(Pavia, 1891 – Fiume, 1921), avvocato
Prima interventista, al fronte si radicalizzò e, da un pensiero riformista che puntava a far convergere socialismo e cattolicesimo, si spostò su posizioni di socialismo di sinistra. Nel novembre 1918 fu il principale promotore della Lega Proletaria Mutilati Invalidi Reduci Orfani e Vedove di Guerra, associazione di ex combattenti proletari organizzata dal PSI al fine di allontanarli dall’influenza delle associazioni reducistiche “borghesi”.
Militante della sezione socialista milanese, Seassaro si dichiarò per la difesa dei 21 punti e per l’allontanamento di tutti coloro che non accettavano il programma votato al secondo Congresso dell’Internazionale e quindi il programma della Frazione. Con la scissione di Livorno aderì al PCdI e nella prima assemblea dei comunisti milanesi presentò la mozione in cui si dichiarava costituita la sezione cittadina. Collaborò regolarmente a «L’Ordine Nuovo» dove, con lo pseudonimo “Caesar”, affrontò la questione dell’“Esercito rosso”. Nel 1920 pubblicò Bolscevismo e Borghesia. Epistole di un bolscevico ai borghesi. Dopo la scissione diresse la Federazione del PCdI di Milano, per poi passare alla redazione de «Il Lavoratore» di Trieste; infine si spostò a Fiume per organizzare la locale sezione comunista.
Morì nel sonno, avvelenato dal gas.
FONTI: M- Mingardo, Cronache rivoluzionarie a Milano (1912-1923); CENTRO DI RICERCHE STORICHE DELL’UNIONE DEGLI ITALIANI DELL’ISTRIA E DI ·FIUME – ROVIGNO, Il partito comunista di Fiume (1921-1924), crsrv.org.