MANDELLI, Dante
(Cunardo, 1897 – campo di concentramento di Güsen, 1945), commerciante di pellicce

Tenente degli alpini, dopo la guerra a Torino subì un primo arresto l’11 agosto 1920. Entrò in contatto con il gruppo de «L’Ordine Nuovo» e fece parte del Corpo di difesa operaia. Successivamente, su impulso della Lega Proletaria Mutilati Invalidi Reduci Orfani e Vedove di Guerra e de «L’Ordine Nuovo», assunse la direzione degli Arditi del popolo. Nei primi anni Venti chiese, senza ottenerlo, il passaporto per la Francia. Nel febbraio nel 1923 venne arrestato. Liberato, espatriò clandestinamente in Francia a Parigi, dove entrò a far parte della redazione dell’edizione italiana de «L’Humanité». Nell’ottobre 1924 rientrò in Italia per curare la stampa clandestina comunista. Aprì a MIlano un negozio di pellicce. Nel dicembre 1925 un manipolo di fascisti lo riconobbe in una via di Milano, e lo percosse pesantemente.
Nel 1926 Mandelli abbandonò l’attività politica. Si dedicò alla rivista «La Cinematografia» diventando amico anche di personaggi vicini al fascismo. Il 13 febbraio 1944 venne arrestato a Cunardo e deportato nel campo di concentramento di Güsen, dove trovò la morte. A Cunardo gli è stato dedicato un monumento.
FONTI: nostre ricerche in Valganna, archivio PM.
IMMAGINE: D. Biocca, Tranquilli (nell’ombra): Ignazio Silone in Francia, «Nuova Storia Contemporanea», maggio-giugno 1999