(Marineo, 1904 – Roma, 1954), barbiere
Nel 1920 si spostò a Palermo, Milano, Torino dove entrò in contatto con il gruppo de «L’Ordine Nuovo»; aderì alla FGCdI inizialmente fu sulle posizioni della Sinistra, poi ebbe incarichi nel partito ormai bolscevizzato. Diresse la FGCdI lombarda dal 1927 all’aprile 1928 quando, a causa della caccia al sovversivo seguita all’attentato alla Fiera, fu costretto a riparare in Francia; il suo posto venne preso da Romolo Tranquilli, fratello di Silone, catturato quasi subito. Passato al PSI, Clemente diresse la sezione socialista di Nizza. Venne avvicinato dal capo della polizia a Mentone e membro del CIAF (Comitato Armistizio), il palermitano Rosario Barranco, che lo arruolò come fiduciario (nome di copertura “Il Siculo”) dal 1939 al 1941. Rientrato in Italia, nel 1943 Clemente diresse il CLN milanese fino alla Liberazione e poi fu segretario provinciale PSI a Milano. Il suo nome comparve nella lista dei confidenti OVRA.
Secondo Ciro Spataro, che ha dedicato un libro alla vita di Clemente, le accuse di spionaggio a suo carico erano infondate. Barranco avrebbe parlato a Clemente delle gravi condizioni della madre in Sicilia, aiutandolo economicamente a rientrare al paese per rivedere la madre. Barranco, per giustificare la cifra versata a Clemente, lo avrebbe inserito a sua insaputa nella lista dei confidenti OVRA.
Fonti: M. Canali, Le spie del regime; C. Spataro, Il caso Clemente. Storia di un partigiano siciliano accusato di essere stato un delatore dell’O.V.R.A., Nuova IPSA editore, 2018.