(Garessio, 1904 – 1999), contadina
Iscritta alla FIGS, fondò un giornale locale («La Falce»). All’inizio del 1920 fu invitata da Costantino Lazzari a partecipare alla riunione delle donne socialiste a Milano.
“Arrivai a Milano in una sera grigia e piovosa. Alla stazione dovevano esserci dei compagni ad aspettare le delegate, tenendo in mano un garofano rosso o una copia dell’Avanti, per farsi riconoscere. Non vidi nessuno, mi sentivo un po’ spaesata, ma presi ugualmente una carrozza per farmi portare alla sede del Partito Socialista. La riunione delle donne socialiste si doveva tenere il giorno successivo a Palazzo Marino, nel salone dell’Orologio. In Federazione telefonarono ad una compagna che abitava a Porta Ticinese e per quella notte fui sua ospite. Il mattino seguente mi accompagnò a Palazzo Marino. Io mi aspettavo di trovare le mondine o le montanare come me, delle donne del popolo, insomma; invece avevo di fronte delle donne eleganti, con il cappellino e la veletta. Quasi non ascoltavo quello che si diceva, mi sentivo fuori posto, tra intellettuali. I nomi delle donne che parteciparono li trovai poi sui giornali, tra cui: “La difesa delle lavoratrici”, erano presenti la Clerici, la Malnati e la Bigaile-Zanette. Mi sembravano le suffragette inglesi, mi sembrava di non sapere neppure parlare, mi sentivo lontana dalla classe degli impiegati, dei funzionari, io appartenevo al popolo”.
Con gli altri delegati del Cuneese al congresso nazionale socialista di Livorno (Azzario, Germanetto, Riccardo Roberto) aderì al PCdI. Attiva nel sostegno agli scioperanti delle fabbriche locali (oltre cinquanta giorni alla Lepetit), subì le persecuzioni dei fascisti e delle autorità, venne processata due volte nel settembre del ’25 e nel 1926.
Risulta radiata dal CPC nel 1929.
Durante la Seconda guerra organizzò l’invio di sbandati alle formazioni partigiane a Valcasotto. Tentò di mettere pace agli scontri interni tra gruppi partigiani (com. Mauri e dissidenti).
Dopo la Liberazione, fu candidata alla Costituente per il PCI e successivamente nominata vicesindaco a Garessio e consigliere provinciale, sempre appiattita sulle posizioni filosovietiche contro ogni dissenso.
FONTI: ACS-CPC; S. Dalmasso, Lucia Canova donna e comunista, Quaderno CIPEC, aprile 1995