PAPPALARDI, Michelangelo Raffaele “Michele”

(Campobasso, 1895 – Buenos Aires, 1940), insegnante di Lettere

 

Di famiglia benestante, si laureò in Lettere all’Università di Napoli; nella città partenopea aderì al PSI diventando segretario della CdL di Castellamare di Stabia. L’11 gennaio 1921, in seguito alla decisione di intitolare una piazza stabiese a Spartaco, nacquero violenti scontri tra operai e fascisti, in cui rimase ucciso un carabiniere; ne seguirono retate e arresti. Pappalardi venne accusato di essere responsabile dell’omicidio. Comunista dal ’21, aderente alla Frazione Astensionista, venne processato l’anno successivo per la morte del carabiniere e assolto. Lasciò la CdL stabiese per assumere la guida di quella napoletana, ma dopo pochi mesi emigrò in Austria e poi in Germania dove, per un breve periodo, rappresentò il PCdI presso il partito comunista tedesco, quindi passò in Francia.

Nel novembre 1923 rassegnò le dimissioni dal PCdI, inutilmente Bordiga cercò di dissuaderlo. Nel frattempo dimorò a Marsiglia con Bruno Bibbi. Nel 1926 diede vita al Gruppo Autonomo Comunista stringendo contatti con la sinistra tedesca (Karl Korsch); del gruppo facevano parte militanti della Sinistra espulsi dal PCdI tra cui Lodovico Rossi, i fratelli fiorentini Bruno e Renato Pierleoni, Guglielmo Spadaccini, Eugenio Moruzzo, Alfredo Bonsignori, Pietro Corradi. Nel luglio del 1927 si costituirono i Gruppi di Avanguardia Comunista (organo «Le Réveil Communiste»), poi Gruppi Operai Comunisti («L’Ouvrier Communiste»). Si sosteneva, con largo anticipo rispetto alla Frazione, che la Russia sovietica fosse uno stato capitalista e, assieme ai consiliaristi tedesco-olandesi, si rifiutavano il lavoro nei sindacati e l’appoggio alle lotte di liberazione nazionale. Nel 1930 il giornale operaista ospitò gli scritti di Mjasnìkov, bolscevico dissidente animatore del Gruppo Operaio Russo. I Gruppi Operai Comunisti si disgregarono nell’estate del 1931. I militanti si dispersero: i fratelli Pierleoni avevano nel frattempo aderito a GL, altri approdarono a posizioni anarchiche (André Proudhommeaux, Lodovico Rossi, Alfredo Bonsignori) e alla Frazione (Piero Corradi); un altro operaista, Antonio Bonito nel 1934 rientrò in Italia, a Cerignola, appartandosi dalla vita politica (cinque anni dopo venne reclutato dall’OVRA).

Pappalardi, in perenni difficoltà economiche e in precarie condizioni di salute, nel 1939 emigrò in Argentina ospite di Spadaccini; si spense l’anno successivo.

 

FONTI: D. Erba, OTTOBRE 1917 – WALL STREET 1929. La sinistra comunista italiana tra bolscevismo e radicalismo: la tendenza di Michelangelo Pappalardi”, PM

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