Precari, trecento in lista d´attesa – Stefano Rossi

Repubblica Milano
Nonostante la Corte Costituzionale abbia bocciato il blocco del turn-over, per ora il Comune di Milano non intende assumere precari, come invece ha fatto quello di Monza.
Negli ultimi 7 anni l’organico del Comune di Milano è sceso da 20.500 a 18.500 unità
Lo sblocco del turnover negli enti locali decretato da una sentenza della Corte costituzionale di metà dicembre non aprirà per i lavoratori atipici un periodo di maggior sicurezza contrattuale, con il passaggio dalle varie forme di tempo determinato al tempo indeterminato. A confermarlo è l´assessore al Personale del Comune di Milano, Carlo Magri, che chiarisce il numero di assunzioni previsto per il 2005: «Zero». Dal ‘97 al 2004 i dipendenti di Palazzo Marino sono scesi da 21.500 a 18.500. A fronte di circa 500 l´anno fra dimissioni e pensionamenti, la giunta ha scelto di smagrire le strutture, modificando l´assetto del personale.
Così, da un lato, con i servizi dati all´esterno, sono usciti 900 bidelli delle scuole elementari (passati allo Stato), 400 dipendenti dei servizi idrici (a Mm), altrettanti addetti alla refezione (a Milano Ristorazione), 120 delle scuole atipiche di cinema, teatro e per interpreti (confluiti in una fondazione). Dall´altro, però, i vigili sono passati da 2.000 a 3.200. Oggi quasi tutti gli atipici sono concentrati nell´assessorato all´Educazione, 300 maestre d´asilo e di materne: «Non è vero però che non li assumiamo mai, l´ultimo concorso è di un mese e mezzo fa». Per il 2005, la decisione è già presa: mobilità interna. Come si dovrà ridistribuire il personale fra gli assessorati, sarà una faccenda da lacrime e sangue in giunta.
I Comuni governati dal centrosinistra hanno una visione diversa ma i margini restano stretti, come si vede dal caso di Monza, dove le nuove assunzioni potranno essere poche. La Finanziaria 2005, non potendo replicare il blocco del turnover, ha infatti ottenuto lo stesso risultato introducendo limiti di spesa draconiani. Di conseguenza non è preoccupato Enzo Mattina, presidente di Ebitemp, l´ente di cui fanno parte le tre associazioni che rappresentano le agenzie interinali e i sindacati: «L´ente locale che non può sforare nei conti del bilancio ha ancora convenienza a utilizzare forme di impiego flessibile».
In Provincia il rapporto fra precari (540) e dipendenti (2.544) è giudicato squilibrato, anche perché molti dei primi fanno marciare la macchina dell´amministrazione. Per Daniela Gasparini, assessore al Personale, «il 20 per cento è troppo, vogliamo scendere all´8-10 per cento e ridurre la componente degli interinali (112), perché dalle agenzie si acquista un servizio, non si investe su una persona». Per 75 la regolarizzazione è giunta con il 2004, per altri 211 arriverà nel 2005 con i concorsi. I lavoratori atipici ricevono lo stesso stipendio dei colleghi: «Dunque il vincolo finanziario – conclude l´assessore – è ridicolo».
In Regione i calcoli sono un po´ più complicati. La giunta ha 3.000 dipendenti, il Consiglio 300, l´Arpa (l´Agenzia per l´ambiente) altri 700 «ricevuti» da qualche anno dalle Asl, l´Ersaf (l´ente dell´agricoltura, delle foreste e dei bollettini meteo) altri 150. Gli atipici sono pochissimi, per ammissione di Antonio Iodice della segreteria Uil Fpl (Federazione poteri locali), «non oltre l´1-2 per cento fra i lavoratori della giunta, sebbene sia difficile farli emergere». Un accordo firmato prima di Natale limita il ricorso agli atipici all´1 per cento degli assunti. Il problema più grosso al Pirellone riguarda, per il sindacato, la contrazione dei servizi dati. Alle Province sono state girate 700 persone dei centri di formazione professionale, alle università altre 200 degli Isu, gli Istituti per il diritto allo studio: «La Regione – spiega Iodice – a inizio legislatura aveva 4.500 dipendenti. Non si pretendono i 20.000 dipendenti della Regione Sicilia, ma la Lombardia ormai si trova con uno dei rapporti più bassi fra addetti e popolazione residente».

Monza mette in regola 12 vigili
Monza ha approfittato subito della sentenza della Consulta per assumere 15 dipendenti in contratto di formazione, in attesa da due anni di passare in ruolo. Il rischio, spiega l´assessore al Personale, Fabio Maggioni, «era che dipendenti formati da noi ci abbandonassero per cercare un altro posto». Così, 12 su 15 sono stati regolarizzati da una delibera del 30 dicembre scorso. «Per gli altri tre – conclude Maggioni – la regolarizzazione avverrà quest´anno. Abbiamo voluto dare un segnale preciso: da parte del governo la spinta verso il precariato, da parte nostra la soddisfazione della legittima aspirazione a un lavoro stabile». Resta irrisolto un altro nodo. Per i lavoratori a tempo determinato, la Finanziaria non consente di ammortizzare i maggiori oneri derivanti dalla regolarizzazione. (Paolo Longoni)

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