(Milano, 1886 – 1966), commesso viaggiatore
Orfano, cresciuto nei “Martinitt”, iscritto alla sezione milanese del PSI, fu poi interventista e si arruolò volontario. Combatté sul Carso, era alla Trincea delle Frasche a fianco di Corridoni il 23 ottobre 1915, giorno in cui il sindacalista cadde, e ne descrisse gli ultimi istanti di vita. Successivamente Roberto scrisse su «Il Popolo d’Italia», per poi staccarsi da Mussolini a aderire al Partito repubblicano. Nel luglio 1921 fu a capo dei repubblicani di Treviso barricati nella sede attaccata dai fascisti.
Tra i fondatori di Giustizia e Libertà, nel 1930 venne arrestato e condannato dal Tribunale speciale a dieci anni di prigione e al confino (Ventotene), dove nell’estate del 1941 fu tra i firmatari del “Manifesto per un’Europa libera e unita”, noto come Manifesto di Ventotene, elaborato da Ernesto Rossi e Altiero Spinelli. L’OVRA era al corrente delle azioni dei tre giellini grazie alla delazione della spia Carlo Alpi. Roberto dopo l’8 settembre riparò in Svizzera.
FONTI: M. Canali, Le spie del regime, Il Mulino, 2004
FONTE immagine: foto segnaletica CPC del 1935, tratta dal sito garganoverde.it