Mobilitazioni degli operai del settore energetico in Turchia

Venerdì 18 aprile gli operai del settore energetico e i minatori di Yatağan nell’Anatolia sudoccidentale, di Yeniköy e Kemerköy nei pressi della capitale, in lotta da mesi contro il piano di privatizzazioni portato dal governo dell’AKP hanno dato il via all’occupazione delle centrali termoelettriche e delle miniere di carbone, bloccando la produzione e negando l’ingresso ai dirigenti e ai reparti delle forze dell’ordine inviati per abbattere le barricate costruite dagli

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Note sulla crisi politica turca alla vigilia delle elezioni amministrative

Le perquisizioni negli appartamenti abitati da studenti di sesso diverso (noto luogo di “prostituzione”, “corruzione” morale e naturale bacino di reclutamento da parte dei “terroristi comunisti” secondo Erdoğan), l’approvazione della legge che consente alle autorità di oscurare le informazioni pubblicate nei siti internet senza passare per l’approvazione di un tribunale, il farsesco blocco di Twitter (facilmente aggirato dagli utenti), il blocco di Youtube in queste ore, sono solo alcuni degli

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Bosnia, la lotta del proletariato travalica le divisioni etniche

Le rivolte che in questi giorni in Bosnia Herzegovina (BiH) hanno assunto un carattere insurrezionale sono partite da Tuzla, cuore industriale del Nord, con la lotta di lavoratori della fabbrica chimica DITA che da 14 mesi sono senza salario. Assieme a DITA nell’area sono collassate altre tre ex imprese di proprietà statale, che occupavano migliaia di lavoratori locali; ora a Tuzla sono centomila i disoccupati contro 80mila che hanno un

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Il regime siriano si rivolge ai curdi/Daily Tel: Quasi la metà dei ribelli siriani sono jihadisti

Daily Telegraph      130916   Siria: quasi la metà dei guerriglieri ribelli sono jihadisti o islamisti radicali, secondo il rapporto di IHS Jane’s –       Secondo un’analisi dell’agenzia di consulenza IHS Jane’s (che sarà pubblicata a fine settimana), le forze di opposizione al regime siriano sono circa 100 000, frammentate però in 1 000 bande; –       circa 10 000 jihadisti, compresi guerriglieri stranieri, legati a al-Qaeda; –       altri 30-35 000 sono islamisti radicali, che condividono le

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Bagno di sangue “democratico”

Dopo una fase di “repressione controllata” in cui le uccisioni si alternavano ai tentativi di dialogo, il braccio di ferro fra i Fratelli Musulmani e i militari è sfociato in un massacro. Mentre scriviamo il bilancio si aggrava di ora in ora: alla giornata di giovedì 15 agosto i morti ufficialmente riconosciuti sarebbero oltre 600 e venerdì altri 173, mentre la Fratellanza parla di 4500 morti in tutto l’Egitto. Il

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[Milano] Giovedì 18 Luglio – Dalla Turchia all’Italia: l’unica risposta è la lotta!

Orhan Dilber, esponente dell’organizzazione rivoluzionaria turca Köz, terrà una Conferenza su tema: Turchia in movimento Insurrezione a Gezi Park: l’incontro tra nuovi soggetti e vecchi combattenti rivoluzionari. L’esposizione, che toccherà anche i temi della guerra in Siria e del colpo di Stato in Egitto, sarà accompagnata da un cortometraggio su Gezi Park e da musica composta durante l’insurrezione. Giovedì 18 luglio a Milano nella Sede SI Cobas via Marco Aurelio

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[Napoli] Sabato 13 Luglio – Dalla Turchia all’Italia: l’unica risposta è la lotta!

Le manifestazioni contro l’abbattimento degli alberi di Gezi Park del 31 maggio e la brutale repressione operata dalla polizia turca agli ordini del governo di Erdoğan sono state la miccia di una delle rivolte di massa più grandi nella storia della Turchia. Le mobilitazioni ben lontane dall’essere una mera opposizione ai progetto di “ristrutturazione” urbana, che hanno provocato una reazione a catena in tutto il paese hanno sin dai primi

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Proteste in Turchia

Proteste in Turchia            130602 Scheda Turchia Da alcuni giorni piazza Taksim a Istanbul è teatro delle più importanti manifestazioni di massa mai tenute contro il governo turco. La polizia ha ferocemente represso il movimento con largo uso di elicotteri, cannoni d’acqua e gas irritanti (più di 1000 i feriti), ha arrestato 939 persone, ma alla fine ha lasciato la piazza ai manifestanti. (CNN 2 giugno) Secondo tutti i commentatori il parallelo

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Turchia e Brasile, diversi contesti, simili contraddizioni sociali

L’ondata di proteste in Brasile come in Turchia ha colto di sorpresa anche gli “esperti” più scafati dei paesi a giovane e rampante capitalismo. Che cosa hanno in comune i due movimenti? Da un lato il significativo peso demografico (74 milioni circa la Turchia, circa 200 milioni il Brasile); dall’altro l’alta percentuale di giovani sotto i 25 anni (31,4% in Brasile e 33,3% in Turchia) e le mire egemoniche dei

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