Mobilitiamoci contro il memorandum d’intesa militare Italia-Israele – Peacelink

Più di un nostro lettore, più di una nostra lettrice, ci hanno chiesto come mai noi, così impegnati nella solidarietà alla Palestina, non abbiamo dato adeguato risalto, anche soltanto notizia, di questa iniziativa che viene dall’area pacifista.

Non abbiano alcuna difficoltà a darne notizia, ovviamente. Perché l’embargo delle forniture di armi italiane ad Israele è ciò per cui ci siamo battuti nelle piazze dall’8 ottobre 2023 (in realtà, da molto prima), partecipando all’organizzazione di innumerevoli manifestazioni, tra cui quella di Ghedi (con il SI Cobas), nonché i blocchi dei porti di Genova e di Salerno – manifestazioni a cui, ci permettiamo di notarlo, abbiamo visto ben pochi/e pacifisti/e. E ripetutamente abbiamo nei cortei e nei presidii ricordato anche questo Memorandum, che dal 2005 è stato sistematicamente rinnovato da tutti i governi, di ogni colore, inclusi i partiti del centro-sinistra che manifestano oggi e domani per “fermare il massacro a Gaza”. Peccato che abbiano alimentato la macchina di morte sionista nei precedenti 20 anni (in realtà 77)…

La denuncia contenuta in questo testo che riprendiamo da Peacelink, perciò, è anche nostra. Ma non lo è la fiducia che qui viene rinnovata in organismi quali l’ONU, la Corte internazionale di Giustizia, etc. capaci solo di atti simbolici mai risolutivi, e spesso soltanto di facciata. Comunque sia, amici e amiche pacifisti, imporre al governo Meloni e alla finta opposizione ad esso PD-M5S-AVS di non rinnovare questo memorandum sarà realmente possibile solo con un rafforzato, e radicalizzato, movimento di massa solidale con il popolo palestinese e la sua resistenza.

L’intesa, siglata nel 2003 e rinnovabile ogni 5 anni, è al rinnovo l’8 giugno. Consente lo scambio di tecnologie, brevetti, software e informazioni coperte da segreto militare. Da Peacelink.it

Dal 2003 l’Italia ha un accordo militare con Israele che consente lo scambio di tecnologie, brevetti, software e informazioni riservate, coperto da segreto militare.

Questo Memorandum d’intesa, ratificato nel 2005, si rinnova automaticamente ogni 5 anni. Il prossimo rinnovo avverrà l’8 giugno 2025.

Mai denunciato, ha accompagnato tutte le più gravi operazioni militari contro la popolazione civile di Gaza, da Piombo Fuso (2008-09) a Margine Protettivo (2014), fino all’attuale offensiva che ha raso al suolo Gaza.

La Corte Internazionale di Giustizia ha esaminato l’accusa di genocidio contro Israele, ritenendo plausibile l’accusa e imponendo misure temporanee vincolanti.

Ciò nonostante, l’Italia ha da poco approvato l’acquisto da Israele degli aerei G550 CAEW, dotati di sofisticati sistemi usati per la guerra elettronica e il targeting militare, ossia per guidare i cacciabombardieri sugli obiettivi. E questo programma di acquisti militari da Israele, estremamente costoso, avviene nell’ambito di questa cooperazione militare che va fermata. 

Gli esperti delle Nazioni Unite hanno ribadito l’obbligo legale di imporre un embargo sulle armi a Israele il 20 giugno 2024 e l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha lanciato un appello urgente per fermare il commercio di armi con Israele, firmato da questi esperti. La Commissione d’inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati e Israele ha rilasciato un’interpretazione dettagliata degli obblighi legali degli stati, avvisando che “questa restrizione sulle relazioni militari si applica anche alla cooperazione in ricerca e sviluppo con Israele, all’impegno in esercitazioni militari e di addestramento congiunti con Israele e a qualsiasi importazione da Israele che fornisca finanziamenti e sostegno economico a Israele per mantenere l’occupazione illegale”.

Collaborare con un governo che bombarda ospedali, scuole e campi profughi è complicità.

Occorre chiedere al Governo italiano di denunciare il Memorandum entro la scadenza dell’8 giugno 2025.

Un gruppo di dieci giuristi ha inviato una diffida al governo italiano.

È il momento della trasparenza, della pace e del rispetto del diritto internazionale.

Contatta via email i parlamentari della tua regione e chiedi di attivarsi: