(Ampezzo, 1896 – Socchieve, 1944), muratore
Comunista, nel 1922 emigrò in Belgio dove lavorò anche nelle miniere. Espulso nel 1930, raggiunse il Lussemburgo per poi tornare clandestinamente in Belgio e Francia. Stabilitosi a Forchies-les-Marches, partecipò all’attività della Frazione di Sinistra, che probabilmente aveva conosciuto già in Belgio (la Frazione, fondata a Pantin nel 1928, allora collaborava con la Ligue des Communistes Internationalistes de Belgique, trotskista, prima che i rapporti tra i due gruppi di oppositori s’interrompessero).
Iscritto alla Rubrica di Frontiera, nel 1941 De Luca venne arrestato dai nazisti a Charleroi; tradotto in Italia e interrogato a Udine, si professò anarchico. Confinato, dopo la liberazione nel settembre 1943 rientrò ad Ampezzo.
Il 28 luglio 1944 venne ucciso a Socchieve da partigiani garibaldini.
“Qui vicino abitava anche Eugenio De Luca, che era zoppo. Era un fuoriuscito, uno di quelli che erano andati all’estero senza passaporto, di quelli che erano scappati o perché non si erano presentati alla leva o perché non avevano voluto la tessera del Partito Fascista. Rientrato in paese dopo il 25 luglio, usava criticare aspramente Zagolin [medico, partigiano, ndr] e l’attività dei partigiani, sentendosi forte del suo essere di sinistra. Fu prelevato dai partigiani una sera del luglio 1944, nel cortile, e venne fucilato sul tornante di Cjamesàn” (Elio Bullian).
FONTI: ACS-CPC; M. Puppini, voce Eugenio De Luca nel DBAI; Elio Bullian. La storia dei fratelli Lucchini, comunisti e partigiani, ed altre storie ampezzane, www.nonsolocarnia.info.