– (Foglio) Come già Ronald Reagan (escalation militare russa nella Polonia sotto il dominio sovietico, all’inizio degli anni Ottanta) non riuscì a portare gli alleati sulle posizioni di Washington e sanzionare la Russia attraverso il blocco dei lavori di costruzione del gasdotto che dalla Siberia avrebbe rifornito di energia l’Europa, anche Obama sembra avere delle difficoltà.
-Temono di perdere affari la divisione aviazione di GE (fornisce aerei in leasing, ha 54 aere in Russia; Boeing, teme ripercussioni sul trasporto aereo. Preoccupato il gruppo chimico americano DuPont, esporta in Ucraina sementi di mais, girasole e colza.
-La lobby della manifattura (National association of manufactures) e quella del commercio (Us Chamber of Commerce, che rappresenta tre milioni di imprese) sono preoccupate, soprattutto se Obama dovesse decidere di muoversi unilateralmente non trovando – come sta tentando di fare – l’appoggio degli alleati europei, in particolare dei tedeschi.
– (Handelsblatt) Gli europei sono più cauti degli americani sulla risposta da dare a Putin per l’annessione della Crimea. Il volume dell’interscambio UE-Russia è 10 volte maggiore di quello USA-Russia. Il mercato russo è molto più importante per la Germania che per gli altri membri UE. Per la Germania le sanzioni contro la Russia possono avere effetti negativi soprattutto sull’economia tedesca, che ha investito in Russia oltre $20MD; ci sono più di 6000 gruppi a partecipazione tedesca.
-Allarme da parte della Camera Industria e artigianato tedesca (DIHK): notizie di rinvii di investimenti giungono dalla Camera Commercio a Mosca; fughe di capitali. Le banche tedesche hanno crediti di oltre $50MD verso debitori russi.
-I gruppi tedeschi sono preoccupati sulle conseguenze della crisi di Crimea; i presidenti dell’associazione bancaria e di BGA (commercio estero): le previsioni di un +3% dell’export tedesco e +1% dell’import possono essere annullate dal rischio di guerra commerciale; per la Russia le conseguenze economiche sarebbero disastrose; ne risentirebbe anche la congiuntura mondiale. Evitare in tutti i modi una nuova edizione di Guerra Fredda (settimanale Die Zeit).
-Contrari a sanzioni contro la Russia: Basf (chimica), Whintershall (gas), la Confindustria (Bdi); Siemens (comunicazioni), Daimler (automobili), Commerzbank (credito).
-IATA (Associazione trasporto aereo internazionale) calo delle previsioni di utili di $1MD; preoccupata anche l’associazione industrie chimiche, anche se esporta in Russia solo il 2% della produzione (0,1-0,2% in Ucraina).
-Le banche inglesi invitano alla cautela, preferiscono attendere prima di sottoscrivere altri prestiti verso grandi società russe come VimpelCom (telefonia), Sibur (petrolchimica), Novolipetsk Steel (siderurgia) e Uralkali (fertilizzanti). (International finance review).
Breve sintesi riguardante alcuni grandi gruppi tedeschi in Russia, (da Handelsblatt,10.03.2014)
Siemens – È attiva da quasi 160 anni in Russia, dove ha cominciato con una rete del telegrafo negli anni 1850: Oggi esso occupa oltre 3000 addetti in Russia, con un fatturato di circa €2MD. Una pietra miliare recente è stata la commessa ottenuta per i treni ad alta velocità, modello Velaro, che si chiamati in Russia Sapsan, e che collegano San Pietroburgo, Mosca e Nishni Novogorod.
Volkswagen – È uno die maggiori investitori dell’auto, finora €1,3 MD, progettati entro il 2018 altri €1,2MD. Il Gruppo Rus di Volkswagen ha venduto quasi 300mila vetture, di cui 188mila prodotte interamente in Russia. A Kaluga, 160 Km da Mosca, dal 2007 esso produce propri modelli tra cui la Skoda Octavia. Assieme a Gaz, il maggior produttore russo di auto, a Nishni Nowgorod produce per il mercato russo la Yeti della Skoda o la Jetta Vw.
