(Pescasseroli, 1947 – Milano, 1970), studente
Nato in una famiglia di pastori, al paese organizzò delle lotte contro la devastazione del Parco Nazionale degli Abruzzi ad opera della speculazione edilizia e per alleviare la grave condizione dei lavoratori stagionali e degli edili. Nell’estate del 1969, mentre lavorava come falegname in un cantiere di Pescasseroli, organizzò un gruppo di studenti-lavoratori per denunciare il supersfruttamento degli stagionali costretti a lavorare fino a 14 ore al giorno e senza contributi. Appena articolò la prima protesta venne licenziato. Ma non smise di lottare e denunciò con un volantino la politica del sindaco che favoriva la speculazione edilizia ed il saccheggio del Parco.
Trasferitosi a Milano, alternò studio e lavoro per poter accedere all’università. Si attivò con Rivoluzione Comunista, cominciando ad appoggiare i compagni che operavano nell’ambiente studentesco mediante il Comitato di Agitazione Rivoluzionaria (CSAR). Partecipò alle manifestazioni contro il terrorismo borghese.
Nel tardo pomeriggio del 12 dicembre 1970, primo anniversario della strage di Piazza Fontana, nei pressi della Statale di Milano, durante la manifestazione indetta dagli anarchici per la liberazione di Valpreda-Borghese-Gargamelli-Di Cola-Mander appoggiata da RC, una bomba lacrimogena sparata da pochi metri di distanza gli spaccò il cuore.
FONTI: Storia di Rivoluzione Comunista, Milano, 2002