(Golese, 1899 – Parma 1947), manovale
Comunista dal ’21, nel 1922 era sulle barricate a fianco di Guido Picelli, uno dei protagonisti di quelle giornate di Parma in cui il proletariato della città respinse i fascisti di Balbo. A metà degli anni Venti diresse l’organizzazione del PCdI parmese, falcidiata dagli arresti, sulle posizioni della Sinistra. Arrestato nel 1928, confinato (Ponza), rimesso in libertà nel 1932 continuò la lotta subendo ancora arresti e confino.
Alla fine del 1942 con Vittorio Adorni fondò la sezione parmense del PCInt, una delle più attive che tenne testa al PCI.
Come scrive Gianni Furlotti (Parma libertaria, BFS, 2001), Torricelli nell’immediato dopoguerra incontrò Paolina Robecchi, che gli espresse la convinzione che l’uccisione del marito Guido Picelli in Spagna fosse avvenuta da “fuoco amico”.