(Teulada, 1891 – Varese, 1980), minatore, operaio
Fondatore della Lega dei Minatori e aderente al PSI, partecipò ai moti del bacino minerario del Sulcis nel 1906, causati dall’aumento dei prezzi dei viveri. Trasferitosi a Torino, lavorò in un saponificio e alla Michelin, fu “guardia rossa” durante l’occupazione delle fabbriche e guardia de «L’Ordine Nuovo»; stabilì uno strettissimo rapporto con Gramsci (faceva parte della sua scorta). Aderì al PCdI, venne arrestato e licenziato dalla Michelin. Fece la spola tra Torino e la Sardegna, nella sua regione di origine diventò segretario regionale del partito. Dopo la guerra si trasferì a Varese.
Nel 1956, all’atto dell’invasione sovietica dell’Ungheria, ruppe col PCI e si collegò ad Azione Comunista. La sua partecipazione ad una trasmissione alla radio a fianco di Luciano Raimondi provocò una durissima reazione del partito che lo attaccò e lo calunniò: «L’Ordine Nuovo», settimanale del PCI di Varese, il 6 febbraio 1957 lo accusò di operato indegno e irresponsabile da nemico del popolo, e di non aver mai dato “altra attività che quella che gli potesse procurare pubblicità e sfogo alle ambizioni personali”. «L’Unità» del 6 febbraio 1957 lo derise.
Negli anni ’60, terminata l’esperienza di Azione Comunista, Frongia rientrò nel PCI.
FONTI: «Azione Comunista»
FONTE IMMAGINE: varesenews.it