LEONARDI, Carlo “Carletto”

(Castell’Alfero, 1893 – Mauthausen-Gusen, 1945), ferroviere avventizio, pollicultore.

 

Sergente del Genio telegrafisti durante la Prima guerra mondiale, nel 1919 venne assunto come avventizio alle Ferrovie Nord a Novara. Aderente alla Frazione comunista astensionista, passò al PCdI e divenne segretario della sezione novarese. Il luglio 1922 partecipò alla difesa della CdL novarese assediata e poi incendiata dai fascisti. Licenziato politico, nel giugno del 1924 raggiunse Mosca per il V Congresso dell’IC. Il 18 luglio fu uno dei cinque comunisti di ritorno da Mosca fermati da una pattuglia della Guardia di Finanza nei pressi di Monte Clivio mentre cercavano di rientrare clandestinamente in Italia. Leonardi, dopo il congresso di Lione del 1926 venne espulso per “sinistrismo” dal PCdI con gli altri due dirigenti della sezione novarese Mario Manfredi (Silvio Ramazzotti) e Giuseppe Bellone, su proposta del nuovo segretario della sezione Carlo Manzini: la federazione di Novara era rimasta sulle posizioni della sinistra in piena “bolscevizzazione”. Deluso, Leonardi si ritirò a Cavaglio d’Agogna alla cascina Fornace dove avviò un’attività avicola.

Avvicinatosi al PCI clandestino, dopo l’8 settembre 1943 venne chiamato a far parte del CLN provinciale novarese con Alberto Jacometti, Vittorio Flecchia, Carlo Torelli. La sua cascina diventò punto di passaggio per soldati sbandati e giovani renitenti da lì inviati alle formazioni partigiane in montagna. Nella notte tra il 6 e il 7 aprile 1944 i nazifascisti arrivarono sul posto e lo catturarono dopo un conflitto a fuoco con alcuni degli occupanti la cascina. Detenuto a Torino, venne deportato nel campo di concentramento di Mauthausen-Gusen, assegnato a lavori pesanti alla Messerschmitt (aerei da guerra), che lo ridussero allo stremo. Il deportato e amico Francesco Albertini, futuro senatore socialista, gli procurò alcune razioni di pane raffermo; Carletto Leonardi lo ringraziò ma non lo accettò: “sto per morire e non mi serve più. Dallo a qualche altro compagno che potrebbe salvarsi”.

 

FONTI: «Luce del Verbano», settembre 1924; F. Albertini, Lo stoicismo di Carletto Leonardi nel Lager di Mauthausen – Gusen, «Resistenza Unita», n. 5, maggio 1972

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