(Montignoso, 1879 – New York, 1907), marmista
Nel 1896 fu fermato per propaganda in occasione del II anniversario dei moti del Carrarese; sospettato per l’aggressione al delegato di PS Salsano, fu poi condannato a 4 mesi perché ritenuto responsabile dello scoppio di un ordigno rudimentale. Sfuggito all’arresto emigrò negli Stati Uniti; da New York raggiunse Montpelier (Vermont) dove aderì alla folta comunità anarchica polemizzando duramente coi socialisti, da cui prese definitivamente le distanze nel gennaio 1901 dopo l’attentato al capitano di polizia Brown (i socialisti fecero opera di delazione contro gli anarchici). Vochini rimase coinvolto nella rissa alla Socialist Hall di Barre in occasione del comizio di Serrati (ottobre 1903), in cui rimase ucciso l’anarchico Elia Corti; uno dei colpi sparati dal socialista Alessandro Garretto colpì il Vochini ferendolo. Poche settimane dopo il Vochini fu colpito dalla tragedia della morte per avvelenamento della sorella 16enne, Amelia, di cui parlò «The Barre Daily Times» del 14 novembre 1903.
Nel luglio 1906 s’immerse in un ferocissimo scontro interno con Galleani e altri anarchici del Centro di Studi Sociali di Barre; lo scontro riguardava la “pirateria delle licenze”, ovvero la concessione o meno delle licenze ai dispensieri, decretata per votazione, su cui gli anarchici di Barre propagandarono l’astensione; Vochini accusò gli anarchici di Barre di comportamenti incoerenti e di combattere i grandi pirati strizzando l’occhio ai piccoli. Dopo questo scontro Vochini si trasferì a New York.
Morì suicida. Ricordato con parole commosse da «La Questione Sociale» e da «Cronaca Sovversiva», dove Ugo del Papa espresse “il rimpianto per un ribelle perduto e per sempre”.
FONTI: G. Vatteroni, Dalle Apuane alle Green Mountains, Edizioni Monte Bove, 2019; «Cronaca Sovversiva»; «The Barre Daily Times».