TROVATELLI, Plinio

(Piombino, 1886 – 1942), tornitore

 

Militarizzato nel 1915,venne trasferito a Savona negli impianti siderurgici. Delegato del PCdI a partecipare al III Congresso dell’IC (Mosca, maggio 1921), venne fermato a Luino e poi arrestato a Berlino, e rilasciato solo a congresso iniziato. Nel 1923 emigrò in Francia da dove due anni dopo venne espulso e raggiunse Mosca. Lavorò alle officine Gomsa e poi all’Istituto aeroidrodinamico Zaghi. Si sposò con la cittadina sovietica Dar’ja Balandina, nel 1930 nacque il figlio Bruno. Iscritto al partito bolscevico ne venne espulso con la solita accusa di “bordighismo-trotskismo”; era membro del direttivo del Club degli emigrati sciolto d’autorità per la presenza dei “sinistri” De Leone e lo stesso Trovatelli). Impiegato presso la casa cinematografica diretta da Misiano, la Mejrabpomfilm, Trovatelli mantenne un basso profilo. Nel 1936, quando cominciarono i processi agli oppositori, Trovatelli si rivolse all’ambasciata italiana per ottenere il passaporto; pur sospettando che volesse raggiungere il gruppo oppositore bordighista di Bruxelles l’ambasciata gli concesse il passaporto nel febbraio 1937 dietro la promessa di non svolgere più attività politica pur non modificando le proprie idee sul regime. A luglio si presentò all’ambasciata italiana di Bruxelles accompagnato da Ersilio Ambrogi, dichiarando di aver respinto le proposte ricevute dal Soccorso Rosso Internazionale in Belgio e dal Fondo Matteotti. Ma venne sorpreso per strada dalla gendarmeria belga a diffondere volantini in compagnia di altri bordighisti; colpito da un provvedimento di espulsione, rimase in Belgio grazie all’intervento del Fondo Matteotti. Raggiunto dalla moglie e dal figlio l’anno successivo, nel 1942 venne rimpatriato a Piombino, dove morì poco dopo il rientro.

 

FONTI: ACS-CPC

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