Bangladesh, un paese in rivolta, dopo gli operai del tessile i laureati studenti e i net

L’ondata di rivolte nelle università e nelle scuole che di recente ha travolto il Bangladesh porta alla ribalta un paese di giovani, che a migliaia si affacciano sul mercato del alavoro e a cui un governo clientelare corrotto ed autoritario offre solo manganellate e qualche palliativo nei posti del pubblico impiego. La prima scintilla delle forti e sanguinose proteste non ancora concluse in Bangladesh è scoppiata il 1° luglio nell’Università

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No alla pena di morte per Sherifeh Mohammadi Presidio a Milano in Piazza Cordusio sabato 13 luglio

Riceviamo e condividiamo questo appello dei compagni iraniani: Ai compagni e le compagne combattenti di Si Cobas: come gruppo di iraniani residenti in Italia, vi informiamo che la vita di un’attivista sindacale donna è in grave pericolo nelle oscure prigioni del regime iraniano.Sharifeh Mohammadi è stata condannata a morte dal “Tribunale Rivoluzionario Islamico di Rasht” in Iran. Nell’atto d’accusa il suo crimine è stato descritto come “coordinamento alla creazione di

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Bombardamento d’amore dei lobbisti: come il Labour è diventato il partito delle grandi imprese

Un’indagine di OpenDemocracy rivela la campagna segreta di lobbying di massa che ha plasmato le politiche di Starmer Riproduciamo di seguito la traduzione di ampi estratti di questo articolo di openDemocracy, che mette a nudo la realtà della democrazia borghese: il sempre più stretto rapporto tra il potere economico concentrato nei grandi gruppi e lo Stato, attraverso gli apparati politici in questo caso del Partito Laburista. Tutto questo avviene sopra

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Un governo laburista per il grande capitale

I britannici hanno votato. Ma il risultato delle elezioni è tutt’altra cosa rispetto al loro voto. Valanga laburista? I laburisti hanno ricevuto 9,7 milioni di voti, perdendo oltre 500 mila voti sul 2019, e oltre 3 milioni sul 2017, ma sono balzati da 201 a 412 seggi, conquistando una maggioranza assoluta di 174 seggi in più rispetto alle opposizioni, analoga a quella conquistata dal primo governo Blair nel 1997 (418

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Kenya: insorgenze proletarie nell’Africa nera

Continuano in Kenya le forti proteste iniziate da oltre tre settimane, il 18 giugno, e innescate da una serie di provvedimenti fiscali contenuti nella legge finanziaria. L’opposizione è iniziata sui social media con l’hashtag #RejectFinanceBill2024. X, TikTok, Instagram e altre piattaforme sono servite ai giovani kenioti per esprimere la loro rabbia, raccogliere fondi e mobilitare le proteste di strada. Sono stati pubblicati video per spiegare la legge in diverse lingue,

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Le elezioni in Francia: la novità più interessante, per noi, è la piazza.

Tutti i commenti della stampa e degli opinionisti sottolineano l’esito a sorpresa delle elezioni in Francia, ovvero la mancata vittoria del RN di Le Pen-Bardella, ma la cosa era nell’aria, e lo si era intuito dai commenti stizziti di tutte le destre del “globo terraqueo”, quando il fronte delle sinistre aveva annunciato l’accordo di desistenza con i macroniani. Gli esponenti di Rassemblement National, cui avevano fatto subito eco quelli della

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Argentina (6) – L’ARGENTINA DI ONGANIA: I RETROTERRA DI UNA CRISI

Pubblichiamo il sesto di una serie di articoli sulla recente storia dell’Argentina I tentativi della borghesia argentina di mettere nell’angolo il peronismo – nel decennio che va dalla “Revolucìon Libertadora” dei militari (1955) ai governi “radicali” di Frondizi e Illia (1958-’66) – vanno rapportati al prevalere dei fattori internazionali sulla politica argentina. E’ una svolta importante, dopo l’”azzardo” tentato da Perón di far assumere al paese un ruolo intercontinentale decisamente

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Il capitalismo britannico cambia cavallo per non cambiare nulla. I lavoratori potranno accettarlo?

Le elezioni anticipate in Francia e Gran Bretagna, tra fine giugno e la prima settimana di luglio, preannunciano scossoni politici ma, a guardar bene, più di facciata che di sostanza: in Francia sarà il ballottaggio a decidere se il Rassemblement National di Le Pen otterrà la maggioranza in Parlamento; in Gran Bretagna è data per certa la vittoria dei laburisti dopo 14 anni di governo Tory. Quel che è certo

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