Mestre – Una rivolta sociale? Certo, ma che sia vera. Contro questo governo dei padroni e della guerra

Questo è il volantino che alcune/i compagne/i hanno distribuito stamattina al corteo dei lavoratori/lavoratrici di CGIL e UIL a Mestre, composto da alcune migliaia di persone, con uno spezzone piuttosto nutrito di operai immigrati degli appalti della Fincantieri. Il giorno prima era stata svolta dal Comitato permanente contro le guerre e il razzismo e dall’Assemblea studentesca contro la guerra un’iniziativa di propaganda davanti alla Leonardo di Tessera (dove è stato

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Fincantieri: la fabbrica della morte – Comitato 23 settembre, Comitato permanente contro le guerre e il razzismo

LA FABBRICA DELLA MORTE Lo avevamo già denunciato a più riprese: Fincantieri non è solo il luogo dove si costruiscono i mostri necessari ad un turismo sempre più artefatto e disumanizzante, ma anche un’importante sito industriale che fabbrica sofisticatissime navi da guerra. La sua corresponsabilità nell’escalation bellica del governo italiano e non solo è stata oggetto di manifestazioni e presidi da parte delle forze che si sono mobilitate negli ultimi

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Alleanze rivali e complicità sindacali nella cantieristica militare europea

É in corso a livello mondiale la modernizzazione e concentrazione della cantieristica, che vede la Cina ambire a raggiungere e superare gli Stati Uniti come prima potenza navale mondiale. Negli ultimi mesi, a livello europeo sono stati siglati accordi di cooperazione a vario titolo tra alcuni grandi gruppi al fine di poter competere, con accresciute dimensioni ed economie di scala, contro i giganti statunitensi, asiatici – Cina, Corea, Giappone –

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Dopo la “perfida Albione” adesso avremo la “perfida Marianna”

L’inasprimento della polemica italo-francese in corso da tempo, stavolta cavalcata da Di Maio, utilizzata da Salvini in precedenza, caricata da Conte di una polemica contro l’asse franco-tedesco, ha alla sua base una storica rivalità tra l’imperialismo italiano e quello francese, i contrasti di interessi tra gruppi capitalistici dei due paesi nel petrolio, nella cantieristica e in altri settori, e anche il riavvicinamento del governo gialloverde agli USA di Trump mentre

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Passati i funerali, i morti del ponte Morandi sono il pretesto per uno scontro sulle future commesse

Come è noto nel capitalismo le grandi disgrazie aumentano il Pil e i profitti. Dopo le guerre, i terremoti, le catastrofi naturali c’è l’affarone della ricostruzione, la corsa alle commesse e ai finanziamenti di stato. I morti entrano nelle statistiche, i profitti nelle casse di chi ricostruisce. Nella caterva di polemiche che ha trasformato il crollo del ponte di Genova in una passerella mediatica per politici nel più smaccato stile

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NOTE sull’affaire Fincantieri Saint-Nazaire

Premessa Da comunisti quel che più interessa politicamente nella vicenda è il tentativo di utilizzare una disputa fra gruppi capitalistici (e vertici statali connessi) per scatenare una pretestuosa ondata di sdegno nazionalistico in Italia e legare così al carro del proprio padronato i lavoratori italiani. Affidiamo all’articolo dei compagni di Cuneo Rosso che pubblichiamo di seguito la denuncia politica sulla sceneggiata socialimperialista che si è svolta parallelamente in Italia e

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“Scippo” della quarta sponda?

Il clamoroso incontro nel castello di Saint-Cloud, alle porte di Parigi, tra i “fratelli nemici” della Libia Al Sarraj (presidente del consiglio presidenziale di Tripoli) e Haftar (comandante dell’esercito nazionale, Tobruk), con Emmanuel Macron come mediatore, è un duro colpo alle ambizioni dell’imperialismo italiano in tutta l’area nord africana e sud mediterranea. Ambizioni che furono a suo tempo definite come “Quarta Sponda” delle mire espansionistiche italiane. Il contenzioso tra l’imperialismo

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ILVA: contro i licenziamenti e la cassa integrazione!

Salario pieno per tutti i lavoratori! Occupiamo gli stabilimenti! Generalizziamo la lotta! Il Gruppo Riva ha deciso di rispondere con la rappresaglia al sequestro preventivo sui beni e conti correnti della famiglia deciso dal GIP di Taranto (sebbene manchino ben 6 miliardi di euro agli 8 che dovrebbero pagare per i danni arrecati e per le bonifiche ambientali). Ma questo branco di sfruttatori, abituato a scorribande di ogni tipo (export

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Fincantieri di Marghera: un accordo strappato con la lotta! Una lotta che dovrà necessariamente continuare ed espandersi oltre il cantiere.

Venerdì 2 agosto è stata sottoscritta tra Fincantieri, sindacati e Rsu un’ipotesi di accordo che entrerà in vigore solo se e quando gli operai e gli altri dipendenti del cantiere l’avranno approvata, alla fine di agosto – da lunedì 5, infatti, il cantiere va in ferie per due settimane. Per dare un giudizio su questa ipotesi di accordo, dobbiamo tornare al punto di partenza, tra maggio e giugno, quando l’azienda

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La misura è colma: sciopero alla Fincantieri di Marghera!

Venerdì 26, sabato 27, lunedì 29, un filotto di tre provocazioni aziendali ha ricevuto dai lavoratori la risposta che meritava: da questa mattina all’alba la Fincantieri di Marghera è in sciopero. E questa volta lo sciopero non resterà confinato al cantiere ed è probabile che non resterà confinato alla giornata di oggi. Giovedì 25 c’era stata la rottura delle trattative con il ritiro della Fiom e della Rsu. Ma il

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