(Nuoro, 1913 – Milano, 1972), impiegato doganale
Dopo vari trasferimenti lavorò alle dogane milanesi. Spostatosi a Roma dopo l’8 settembre 1943, venne arrestato e incarcerato; nel gennaio 1944 evase da Regina Coeli e partecipò alla Resistenza per un mese nel 1° GAP VI zona, poi in Abruzzo, inquadrato nella divisione Marsica. Dopo la fine della guerra si traferì alla dogana di Porto Torres con la moglie Fides Pilo e i cinque figli. Si attivò nel PCI, organizzò scioperi dei portuali e occupazioni di terre. Nel 1949 venne eletto consigliere regionale per il PCI.
Nel 1956 si avvicinò ad Azione Comunista, stringendo i rapporti con Fortichiari. La dissidenza interna venne allo scoperto nel febbraio 1957, scattarono i provvedimenti disciplinari contro Sebastiano Dessanay, Pietro Agus, Umberto Giganti, Peppino Are e Bussalai. Agli inquisitori Bussalai rivendicò i contatti con AC, che “si propone, attraverso una azione di lotta, di chiarificazione politica e ideologica all’interno del Partito e fra compagni di Partito, di riportare l’Organizzazione in quella giusta via del marxismo-leninismo dalla quale metodi, errori e uomini, hanno fatto allontanare”. L’esperienza sarda di rottura col PCI fu senz’altro la più consistente in termini numerici per AC, che aprì la sua prima sede proprio a Cagliari. Qui, domenica 15 settembre 1957 ci fu la prima uscita pubblica con il comizio di Piercarlo Masini al cinema Astra.
Nel novembre 1958 Bussalai, favorevole ad una unificazione con la dissidenza socialista e coi “destri” usciti dal PCI, si staccò da AC e confluì coi suoi in Alleanza Socialista. La definitiva separazione dal campo rivoluzionario fu caratterizzata da una decisa virata riformista (aderì al PSDI) fino all’ingresso nella Massoneria (fondatore e fra i primi Maestri Venerabili della nuova Sigismondo Arquer).
Fonti: G. Murtas, Un percorso massonico nel camposanto cagliaritano di San Michele, http://www.fondazionesardinia.eu/ita/?p=11671