli altre occasioni.

Ma questo non basterà a fermare l’attacco del governo e dei padroni: dovremo impegnarci tutte e tutti per fare arrivare a lei e a tutti i colpiti dalla repressione la nostra solidarietà, creando un movimento più ampio possibile che leghi la lotta sindacale, la denuncia della strage di morti sul lavoro, la repressione in atto e la lotta contro le guerre che ci coinvolge tutte e tutti!

Un movimento che vede in questi due giorni, lo sciopero di oggi e la manifestazione di domani 30 novembre a Roma, un forte momento di unità, attorno alla denuncia del genocidio palestinese, la forte volontà di respingere l’attacco repressivo a lavoratori e militanti e la politica di guerra del capitalismo internazionale!