Altri operai morti alla Toyota di Bologna. Unica risposta efficace: la lotta di classe organizzata

Niente di più vomitevole della recita di stato intorno ai morti sul lavoro. Non sai se spaccare la tv alla vista dell’affarista inanellata che fa la ministra del lavoro (!) o della gelida eloquenza robotica da deep state del presidente della repubblica. Una repubblica fondata, oggi come ieri, sul più impudente sfruttamento del lavoro autoctono e immigrato, e che ha voce in capitolo nell’economia e nella politica internazionale, solo ed esclusivamente per

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Fincantieri: la fabbrica della morte – Comitato 23 settembre, Comitato permanente contro le guerre e il razzismo

LA FABBRICA DELLA MORTE Lo avevamo già denunciato a più riprese: Fincantieri non è solo il luogo dove si costruiscono i mostri necessari ad un turismo sempre più artefatto e disumanizzante, ma anche un’importante sito industriale che fabbrica sofisticatissime navi da guerra. La sua corresponsabilità nell’escalation bellica del governo italiano e non solo è stata oggetto di manifestazioni e presidi da parte delle forze che si sono mobilitate negli ultimi

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Dietro il sipario della Coppa del mondo, lo sfruttamento e il sangue degli immigrati

Il 20 novembre è iniziato il grande spettacolo, la Coppa del mondo di calcio 2022 a Doha, Qatar. Il palcoscenico è spettacolare, è stato preparato con ciclopiche opere infrastrutturali durate un decennio. L’insieme dei progetti lanciati nel paese in vista dei Mondiali è calcolato in 300 miliardi di dollari, di cui oltre 200 legati all’evento sportivo. È stato costruito un nuovo aeroporto, una rete metropolitana e stradale, sette nuovi stadi

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STRAGISMO DI CLASSE
Questo è ciò che sta dietro alla morte in strada dei braccianti

Sedici braccianti immigrati morti in “incidenti stradali” tra sabato 4 e lunedì 6 agosto. Quattro, quelli di sabato, nell’ascolano. Dodici nel foggiano, lunedì scorso. Tratto comune: schiavi agricoli supersfruttati, 14 e più ore al giorno a raccogliere pomodori per la “bellezza” di circa 2 euro all’ora, alloggiati in fatiscenti baracche, ricattati dai “caporali”, che impongono pure il pagamento di 5 euro per il trasporto con pericolo di morte (dopo aver

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Prato: una tragedia del Made in Italy

Sette morti carbonizzati e due feriti molto gravi nell’incendio di una fabbrica tessile. Un bilancio pesante, che fa pensare a una strage del lavoro nel sud-est asiatico. Ma che invece è avvenuta a Prato, nel cuore della metropoli italiana, dove gli imprenditori di nazionalità cinese alimentano un’ampia produzione tessile che fa la fortuna della zona. Imprenditori-schavisti che spesso sono elogiati per la loro operosità. Un’operosità che si basa sullo sfruttamento

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