Trascriviamo il comunicato del Polo Obrero e del Partido Obrero dopo la condanna dei loro attivisti da parte della Corte d’Appello Federale argentina.
La sentenza emessa oggi dalla Corte d’Appello Federale contro i militanti del Polo Obrero è un duro colpo alla libertà di organizzazione e di mobilitazione, in base alle esigenze di Bullrich, Milei e Pettovello, responsabili del boicottaggio dei rifornimenti delle mense popolari in tutto il Paese. Aggiunge all’accusa originaria di Casanello le accuse di estorsione e coercizione, un punto che ha sostenuto il pm Pollicita, sostenendo che senza di queste gli imputati sarebbero potuti “andare in libertà vigilata”. L’accusa di concorso reale di reati mira ad aumentare le pene, sommando quelle di ciascuno di essi, per intimidire e colpire un’organizzazione la cui caratteristica è stata quella di essere alla testa della lotta contro la fame e gli ‘aggiustamenti’ sotto tutti i governi del Paese.
La sentenza si basa sull’affermazione che il Polo Obrero era un’organizzazione che coartava ed estorceva la propria base sociale, una linea diretta di criminalizzazione che costituisce un gravissimo precedente sia per le organizzazioni sociali che per quelle sindacali. La Camera ha deciso di andare a fondo in una politica che pone l’organizzazione delle mobilitazioni e il finanziamento delle organizzazioni combattenti nella virtuale illegalità, perché si prendono gli elementi basilari di qualsiasi organizzazione (i contributi, la registrazione dei partecipanti a una mobilitazione, l’incremento delle presenze), come elementi coercitivi, per il semplice fatto che coloro che si sono mobilitati hanno beneficiato di un programma sociale ottenuto in base, appunto, ad innumerevoli piani di lotta. Ecco perché il Ministero del Capitale Umano celebra questa sentenza antioperaia.
La Camera ha inoltre deciso di convalidare l’insieme delle violazioni del diritto di difesa compiute dal giudice Casanello e dal procuratore Pollicita. Ha così bloccato le indagini senza accesso alle prove su cui si fonda l’accusa, ha convalidato il rifiuto del giudice di ampliare le dichiarazioni investigative, ha convalidato l’occultamento delle prove nel fascicolo, l’utilizzo di testimoni protetti senza alcun controllo da parte degli inquirenti la difesa di detti testimoni, l’occultamento di parte di loro, insomma tutti gli elementi posti in essere dal Giudice per manipolare le prove e presentare così il Polo Obrero come un’organizzazione criminale.
Questi stessi giudici, però, all’epoca annullarono il procedimento contro i funzionari di Macri Guillermo Dietrich, Nicolás Dujovne e Javier Iguacel, per concessioni di pedaggi a società legate a Mauricio Macri. È una giustizia a misura dei suoi elettori, ricordiamoci che Bruglia e Bertuzzi furono assunti dal governo Macrista.
Le violazioni del diritto di difesa arrivano al punto che la scorsa settimana, in una causa che indagava sul Polo Obrero, il tribunale di Casanello ha respinto la presentazione dei testimoni offerti dalla difesa per testimoniare sul funzionamento interno dell’organizzazione. Si tratta di una decisione molto seria che mostra come il tribunale calpesti le garanzie procedurali.
La sentenza ratifica ancora una volta le menzogne sulla presunta frode finanziaria, ignorando che il Polo Obrero ha presentato numerose prove sugli acquisti effettuati, sull’utilizzo dei materiali per i corsi di formazione in tutto il paese, sui lavori di sartoria, stampa, edilizia, formazione sportiva e lavorativa nel quadro degli accordi, sul lavoro nelle mense dei poveri, compresa la costruzione di 53 sedi e complessivamente su tutte le attività svolte nel quadro del programma Potenciar Trabajo.
Sintomaticamente, la sentenza esclude da un’eventuale indagine i funzionari dello Sviluppo Sociale e i responsabili del programma, assolvendo così lo Stato dalla responsabilità nella gestione dei propri fondi, scaricando tutto il peso della persecuzione sui responsabili che hanno organizzato le lotte per le rivendicazioni più urgenti dei quartieri più sfruttati del Paese.
La difesa del Polo Obrero, raggruppata nell’Associazione dei Professionisti in Lotta e guidata da Liliana Alaniz e Eduardo Penello, farà appello contro questa sentenza e approfondiremo la campagna di mobilitazione contro questa persecuzione. Ieri il Polo Obrero, insieme al Fronte di Lotta Piquetero, ha realizzato una grande mobilitazione dal Congresso al Ministero dello Sviluppo Sociale reclamando la restituzione del cibo alle mense dei poveri. Il piano di lotta del Polo continuerà con nuove azioni, dimostrando che la persecuzione non riesce a spezzare un’organizzazione che da più di due decenni organizza i quartieri più sfruttati.