Bosch – Presto sarà presente in Russia con tutti quattro i suoi settori tecnologici: per autovetture, industriale, beni di consumo, energia-costruzione. A fine febbraio 2014 è iniziato la costruzione di una nuova fabbrica di tecnologia per autovetture, a Samara, regione del Volga, che occuperà 500 lavoratori. Sarà terminata quest’anno la costruzione di stabilimenti per la termotecnica. Nel 2012 ha registrato sul mercato russo un fatturato di circa €1MD, con oltre 3 000 addetti.
Knauf – Uno die maggior produttori mondiali di cartongesso, gestisce 19 stabilimenti nella CSI; in Russia occupa oltre 6 700 addetti, con un fatturato pari a quasi 1/5 del totale, pari a €5,7MD. La Russia serve a Knauf anche come piattaforma di lancio verso la Cina, dove ha già 4 fabbriche.
Henkel – Rimane nonostante la crisi in Russia ed in Ucraina. In Russia è presente dal 1991 ed occupa 2500 addetti; in Ucraina circa 1000, metà die quali nella regione di Kiev. Opera anche in Est Europa nei tre settori cosmetica, detersivi e colle.
Rewe – La catena di supermercati è presente in Russia con Billa; con un fatturato di oltre €640mn la Russia è il suo maggior mercato estero, in crescita per l’aumento del potere d’acquisto, soprattutto a Mosca.
Metro – Ha aperto i primi supermercati Bild nel 2001 a Mosca, poi si è espanso in altre provincie, come Rostov sul Don e Kransnodar. Nel 2005 ha aperto il suo primo mercato immobiliare, poi il primo mercato dei media. Nel 2012 aveva 117 negozi e 25000 addetti.
E.on – Il mercato russo dell’energia è controllato da gruppi russi, come Gazprom. Il maggior investitore estero è E.on, che con 5 centrali a gas produce circa il 6% della intera capacità russa. Le centrali sono nelle più importanti regioni industriali, cosicché oltre alla produzione all’ingrosso vende anche a molti gruppi industriali.
Wintershall – Anche Wintershall opera nel mercato dell‘energia, ma non nella sua produzione come E.on. Wintershall partecipa anche allo sfruttamento fi giacimenti di gas in Siberia Occidentale del petrolio nel Sud Russia e nella costruzione di oleodotti.
Thyssen-Krupp – Le relazioni con la Russia sono iniziate già nel 1818, con l’appalto del conio di monete. Ora Thyssen-Krupp è presente con sette società locali, con circa 1 100 addetti. I settori principali in cui opera sono petrolio e gas, tecnica di raffinazione, prodotti organici derivati e polimeri, soluzioni di alta tecnologia nell’impiantistica industriale e nelle infrastrutture.
BMW – Dal 1999 BMW gestisce uno stabilimento con il russo Avtotor a Kaliningrad. Nel 2006 sono seguite il modello SUV X3 e nel 2009 il BMW X5 e BMWX6.
Knorr-Bremse – Un anno fa’ ha fondato una joint venture con una liliale della società ferroviaria russa RZD, per la produzione di prodotti di tecnica per i freni dei treni per la Russia ed altri paesi CSI. Sarà ampliata la produzione locale per rafforzare la presenza in Russia.
Claas – È stato il primo grande produttore di macchine movimento terra ad aprire una produzione propria in Russia. Lo stabilimento, a circa 300 Km da Sotschi presso Krasnodarist, produce circa 1000 macchine/anno; la regione è considerata il granaio della Russia.
Continental – A Kaluga, dove è presente anche Volkswagen, ha aperto ad ott. 2013 una nuova fabbrica, dove saranno prodotti circa 4 milioni di pneumatici/anno, soprattutto per il mercato russo. È il quarto stabilimento di Continental a Kaluga, dopo uno per la produzione di componenti elettronici per auto, uno per impianti di climatizzazione e uno per i servosterzi.
Hochland – Nel 2000 ha fondato la filiale “Hochland Russland”; nel 2003 ha aperto la sua prima fabbrica nei pressi di Mosca. Con una quota di circa il 16%, Hochland è al primo posto in Russia per produzione di formaggio fuso e crema di formaggio.