(Cairo Montenotte, 1874 – Gallarate, 1914), maestra elementare
Educata secondo le regole di una famiglia borghese, che si spostava di continuo in diverse località del centro-sud a causa della professione del padre Vincenzo, ingegnere ferroviario, terminati gli studi magistrali al collegio di Sant’Elpidio a Mare e all’Università di Roma, ancora giovanissima insegnò nelle scuole elementari partecipando all’attività delle prime organizzazioni sindacali magistrali. Nel 1904 conobbe e sposò Giovanni Bitelli, maestro bolognese con cui condivise la militanza nel partito socialista e nel sindacato. Ines fondò il periodico «La Donna Socialista». Al congresso della Resistenza che si tiene a Genova nel 1905 sostenne, con la corrente sindacalista rivoluzionaria, l’indipendenza del movimento economico da quello politico. Trasferitisi a Gallarate, rilanciarono la locale CdL dandole un indirizzo sindacalista rivoluzionario.
Nel congresso milanese del 29 settembre 1906 della Resistenza da cui nacque la CGdL, anarchici e sindacalisti rivoluzionari, tra cui i coniugi Bitelli, si dichiararono contrari alla linea riformista della CGdL, definita in sintonia “con la politica giolittiana dei deputati socialisti”, finendo però in minoranza. Un anno dopo, il 3 novembre 1907, la minoranza si radunò a convegno a Parma, vi parteciparono delegazioni di sedici Camere del Lavoro (tra cui quella di Gallarate), dello SFI, della Federazione Lavoranti delle Pelli e più di 30 tra leghe di mestiere ed altri organismi. In questo convegno venne costituito il Comitato per l’Azione Diretta.
Redattrice de «La Lotta di Classe», Ines venne condannata con Paolo Campi per vilipendio all’esercito, offese al Re, apologia di regicidio, incitamento all’odio tra le classi sociali. Sospesa dall’insegnamento, nell’estate del 1908 riparò a Lugano. Insegnò alle elementari di Bioggio fino all’amnistia (inizio 1909), e tornò a Gallarate.
Nel 1911 promosse la straordinaria esperienza dei figli dei serrati, ovvero l’affido dei figli degli scioperanti di Piombino e Isola d’Elba, vittime delle serrate padronali e ridotti alla fame. Dei bambini giunti a Gallarate i coniugi Bitelli ne accolsero due, Lilia Pannocchia e Ida Ancona. Una volta ripartiti per tornare alle famiglie di origine, con la fine della lotta, adottò il piccolo Ilio, fratello di Lilia.
Su «La Lotta di Classe» Ines curò la rubrica “una parola alle donne” dove affrontò temi assai impegnativi, per l’epoca certo rivoluzionari: condizione operaia femminile, prostituzione, uxoricidio, infanticidio, violenza sulle donne, divorzio, educazione sessuale. Ribadendo il monito ai lavoratori ad istruirsi, a studiare, per sollevarsi dalla propria condizione di subalternità.
Ines e Paolo Campi nel 1912 parteciparono al congresso di Modena dell’Azione Diretta, dove nacque l’Unione Sindacale Italiana (USI). Sostenitrice di una tesi che propugnava una sorta di “entrismo” nella CGdL al fine di non spezzare il fronte proletario, Ines finì in minoranza. Nell’agosto di quell’anno firmò, a nome del Comitato Nazionale dell’Azione Diretta, un manifesto – appello ai lavoratori italiani per la liberazione di Joseph Ettor e Arturo Giovannitti, arrestati in America per i fatti a margine dello sciopero di Lawrence. Dal gennaio 1913 Ines ottenne un posto di maestra alla quarta classe maschile delle scuole elementari del Comune di Crenna. La campagna inscenata contro di lei dai cattolici locali al fine di allontanarla dall’insegnamento non portò alcun risultato, in quanto Ines conquistò da subito l’appoggio di bambini e genitori.
Nello stesso anno, dopo il convegno sindacale di Milano, firmò con Campi l’ordine del giorno col quale si decideva l’uscita dalla CGdL, ormai ritenuta irrecuperabile ed antiunitaria. Al congresso di Modena (1912) i gallaratesi si erano dichiarati contrari alla costituzione dell’USI ed erano rimasti in CGdL; nel mese di dicembre avevano deciso il distacco dal Comitato dell’Azione Diretta proprio per il fatto che privilegiavano l’unità sindacale, contrari dunque alla nascita dell’USI. A tal fine venne convocato il Convegno della CdL di Gallarate per il giorno 11 gennaio 1914. Il Convegno approvò a larghissima maggioranza la relazione di Ines e sancì il distacco della CdL di Gallarate dalla CGdL. Ma il Convegno gallaratese, decidendo di uscire dalla CGdL, ribadì la linea dell’unità sindacale e dunque NON aderì all’USI, bensì adottò la stessa tattica dello SFI di Castrucci, rimanendo equidistante da entrambe le confederazioni. Ines continuò la sua intensissima attività sindacalista.
Ma la sua salute cominciava a vacillare. Il 20 maggio 1914 morì di peritonite acuta all’Ospedale Civico di Gallarate.
Un lunghissimo corteo accompagnò il feretro al cimitero di Gallarate. Nel dicembre 1914 Ines venne trasferita nel cimitero di Parma, di fianco al padre. Sulla lastra di marmo grigio, sotto una sua foto giovanile, si legge: “morta a Gallarate fra unanime compianto di popolo eccelse per forza d’intelletto bontà di cuore e fermezza di carattere”.
FONTI: «La Lotta di Classe»; I figli dei serrati.