(Intra, 1867 – Milano, 1921), impiegato
Militante della sezione socialista milanese, fu coinvolto negli scontri del 13 maggio 1915: i socialisti organizzarono una contromanifestazione nei pressi di piazza Duomo per contrastare gli interventisti. Dalla sede dell’«Avanti!» un corteo si mosse verso piazzale Loreto, scontrandosi con una colonna della parte avversa. Nello scompiglio cadde a terra colpito a morte dalle guardie Adriano Gadda, diciassettenne figlio di Luigi. L’«Avanti!» del 14 maggio diede la notizia col titolo: “Polizia spara sui neutralisti. Un giovane diciassettenne ucciso da un colpo di rivoltella”. Con l’avallo della stampa borghese la vittima fu definita “un interventista massacrato dalla ferocia neutralista”. Il padre Luigi, con una lettera al quotidiano socialista, smentì la notizia.
Luigi Gadda passò al PCdI con la scissione di Livorno. Nel pomeriggio del 10 giugno venne colpito con tre colpi di pistola in un agguato fascista in via Borgospesso. Fu il primo militante del partito comunista milanese vittima della violenza fascista. Al processo, cui testimoniò Mussolini, i fascisti uccisori, due dei quali erano stati feriti da fuoco amico, vennero tutti assolti.