DONALISIO, Mario “Pantera”

(Noli, 1928 – Asti, 2018), meccanico

Partecipò alla lotta antifascista nella brigata Superga di Giustizia e Libertà col nome di battaglia “Pantera”. Operaio meccanico, nell’agosto del 1946, assieme ad una quarantina di partigiani dell’Astigiano al comando di Armando Valpreda riprese le armi e raggiunse Santa Libera, sulle colline, per protestare contro le persecuzioni contro i partigiani e l’impunità per i criminali fascisti, favorita dall’amnistia Togliatti. L’allarme creato dalla ribellione, che andava estendendosi dappertutto nel Nord con altri nuclei partigiani che dissotterravano le armi, tornavano in montagna e imponevano agli industriali già collaborazionisti l’assunzione dei partigiani senza lavoro, fece sì che si mobilitassero i burocrati dei partiti di governo, PCI in testa con gli ex comandanti partigiani allineati, i quali convinsero i ribelli di Santa Libera a rientrare dietro false promesse puntualmente non mantenute.
La delusione fu enorme. Donalisio ne trasse le conseguenze ed aderì al Partito Comunista Internazionalista, che ad Asti aveva una delle sue sezioni più numerose, grazie al lavoro portato avanti in clandestinità da Mario Acquaviva, che era stato ucciso dagli stalinisti a Casale Monferrato nel luglio del 1945. Il lavoro di sezione era portato avanti da coloro che erano stati al fianco di Acquaviva: il cestaio Secondo Comune, che viveva in miseria ed aveva le mani deformate dalla fatica e dalle privazioni, il pittore Giovanni Arri, e numerosi operai. Aderì al partito anche Mario Porcellana, astigiano, operaio della Way Assauto, che aveva combattuto nella stessa brigata GL di Mario.
Donalisio aveva fatto proprie le posizioni fortemente critiche del PCInt sulla Resistenza, così come Porcellana.
Dopo l’implosione del 1982 di Programma Comunista, Donalisio abbandonò ogni attività continuando comunque a sostenere il gruppo che si raccolse intorno alla testata storica «Il Programma Comunista».