(Milano, 1925 – Duno, 1943), operaio
Di famiglia operaia milanese, padre invalido di guerra, crebbe alla Trecca. Anarchico, operaio alla fabbrica aeronautica Caproni, dopo l’8 settembre prese subito le armi; il 1° ottobre 1943 fece saltare in aria un deposito di munizioni di una batteria antiaerea nelle vicinanze di Piazza Ovidio.
Con Germinal Concordia organizzò il primo gruppo di resistenti libertari, futura Brigata Malatesta (poi Bruzzi-Malatesta). Poi il 5 novembre raggiunse il monte San Martino in Valcuvia, dove si era attestato il gruppo 5 giornate comandato da Carlo Croce, ufficiale dell’esercito. Il gruppo si accampò nella Villa San Giuseppe, costruzione abbandonata in passato gestita dall’anarchico Camillucci. A metà mese partì l’attacco nazifascista.
La battaglia del San Martino, primo grande scontro della Resistenza italiana, mostrò tutto quello che va evitato in una guerra di guerriglia: attendismo, mentalità difensivistica, ipotesi di salvezza garantita da trincee e gallerie della Linea Cadorna costruite nel 1915, guerra di posizione, mantenimento delle gerarchie militari. L’attacco nazifascista, condotto dal basso con forze superiori e dall’alto con l’aviazione, ebbe la meglio facilmente. Le fortificazioni del San Martino vennero bombardate e cedettero. Vennero uccisi in combattimento 2 partigiani, e fucilati 36 tra cui Brioschi.
FONTI: anpimilano.com; D. Taddei, Il ragazzo della Trecca, «A», giugno 1999