Argentina (9) – IL NUOVO PROTAGONISMO DEL PROLETARIATO ARGENTINO TRA SCIOPERI, INSORGENZE E GUERRIGLIA (1960-’75) – Parte terza. Dalla rielezione di Perón alla vigilia del colpo di Stato

Pubblichiamo il 9° di una serie di articoli sulla recente storia dell’Argentina  Dopo la rivolta insurrezionale del “Cordobazo” (maggio 1969) il governo Onganìa non esita a proclamare ai quattro venti che gli operai scesi in piazza “sono gli operai meglio pagati dell’Argentina.” (M. Aguas, Limes 4-2003) Naturalmente ci si guarda bene dall’accennare al trend discendente dei salari che questi operai stanno subendo e ai ritmi di sfruttamento cui sono sottoposti.

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Il Manifesto della Rete Liberi/e di lottare – Fermiamo insieme il DDL 1660. Le prime adesioni

C’è stata nei giorni scorsi un’ampia consultazione sulla bozza di Manifesto proposta dai promotori delle assemblee on line del 21 luglio e del 4 agosto, e fatta circolare tra i partecipanti alle stesse. La grandissima parte degli organismi che hanno aderito a questa Rete ha accettato il testo così com’era; altri, invece, hanno presentato proposte di integrazione o di piccole specificazioni che abbiamo inserito, senza ovviamente modificare in nulla il

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Argentina (7) IL NUOVO PROTAGONISMO DEL PROLETARIATO ARGENTINO TRA SCIOPERI, INSORGENZE E GUERRIGLIA (1960-1975)

Pubblichiamo la settima puntata della ricostruzione della storia della lotta di classe In Argentina, a cura di G. Giusti. Parte prima: I presupposti del “Cordobazo” Nelle rievocazioni storiche del periodo più “alto” fin’ora espresso dalle lotte del proletariato argentino (1960-’75) è abbastanza diffusa l’abitudine di datare l’inizio di tutto dal famoso “Cordobazo” del maggio 1969. Quando cioè, come vedremo, un’intera città (seconda come importanza alla sola Buenos Aires) si rivolta

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Argentina (6) – L’ARGENTINA DI ONGANIA: I RETROTERRA DI UNA CRISI

Pubblichiamo il sesto di una serie di articoli sulla recente storia dell’Argentina I tentativi della borghesia argentina di mettere nell’angolo il peronismo – nel decennio che va dalla “Revolucìon Libertadora” dei militari (1955) ai governi “radicali” di Frondizi e Illia (1958-’66) – vanno rapportati al prevalere dei fattori internazionali sulla politica argentina. E’ una svolta importante, dopo l’”azzardo” tentato da Perón di far assumere al paese un ruolo intercontinentale decisamente

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Buenos Aires: un’assemblea internazionalista entusiasmante contro i governi della guerra e della fame – italiano / Español

Mercoledì sera, all’università di Buenos Aires, organizzata dal Partido Obrero, si è tenuta, con la partecipazione di centinaia di compagne e compagni, un’assemblea internazionalista caldissima, entusiasmante nella quale hanno preso la parola compagni e compagne della Turchia, della Grecia, dell’Italia, di Cuba, del Cile, degli Stati Uniti, del Perù. Per la delegazione italiana sono intervenuti il compagno Fabio Santoro del SI Cobas e il compagno Pietro Basso della TIR (Tendenza

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Per una risposta di classe alla miseria salariale

Milioni di lavoratori e lavoratrici in Italia (come del resto in gran parte dei paesi europei e fuori Europa) si trovano ad affrontare il problema concreto della perdita di potere d’acquisto dei salari a seguito della fiammata inflazionistica che dalla seconda metà del 2021 a tutto il 2023 ha fortemente aumentato i prezzi dei beni di consumo dopo un ventennio di relativa stabilità, mentre salari e stipendi sono rimasti pressoché

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Argentina (4) – LA CADUTA DI PERON

Venti di crisi Il periodo “glorioso” del governo peronista inizia a declinare agli esordi degli anni ’50 del secolo scorso. Non si può comprendere la crisi che investe il peronismo se non la si riconduce ai mutamenti del ciclo economico del capitale internazionale e all’affermarsi del predominio statunitense in Sudamerica; fenomeni che spiazzano quella “Terza Posizione” di cui Perón si è fatto interprete. J. E. Corradi (Op. cit.) parla del

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Argentina (3) – IL REGIME PERONISTA

Una volta diventato presidente (febbraio 1946) Perón inaugura in Argentina una forma di “populismo nazionale di massa” che farà epoca. Ad essere esatti egli non è il primo in assoluto in America Latina (il Messico, per certi aspetti, cronologicamente lo anticipa di qualche anno col governo Càrdenas). E’ però il primo a guidare una siffatta “rivoluzione” nel paese capitalisticamente più sviluppato del continente Sud-Americano, dando ad essa un carattere “sistemico”.

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Il vile baratto di al-Sisi: maxi-tendopoli in cui rinchiudere un milione e mezzo di palestinesi, in cambio di 10 miliardi dal FMI – Mike Whitney

Riportiamo questo contributo del Pungolorosso: Riprendiamo, nella traduzione di A. P., un documentato articolo di M. Whitney, che porta alla luce quale lurido scambio ai danni del popolo palestinese della striscia di Gaza si stia perfezionando in questi giorni tra l’Egitto di al-Sisi e il FMI – ennesima prova del sistematico tradimento della causa palestinese da parte di tutte le borghesie arabe, nessuna esclusa, e quella egiziana in testa. Ha

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Appello del sindacato israeliano Maan per consentire ai lavoratori palestinesi di tornare al lavoro in Israele (italiano – english)

Riprendiamo e traduciamo un appello del sindacato israelo-palestinese MAAN perché il governo Netanyahu ponga fine al blocco dei 200 mila lavoratori frontalieri palestinesi della Cisgiordania. Diciamo subito che da un lato condividiamo la richiesta, dall’altro respingiamo la logica nazionalista e aziendalista che domina questo testo, che sembra scritto quasi sotto dettatura delle tante imprese israeliane, soprattutto del settore edile, a rischio ormai di bancarotta. Il testo registra un’altra delle acute contraddizioni che

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