(Valle Superiore Mosso oggi Mosso, 1860 – …), operaio cotoniero, agente di assicurazione
Pioniere del radicamento socialista nel Biellese, agì in particolare con l’ex direttore del «Corriere Biellese» Giuseppe Ubertini (1859 – 1916); entrambi furono influenzati dall’avvocato mazziniano Luigi Guelpa (Biella, 1843-1911).
Dal 1° maggio 1890 organizzò le salite al monte Rubello, teatro dell’ultima resistenza degli Apostolici di Dolcino, Margherita e Longino Cattaneo nel 1307, per issare un’enorme bandiera rossa visibile anche da Biella.
Il 27 dicembre 1894 la moglie Costanza inviò una curiosa lettera a Ubertini per dirgli di convincere l’amico Federico a tenere una condotta più consona ad un padre di famiglia (avevano cinque figli).
Nel 1898, nei giorni della più feroce repressione conseguente alle cinque giornate proletarie di Milano, soffocate nel sangue da Bava Beccaris, Scaramuzzi “fuggiva il governo tiranno che non mantiene i patti statutari (e) batteva i sentieri già battuti dai dolciniani e poi dai tessitori in lotta del 1877” (lettera ad Emanuele Sella di Ginevra): di lì “a nove anni, noi tutti vittime dell’infame borghesia saremo sul Rubello a cerimoniare il VI centenario del grande ribelle: ma santo precursore”.
Nella repressione statale contro i socialisti biellesi il circolo venne sciolto e Scaramuzzi processato (ottobre 1895) e assolto; Luigi Fila e Rinaldo Rigola furono condannati rispettivamente a 30 e a 45 giorni di confino (Aosta e Fenestrelle). Lo scioglimento venne attuato sulla base delle leggi eccezionali del 19 luglio 1894 in vigore per un anno al fine di sciogliere il PSLI e gruppi collegati per sovversivismo.
Segretario del Fascio socialista biellese nel 1903, Scaramuzzi lavorò come agente della compagnia di assicurazione “Il Mondo” e rappresentante della “Società di Navigazione Lloyd Sabaudo”.
All’8 congresso del PSI (Bologna 8-11 aprile 1904) presentò con Rondani, Rigola, Morgari, Cabrini, Reina, Scaramuzzi, Lollini e Sacco un odg “intermedio” tra l’intransigente (Labriola) e il riformista (Bissolati), per escludere ogni tipo di appoggio al governo e ribadire la pregiudiziale antimonarchica. L’odg non passò. Si passò ad una seconda votazione dove prevalse l’odg Ferri-Labriola.
In quegli anni Scaramuzzi fu istancabile propagandista e accompagnò un già affaticato Andrea Costa nel circondario del Monte Rosa per un giro di propaganda.
S’ignorano luogo e data di morte.
FONTI: «L’Impegno», agosto 1987