(Rodero, 1877 – [Francia], 1944), ciabattino
A volte indicato come “Carverzario”, si stabilì a Clivio nel 1903 e fu il gerente responsabile del periodico «La Scuola Moderna di Clivio» e cassiere nel Consiglio della Scuola Laica Razionalista, intitolata al martire Francisco Ferrer. Nel 1915 subì una condanna dal Tribunale di Varese per bancarotta fraudolenta. Fece regolarmente il servizio militare a Reggio Calabria (305° battaglione MT, 1918), rientrando a Clivio per le licenze, sempre sorvegliato. Dapprima socialista, approdò all’anarchismo ma senza rompere i legami col partito socialista: nel 1920 fu gerente responsabile di «Vita comunale», bollettino edito dall’Ufficio comunale del lavoro di Varese, edito dalla prima giunta socialista della città, il cui redattore capo era Bernardo Selva. Nell’aprile del 1923 emigrò in Francia stabilendosi dapprima a Belfort, dove venne raggiunto da Domenico Camillucci, quindi ad Audincourt con la moglie (“cattolica”) Maria Franzi. Ebbero otto figli. Secondo la Questura di Como “non scrive né fa conferenze data la pochissima istruzione”. Nel 1929 ottenne la cittadinanza francese. Venne continuamente sorvegliato, sospettato di essere in contatto con comunisti dell’area di Digione; secondo la polizia non svolse attività sovversiva in Francia, pur restando ostile al regime. Le autorità cercarono di scoprire se vi fossero contatti con un omonimo sovversivo nato nel 1849, Giovanni Caverzasio di Besano, emigrato a Lione.
Nel 1944 venne arrestato dai nazisti e deportato, morì durante il trasporto in treno.
FONTI: ASCo