AZZARIO, Isidoro “Anselmi”

La vita di Isidoro Azzario presenta aspetti decisamente fuori dall’ordinario, al limite del surreale (se non oltre). Su Azzario e la sua commovente vicenda abbiamo pubblicato un dettagliatissimo libro, dove si racconta per la prima volta tutta la sua storia.

 

(Pinerolo, 1884 – Luino, 1959), capostazione

Nel 1921 portò l’adesione dei ferrovieri comunisti al congresso di Livorno; fu direttore dell’organo sindacale di partito «Il Sindacato Rosso», pubblicato fino al 1925. Al congresso dello SFI presentò la mozione comunista per la confluenza nella CGdL, finendo in minoranza; venne poi espulso per qualche mese dallo SFI assieme al ferroviere comunista Carlo Berruti, poi torturato e ucciso dalle camicie nere. Nel 1922 venne licenziato dalle Ferrovie in base al famigerato Regio Decreto n° 143 per “scarso rendimento”, formula che nascondeva il piano per eliminare 43mila ferrovieri oppositori al regime. Arrestato a Cuneo nel giugno del 1923, liberato in attesa del processo, gli venne proposta una pena di 14 mesi; si tratta del processone ai comunisti del 1923, in cui Bordiga pronunciò una famosa autodifesa grazie alla quale tutti gli imputati, eccetto uno condannato a quattro mesi, vennero assolti. Azzario tornò a Pinerolo dove convisse con Ester Ferrari e la figlia Gina. Nella lotta interna che si sviluppò nel Partito, secondo Fortichiari inizialmente “in posizione neutra, indecis[o] fra l’obbedienza a Mosca e la personale convinzione di sinistra”, poi si schierò col “Centro” gramsciano. Sottoscrisse la mozione di Centro al convegno di Como del maggio 1924, in cui prevalse la Sinistra. Eletto nel CC del Partito, nell’autunno del 1924 si recò a Mosca in veste di membro della delegazione italiana al V congresso dell’IC.

Al Congresso di Lione del 1926 è di Azzario l’affondo più duro contro la Sinistra e Bordiga stesso.

L’intervento di Azzario qui è emblematico della svolta avvenuta nel corpo del partito e dello scopo del Congresso. Svolta e adeguamento al nuovo corso che incidono anche a livello psicologico sui militanti. Azzario ne è l’interprete che lo esprime con il maggior zelo possibile. Occorre mettere termine alla discussione, in modo burocratico-disciplinare. Azzario, che era stato un “bordighista”, sferra un attacco rabbioso alla Sinistra, degno di tutti i neofiti approdati alle tesi della Centrale. Risultare inflessibili, giungendo persino a denigrare la persona Bordiga, diventa imperativo. L’ammissione, quasi di sfuggita, dei propri errori pregressi, al termine dell’intervento, è la garanzia del religioso pentimento ed è una anticipazione delle famigerate autocritiche che caratterizzeranno, soprattutto in Russia ma non solo, gli anni da quel momento a venire.

[Documenti sul comunismo rivoluzionario in Italia, Vol. V, La fine del PCd’It. Il Congresso di Lione. 1926, Edizioni l’Internazionale, 2015].

In esilio a Mosca e poi in missione nell’America del Sud, venne arrestato a Panama nel 1927 e, dopo un mese di carcere, estradato in Italia a bordo del piroscafo Leme. Durante il viaggio di ritorno trovò della vernice e scrisse w il comunismo, abbasso il capitalismo, a morte Mussolini: scoperto, per punizione venne picchiato a sangue e tortutato. Questo episodio, unito a sevizie subite in precedenza, che continuarono una volta tradotto in carcere, ne minarono la salute mentale. Finito nel “Processone” del 1928, durante le udienze insultò i giudici; venne giudicato a parte, con perizia psichiatrica, e condannato dal Tribunale Speciale a 10 anni da scontare nei manicomi criminali (Aversa, Collegno, Racconigi). Numerose furono le mobilitazioni in Sud America per la sua liberazione. Nel trafiletto Azzario impazzito il giornale della Frazione di sinistra «Prometeo» del 15 giugno 1928 scrisse di “imbecille invenzione” del «Corriere della Sera», in riferimento all’ipotesi che Azzario fosse impazzito per le torture inflittegli dalla Terza Internazionale; in realtà “il compagno nostro è stato sottoposto alla tortura a cui non ha resistito” ed è impazzito “dopo tutte le sofferenze subite nella traversata per il ritorno in Italia dal Panama, e nelle carceri prima del processo”. Confinato (Ponza, Tremiti), nel 1943 venne liberato e sfollò a Germignaga.

Nel 1944 la casa editrice Pollini di Milano pubblicava un curioso e bizzarro libro: Assalto alla luna. Critica della teoria selenitica. Considerazioni e ipotesi sulle apparenze e sulle realtà della fenomenologia lunare, scritto da un misterioso personaggio che si firmava “5ex”. Un vero e proprio trattato di contro-astronomia, dove l’autore sosteneva che la luna visibile non sarebbe altro che il punto focale ove convergono i raggi luminosi della vera luna. “5ex” era proprio Azzario, che ormai mischiava lucide analisi politiche a divagazioni surreali. Nel dopoguerra venne riassunto dalle Ferrovie come capostazione a Luino e diventò segretario della locale sezione dello SFI, cui diede una rigida impostazione di classe. Sostenne che la natura sociale dell’URSS era quella di “capitalismo di stato, peggio del capitalismo borghese” arrivando a sostenere con convinzione che al IV congresso dell’Internazionale, cui aveva partecipato, Lenin in realtà non fosse presente, essendo stato sostituito da una controfigura. Nel sindacato lottò contro la progressiva emarginazione della vecchia guardia da parte delle nuove leve, ligie agli ordini di partito, analogamente a quanto stava avvenendo nel PCI rispetto ai fondatori del ’21.

Il PCI locale tentò in tutti i modi di isolarlo, attaccandolo al pari degli internazionalisti. I dirigenti centrali fecero di peggio: ne cancellarono completamente l’esistenza. Ancora oggi si possono leggere schede biografiche e note enciclopediche secondo cui sarebbe morto nel 1929 o nel 1930.

“Azzario veniva spesso accomunato a noi internazionalisti, il PCI lo temeva e lo controllava, in realtà era un compagno a sé. Aveva una preparazione fuori dal comune ma, mentre parlava, all’improvviso, quando meno te lo aspettavi cambiava argomento e cominciava a divagare con stranezze che ti lasciavano senza parole. Era davvero un compagno a sé”.

(Colloquio di Carlo Campeggi con nostri compagni a Germignaga, 1992, archivio PM)

 

MASSIMO LUNARDELLI           ALESSANDRO PELLEGATTA

ISIDORO AZZARIO sulla terra e sulla luna

Storia del Capostazione rosso che fondò il Partito Comunista d’Italia e che il fascismo rinchiuse in manicomio

373 pagine, 14 euro  ISBN 978-88-31960-12-0

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