Il Bertoni viene inserito nel dizionario biografico nonostante gli sia stata dedicata un’importante e completa biografia (G. Bottinelli, Luigi Bertoni: la coerenza di un anarchico, Edizioni La Baronata, 1997), in quanto determinante nell’organizzare a Ginevra un folto gruppo di fuoriusciti antimilitaristi.
(Milano, 1872 – Ginevra, 1947), tipografo
Di madre italiana e padre ticinese, lavorò prima a Como e poi a Mendrisio, partecipò all’assalto al Palazzo Governativo di Bellinzona (11 settembre 1890), quindi si trasferì a Ginevra. Dieci anni dopo fondò la rivista bilingue «Le Réveil socialiste anarchiste-Il Risveglio socialista anarchico» (dal 1914 «Il Risveglio comunista anarchico-Le Réveil communiste anarchiste» e dal 1925 il riferimento al comunismo venne eliminato).
Nell’aprile del 1918 venne coinvolto nel complotto delle “Bombe di Zurigo”, col quale, tramite false accuse, le autorità elvetiche tentarono di scompaginare la folta comunità anarchica, composta in gran parte da italiani disertori. Il 13 giugno 1919 venne emesso il verdetto di assoluzione generale per quasi tutti gli arrestati (centoventi), dopo un’incisiva e impressionante autodifesa di oltre due ore pronunciata da Bertoni.
Fu l’unico esponente anarchico a difendere Carlo Restelli dalle calunnie e dalle accuse di spionaggio, rivendicando la propria lungimiranza quando Restelli e Mario Avellini vennero abbattuti dai fascisti.
Fortemente critico verso i bolscevichi, accusati di essere autoritari e accentratori, venne soprannominato gréviculteur (“coltivatore di scioperi”). Fu più volte arrestato per la sua attività antimilitarista. Di un’umanità straordinaria.
FONTI: Infinita tristezza. Vita e morte di uno scalpellino anarchico, PM; G. Bottinelli, Luigi Bertoni: la coerenza di un anarchico, Edizioni La Baronata, 1997