BOSO, Emmerico

(Castello Tesino, 1904 – Gusen-Mauthausen, 1945), operaio elettricista

 

Fondò all’inizio del ‘900 coi fratelli Cesare e Ilario il gruppo “Dinamitardi” di Castel Tesino. Poi emigrò in Svizzera. Tornato in Italia per il servizio militare, nell’aprile 1925 venne arrestato per furto sotto le armi. Nel 1930 emigrò in Francia. In una lettera scritta a Emilio Corradini il 3 maggio 1933, Emmerico Boso scriveva: “la più grande necessità è agitare i popoli verso la rivoluzione sociale [..] è ora dell’azione generale senza speculazioni politiche”.

Ancora, in una lettera al fratello Cesare del 17 gennaio 1936, dimostrando una non comune capacità di analisi: “la campagna d’Etiopia ha prodotto lo sgretolamento del governo italiano che [..] ha perduto il suo prestigio all’estero, è stato condannato non solo da un grande partito delle nazioni che è giuoco di governi e di imperialisti, [..] ma più che è peggio si è attirato la
condanna capitale delle masse popolari di tutti i paesi”.

Volontario in Spagna, combatté nella Sezione Italiana della Colonna «Ascaso» CNT-FAI (fronte di Huesca), per nulla favorevole alla militarizzazione. Al rientro in Italia venne confinato (Ventotene). Liberato alla fine di agosto del 1943 tornò in paese ma venne catturato dai tedeschi, rinchiuso nel lager di Bolzano e da lì deportato a Mauthausen, dove giunse il 21 novembre 1944. Trasferito a Gusen e assegnato al “Bergkristall” complesso sotterraneo per la produzione di aerei Messerschmitt, trovò la morte il 18 marzo 1945.

 

FONTI: Geschichte und Region/Storia e regione 25, 2016, n. 1

FONTE IMMAGINE: https://www.labstoriarovereto.it/archivi/deportatiGermania/23

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