CODEVILLA, Mario “Moro” “Monti” “Pablo”

(Tortona, 1900 – New York, 1950), agente NKVD

 

Dal 1921 segretario della Federazione di Alessandria del PCdI, nel maggio venne coinvolto negli scontri di Castelnuovo Scrivia. Codevilla, con una fascia rossa al braccio con la scritta “Figli di Nessuno”,  guidava il gruppo di comunisti tortonesi giunti a Castelnuovo a bordo di un camion, aggrediti dai fascisti locali. Nella sparatoria due fascisti vennero uccisi. L’episodio costrinse alla clandestinità molti comunisti del paese tra cui il sindaco Natale Beltrami. Codevilla, a rischio più di altri in quanto claudicante, per mezzo dell’apparato illegale di Fortichiari venne mandato a Mosca. Nel giugno 1923,  quando era già partita l’offensiva contro la sinistra del PCdI, nonostante il suo ruolo aiutò il “sinistro” Fortichiari, uno dei delegati che partecipavano all’Esecutivo Allargato del Komintern. Così ricordò l’episodio Fortichiari nelle sue Memorie:

Codevilla di Tortona fu il compagno che mi accolse con più calore. Egli era da mesi profugo a Mosca, dove l’avevo io stesso mandato perché implicato in un grave incidente con i fascisti. Confidenzialmente mi prevenne che sarei stato isolato dai funzionari dell’Internazionale. Gramsci trascorse molte ore con me all’Hotel Lux e non scoprì il suo gioco [..] Scoccimarro e Terracini avevano colloqui con esponenti dell’IC a mia insaputa. Avevo notizie confidenziali da Codevilla, già allora acquisito come informatore della polizia politica.

Nel 1924 Codevilla svolse le funzioni di «segretario» dei dirigenti comunisti italiani, presso l’Ufficio di Vienna, dove operavano Gramsci, Camilla Ravera e Fortichiari. Agente della Narodnyj Komissariat Vnutrennich Del (NKVD, la polizia politica sovietica) in Francia, fu uno dei quattro incaricati (tra gli altri tre c’era Giacomo Bernolfo) dal partito di eliminare la spia Eros Vecchi; il 25 ottobre 1930 quest’ultimo venne attirato in una stanza a Satrouville, sobborgo di Parigi; gli spararono (probabilmente fu Bernolfo a sparare) ma rimase solo ferito. Codevilla venne poi incaricato poi di rapire il generale zarista Miller (1937). Inviato in Spagna, fu attivo nella repressione di anarchici, trotskisti e poumisti; ebbe una sorta di “crisi di coscienza” ma, richiamato in URSS, divenne generale dell’Armata Rossa.

A guerra finita si stabilì a New York dove avviò un commercio accessori auto: un lavoro di copertura per proseguire l’attività spionistica stavolta per il fronte avverso, oppure, assai più probabile, una rottura col passato al fine di preparare il passaggio di campo con la socialdemocrazia filo-occidentale ed il ritorno in Italia. Alla fine del 1949 due sicari lo pugnalarono alla schiena; non si ristabilì più e morì nell’agosto del 1950.

 

FONTI: B. Fortichiari, Memorie; W. Krivitsky, Sono stato agente di Stalin; V. Serge, Carnets (1936-1947); O. Mussio, Tra due guerre. Fascismo e Antifascismo nella Bassa Valle Scrivia e nel Valenzano, ANPI Castelnuovo S., 1983 

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