(Ravenna, 1895 – Roma, 1981), avvocato
Di nobile famiglia, durante la guerra fu segretario della FIGS ravvenate e dalle colonne de «L’Avanguardia» propose iniziative di carattere disfattista. Passato al PCdI, fu segretario della CdL di Mirandola e affiancò Gramsci nelle redazioni de «L’Ordine Nuovo» e poi de «L’Unità». Su «Il Sindacato Rosso» del 15 ottobre 1921 attaccò duramente Serrati, dandogli del “mentitore”, “calunniatore”, “mascalzone”. Cilla tradusse il lungo articolo di Losowsky dedicato a Lenin (un grande stratega della lotta di classe) pubblicato da «Il Sindacato Rosso» il 1° maggio 1924. Nel convegno clandestino alla Capanna Mara (maggio 1924), Cilla si schierò con la Destra di Tasca; un anno dopo s’impiegò all’ambasciata sovietica. Esule in Francia (dove, nel 1927 il Comité de Défense des Victimes du Fascisme pubblicò il suo opuscolo di denuncia delle deportazioni fasciste dal titolo Les «Cayennes» d’Italie, stampato in Belgio), raggiunse poi la Svizzera e il Belgio, dove lavorò come operaio alla Citroën. Nel febbraio 1929 si stabilì in Brasile dove collaborò ai settimanali antifascisti «La Difesa» (direttore e gerente) e «L’Italia», scontrandosi fortemente con Francesco Frola. Nell’agosto del 1932 si spostò a Buenos Aires, dove s’iscrisse alla federazione argentina PSI e continuò a scatenare furibonde polemiche con Frola. Scrisse a Nenni nel 1933: “Frola ha intascato denaro di un milionario brasiliano, in due date diverse, mentre, fra l’una e l’altra data, svolgeva nell’organo dell’antifascismo una campagna in favore dei privati interessi di quel milionario. Questo il fatto che io ho denunciato e documentato alla Direzione del Partito, fatto che il Frola stesso non ha mai potuto smentire”. Nel 1935 Cilla organizzò il Comitato contro la guerra in Abissinia, collaborò a «L’Italia del Popolo» e ad altre iniziative antifasciste, in contrasto con elementi del PCI. Tra i fondatori di Italia Libera (fine 1940), direttore del giornale «Italia Libre», nel 1942 Cilla si spostò in Uruguay per coordinare l’azione dell’associazione, cui diede una forte connotazione antisovietica e fortemente ostile sia al PCI che all’organizzazione in cui operavano gli emigrati del partito staliniano, l’Alleanza Garibaldi. Negli anni Cinquanta e primi anni Sessanta frequentò la libreria di Montevideo animata dall’ex anarchico Torquato Gobbi, per poi rientrare in Italia.
FONTI: ACS-CPC; lettera a Nenni, 1933, patrimonio.archivio.senato.it; A. Senta, L’altra rivoluzione. Tre percorsi di storia dell’anarchismo, BraDypUS, 2016