Di seguito il comunicato del Comitato Cassintegrati e Licenziati FIAT di Pomigliano sull’iniziativa del 12 maggio davanti ai cancelli dello stabilimento
A Pomigliano come nella maggioranza delle fabbriche fiat in Italia la metà degli operai è fuori in cassa integrazione da circa 6 anni. Decine di operai impegnati nella difesa dei loro diritti sono stati messi fuori e alcuni licenziati come a Pomigliano il primo fu Mimmo Mignano delegato rsu/rls risultato il più eletto fra tutte le sigle sindacali presenti in fabbrica, che con i suoi compagni si e battuto in difesa della sicurezza, ma soprattutto contro il TMC2 (aumento del 30% dei ritmi di lavoro) iniziative che hanno fatto registrare scioperi con adesioni sino al100%, e contro i sabato di straordinario, poi i 316 deportati a Nola colpa la loro sindacalizzazione e molti con ridotte capacità lavorative, poi l’azzeramento della fiom in fabbrica sfociata in decine di vertenze legali, ma potremmo continuare all’infinito, e per le condizioni miserabili a cui la cassa integrazione condanna, qualcuno si è suicidato. Contro questa situazione sono state organizzate decine di iniziative dagli operai del Comitato a maggioranza tutte riuscite, come la manifestazione Nazionale del 27 settembre dell’anno scorso dove aderirono oltre 700 lavoratori provenienti da tutta Italia… . Il Corriere della sera di tutto questo non ha mai riportato notizia.
Invece, dopo che un gruppo di cassintegrati e licenziati ha indossato una maglietta con sopra scritto “Speziale libero”, immediatamente sono stati elevati all’onore delle pagine nazionali di questo giornale.
“Speziale libero” per il corriere richiama la violenza degli stadi e, presentata fuori ad una fabbrica, è un messaggio agli operai, per il giornale, estremamente pericoloso, perché la stessa violenza potrebbe essere scatenata dagli operai ai cancelli della fabbrica. E’ la classica posizione di chi ha la coda di paglia. Di chi sa e teme che gli operai possano ribellarsi alla miseria e allo sfruttamento intensivo di chi lavora sulle catene di montaggio proprio come stanno facendo migliaia di operai cinesi e quelli del Bangladesh a cui i padroni li stanno condannando alla fame.
“Speziale libero” era una provocazione anche se rivendichiamo tutto dell’iniziativa era per attrarre l’attenzione sulla condizione degli operai FIAT ed è riuscita. La cosa importante del messaggio che abbiamo lanciato fuori ai cancelli dello stabilimento non era la scritta su Speziale, ma quello detto sotto, e cioè che il nuovo piano Marchionne è l’ennesimo bluff. Che per gli operai a cassa integrazione non ci sono prospettive e che solo se ci organizziamo per reagire in quanto operai possiamo avere un futuro. Ai giornalisti filo padronali è interessato solo l’aspetto secondario, coreografico della cosa e non quello essenziale.
Al giornalista del Corriere diciamo: Lo sappiamo che gli operai fanno più comodo quando stanno zitti e muoiono in silenzio. Perché non avete mai pubblicato una notizia sulle lotte del Comitato, sulla repressione subita dagli operai che si ribellano, sui ritmi massacranti a cui sono costretti i pochi che ancora lavorano in terza pagina come avete fatto ora? Ci voleva “Speziale libero” per farvelo fare.
“Speziale libero” lo avete riportato subito con tutto il carico di minacce velate e raccomandazioni a chi deve fermare sul nascere un fenomeno del genere, cioè avete riportato la notizia per criminalizzare immediatamente chi ha sostenuto l’iniziativa. Questo è il vero motivo della notizia in terza pagina. Il fatto che noi continuiamo a rimanere fuori dallo stabilimento con il piano bluff di Marchionne a voi giornalisti democratici e non violenti interessa meno perché la cosa è meglio che passi sotto silenzio per il quieto vivere dei poteri economici e politici che comandano anche nella stampa.
Come comitato di lotta saremo sempre al fianco di chi oggi soffre la sfruttamento e la disoccupazione e metteremo in campo tutte le azioni di lotta idonee per ribaltare questa sofferenza.
Comitato di Lotta Cassintegrati e Licenziati