(Napoli, 1889 – Barcellona, 1936), impiegato
Antimilitarista, fu a fianco di Bordiga nella FIGS napoletana; membro della CE della CdL di Napoli, De Leone aderì alla Frazione comunista Astensionista e collaborò a «Il Soviet»; un anno dopo partì per la Germania da dove poi raggiunse l’URSS, dove gli venne affidata una cooperativa agricola e di consumo. Nel 1925 prese posizione a favore del Comitato d’Intesa e ritornò per un breve periodo a Napoli. Tornato in Russia, aderì all’ala sinistra del Club internazionale degli emigrati italiani con Ersilio Ambrogi, Plinio Trovatelli, Virgilio Verdaro, Arnaldo Silva.
Quando il gruppo degli emigrati politici di Mosca ritrovò uno scatto di energia contro i castrati politici del centrismo italiano, De Leone fu eletto segretario di esso. La sua nomina fu naturalmente immediatamente annullata dall’alto ed il comitato di Mosca del P.C.It. impose un nuovo segretario di sua fiducia… il famigerato provocatore Vecchi, il futuro eroe della tragicommedia di Sartrouville. [«Prometeo», 22 novembre 1936]
Ambrogi, Verdaro e Silva vennero espulsi dal partito bolscevico, mentre il Comitato direttivo del Club, di cui facevano parte De Leone e Trovatelli, venne sciolto d’autorità; ai “sinistri” non veniva perdonato l’ostruzionismo nelle riunioni, che li portava alla tattica del mutismo e dell’astensione dalle decisioni mandando in bestia gli stalinisti. Mentre gli scontri interni coi centristi si facevano sempre più aspri, De Leone lasciò la Russia con la moglie e i due figli in tenera età nel 1929, anno in cui venne espulso dal partito bolscevico assieme a Trovatelli (un anno prima era toccato a Verdaro, Silva, Ambrogi). Passò in Svizzera e poi in Francia, a Marsiglia. In difficoltà economiche e colpito nel 1934 dalla morte della moglie Giuseppina Minieri, strinse ulteriormente i contatti con la Frazione di sinistra; allo scoppio della guerra civile spagnola raggiunse Barcellona, dove si schierò con la “minoranza”. Muore colpito da attacco cardiaco, nonostante l’intervento dell’amico medico Bernardino Fienga. Lo ricordarono, commossi, i compagni della Frazione di sinistra in Francia su «Prometeo» e i compagni di Barcellona sul giornale del POUM «La Batalla».
FONTI: F. Bucci-R. Quiriconi (con la collaborazione di C. Carboncini), La vittoria di Franco è la disfatta del proletariato. Mario De Leone e la rivoluzione spagnola, La Ginestra/Comitato pro exIlva, Follonica, 1997