(Foggia, 1896 – ?), capostazione
Nel 1913 fondò a Foggia il circolo giovanile socialista Carlo Marx che si contraddistinse per una forte attività antimilitarista e, successivamente, la federazione socialista della Capitanata. Nel ’21 diresse la federazione comunista di Foggia sulle posizioni della Sinistra, polemizzando fortemente con Gramsci sulla trasformazione del partito sulla base delle cellule.
Nel 1925 aderì al Comitato d’intesa. Arrestato nell’aprile 1926 per apologia dell’attentato alla vita del duce e incitamento alla disobbedienza delle leggi mediante la distribuzione di manifesti a stampa, venne condannato a due anni di reclusione, ridotti ad uno in appello; alla scadenza però fu trattenuto nel carcere di Lucera proposto per il confino.
Dopo neanche un mese venne liberato: nel frattempo aveva infatti stipulato il compromesso accettando di diventare confidente della polizia politica; in tale veste compì missioni a Milano cercando di agganciare i “sinistri” di Fortichiari. La sua opera di delatore continuò poi al soldo dell’OVRA, utilizzando i nomi di copertura “Violino” e “Alfa”, permettendo altri importanti arresti di emissari comunisti, almeno fino alla retata della primavera 1933 nel Foggiano.
Dopo la liberazione, nell’estate del 1944 fondò a Foggia il Partito Operaio Comunista (POC) Bolscevico-Leninista, dove s’incontravano due tendenze eterogenee: quella guidata da Mangano, con inequivocabili tratti bordighisti (accettava solo i primi due congressi dell’IC), che riprendeva le tesi per la fondazione di una IV Internazionale, e quella guidata dal trotskista di vecchia data Nicola Di Bartolomeo, già militante della Frazione di sinistra e poi della Nuova Opposizione Italiana (NOI), che aveva potuto raggiungere Foggia attraversando le zone occupate militarmente dall’esercito alleato aiutato dal militare sudafricano Charles Van Gelderen (Wellington, 1913 – Londra, 2001), membro del Revolutionary Communist Party britannico e fondatore della IV Internazionale. Di Bartolomeo riconosceva i primi quattro congressi dell’IC, considerava l’URSS uno “stato operaio degenerato” (per Mangano era capitalismo di stato). Mangano fu segretario con forte carisma della CdL di Foggia, cui aderivano ventisei leghe, facente capo alla CGL rossa; nel 1946 il POC si presentò alle amministrative del capoluogo della Capitanata ottenendo un seggio (Mangano, che sfiorò le mille preferenze, ma che viene invitato a dimettersi per i sospetti della sua collaborazione con l’OVRA). Nel POC le due tendenze convissero fino al 1946, quando morì Di Bartolomeo; nel 1948 il POC venne espulso dalla IV Internazionale. Il gruppo diretto da Mangano, notevolmente assottigliato, continuò l’attività fino agli anni ’50 collaborando coi GAAP di Cervetto e il PCInt di Damen.
S’ignorano luogo e data di morte.
FONTI: A. Peregalli, L’altra Resistenza. Il PCI e le opposizioni di sinistra. 1943 – 1945, Graphos, 1991; D. Canali, Le spie del regime, Il Mulino, 2004